Chained Echoes è uno dei tanti JRPG indie che affollano gli scaffali digitali, riproponendo la stessa formula che ormai abbiamo imparato ad amare, un po’ come visto in Alphadia Neo. In questo caso, però, siamo davanti a un salto di qualità non indifferente, che porta il titolo qualche spanna sopra la concorrenza.
Chained Echoes è infatti un videogioco davvero ben fatto, con sfoggia una qualità incredibile, soprattutto considerando la sua storia di sviluppo. Non parliamo infatti di un JRPG di stampo classico che si limita a riciclare una formula vecchia scuola, ma di una valida aggiunta alle nostre librerie. Vediamo perché nella nostra recensione.
Chained Echoes: dove la guerra diventa epica
La storia di Chained Echoes parte da premesse semplici, ma si evolve praticamente fin da subito in un conflitto progressivamente più ampio, che coinvolge dapprima tre nazioni e diventa successivamente più epico. Tutto inizia da una missione suicida, che vede una banda di mercenari incaricata di distruggere una gemma che a quanto pare alimenta dei cannoni di difesa.
La gemma in questione, però, si rivela molto più che una semplice fonte di energia e la sua distruzione causa un’esplosione paragonabile alla versione fantasy di una bomba atomica, con un numero impressionante di morti. Di fronte a tutto questo, le tre nazioni in guerra decidono di firmare un trattato di pace, il quale mette fine a un conflitto dalla durata più che centenaria.
Un anno dopo la pace, veniamo a conoscenza di altri due protagonisti, che si trovano a festeggiare proprio l’anniversario della pace. Nella cerimonia, però, incontriamo persone che non sono per niente felici della fine del conflitto, quasi pretendendo una nuova guerra che possa avere un esito più “giusto”.
Da queste premesse si apre poi una storia sempre più epica, con missioni principali e secondarie che approfondiscono il mondo di gioco, il carattere dei personaggi e una lore generale. Il risultato è un comparto narrativo solidissimo, in grado di amalgamare al meglio momenti spensierati e dalla vena comica, con altri dal sapore più epico.
Lo stesso dicasi per i dialoghi tra i personaggi, sempre interessati e difficilmente troppo lunghi. Chained Echoes, in poche parole, coinvolge dall’inizio alla fine anche il giocatore veterano del genere. L’unica pecca è data da alcuni, circoscritti, momenti nella narrativa, dove l’intreccio diventa meno interessante. Per fortuna, parliamo appunto di “segmenti” e non di un difetto troppo esteso.
Un gameplay che fa faville!
Il loop alla base del gameplay di Chained Echoes è molto classico, visto che richiama da vicino titoli come i cari Final Fantasy vecchia scuola, Chrono Trigger e vari JRPG bidimensionali. Troviamo quindi delle città che è possibile esplorare, parlando con i PNG e iniziando diverse missioni principali e secondarie. Si aggiunge poi l’esplorazione di dungeon e di un mondo più vasto, dov’è possibile trovare nemici, tesori e generalmente ottenere punti esperienza per migliorare i personaggi.
Questi, peraltro, sono diversi, ognuno con le sue caratteristiche uniche, che poi si rivelando fondamentali per comporre un party pronto all’azione. Come da tradizione, quest’ultimo diverrà progressivamente più ampio, fino a consentire al giocatore di selezionare gli eroi che preferisce. In altri casi, invece, la storia seguirà le vicende di un gruppetto più piccolo, che quindi sarà l’unico disponibile anche dal lato gameplay. In pratica, siamo di fronte a un classico JRPG, con la struttura a cui siamo abituati…e con una qualità invidiabile!
Chained Echoes vanta infatti una realizzazione davvero pregevole, che unisce i vari elementi in modi sempre interessanti, creando un insieme che funziona maledettamente bene. Tanto per cominciare l’esplorazione degli ambienti è sempre soddisfacente, grazie a un buon numero di dislivelli, strade secondarie e segreti sparsi nei luoghi. Chiaramente, tutto questo viene limitato inevitabilmente dallo stile bidimensionale, ma restando in quest’ottima possiamo vedere una qualità generale del level design davvero soddisfacente.
Questo si applica sia alle città, sia ai dungeon, dove peraltro è possibile muoversi con agilità grazie a una velocità di marcia sempre sostenuta. Allo stesso modo, dialoghi, transizioni per i combattimenti e navigazione nei menù risultano rapide ed efficienti, tagliando molti tempi morti che sarebbero indigesti ai palati odierni (sto guardando proprio te, dissolvenza di Final Fantasy!).
Il sistema di combattimento, poi, è un nuovo punto a favore della produzione. Pur non diventando mai troppo complesso, infatti, risulta comunque divertente e appagante, grazie alle sue meccaniche principali. Ogni scontro si svolge a turni, con l’ordine d’azione di personaggi e nemici stabilito da una statistica di velocità e indicato da una barra in alto a destra dello schermo. In modo simile a come avveniva con Final Fantasy X, quindi, ogni personaggio agisce in modo ben definito, consentendo al giocatore di pianificare bene le strategie.
Ogni eroe ha poi accesso a un attacco normale e all’uso di abilità, a cui si aggiungono oggetti e difesa. Le abilità sono poi divise in diverse tipologie, nonché in danni fisici ed elementali (a volte addirittura dipendenti dall’utilizzo in combo di abilità diverse), passando poi per buff e debuff. Tutto questo viene poi sfruttato a dovere grazie alla presenza di nemici e boss, che spesso ne fanno uso o in alternativa costringono il giocatore a sfruttarli. In pratica, troviamo meccaniche classiche, inserite però in modo molto intelligente nel gameplay.
Si aggiunge poi un piccolo colpo di genio: la barra Overdrive. Questa parte da una zona gialla, per poi arrivare in un’altra zona verde e finire con un ultimo segmento rosso. Quando ci troviamo nella zona gialla, i danni subiti e ricevuti sono normali. Nella zona verde infliggiamo invece più danni, subendone meno e avendo alcuni buff, mentre nell’ultima parte rossa il gruppo subisce molti più danni del normale.
Ogni azione effettuata fa salire un indicatore sulla barra appena descritta, arrivando quindi nella zona verde ed, eventualmente, in quella rossa. Per evitare che questa accada, possiamo difenderci oppure utilizzare abilità dello stesso tipo di quelle rappresentate sulla barra. A sinistra di quest’ultima troviamo infatti un simbolo, che mostra una certa tipologia di abilità attive: utilizzandone una dello stesso tipo, possiamo far scendere l’indicatore, restando quindi nella zona verde.
Questa meccanica risulta semplicemente fondamentale contro i boss e costringe il giocatore a riflettere bene sulle sue mosse, senza fossilizzarsi su poche abilità. Finire in zona rossa significa praticamente morire, mentre la zona verde è quasi obbligatoria per vincere.
A tutto questo si aggiunge un eccellente comparto ruolistico, che vede ogni personaggio avere abilità uniche, potenziabili in vari modi, attraverso l’utilizzo di oggetti o il guadagno di punti esperienza. Non solo combattere i nemici permette di acquisire nuove abilità attive e passive, ma consente anche di potenziare quelle già equipaggiate. Si aggiungono poi altre meccaniche, come la possibilità di infondere le armi con gemme che donano effetti passivi, spesso combinabili in vere e proprie build.
Tutto questo viene poi ulteriormente modificato dall’utilizzo di armature da combattimento, ovvero dei veri e propri mech che vengono sbloccati molto più avanti nell’avventura e che possono essere utilizzati per l’esplorazione e, soprattutto, in combattimento. In questo caso troviamo infatti comandi unici, ben diversi da quelli degli eroi “a piedi” e di conseguenza perfetti per variare ulteriormente le carte in tavola.
Se ancora tutto questo non basta, sappi che Chained Echoes permette di sfruttare un’invidiabile profondità tattica, data dalle grandi differenze tra i personaggi. Questi possono essere più o meno indicati per affrontare certe situazioni e, soprattutto, possono essere alternati durante gli scontri senza nemmeno sprecare le azioni del turno.
In poche parole, Chained Echoes è un JRPG eccellente, che dona nuovo lustro alla classica formula amata da tutti gli appassionati. Il titolo vanta infatti molte meccaniche, spesso inserite nel loop di gameplay in modo intelligente, costringendo quindi il giocatore a scoprire nuovi modi di approcciare i combattimenti, vista l’introduzione di personaggi, mech, abilità e build.
Esteticamente eccellente
Il comparto tecnico di Chained Echoes è davvero eccellente. Il titolo vanta uno stile grafico che richiama i JRPG vecchia scuola, facendo però un uso sapiente della pixel art. Troviamo quindi ambienti semplicemente splendidi, grazie a un uso certosino di colori, sfondi e di un falso ma efficace effetto di profondità. Lo stesso si può dire delle animazioni, non troppo elaborate ma comunque ottime se consideriamo il comparto tecnico di cui stiamo parlando.
Tutto ciò viene poi valorizzato da un comparto artistico eccellente, che combina il design originale di alcuni personaggi e luoghi e persino nemici in grado di essere accattivanti, per un risultato ancora una volta convincente.
Infine, il comparto sonoro si conferma eccellente, con musiche perfette per le varie occasioni, in grado di donare la giusta profondità a momenti narrativi salienti.