Potion Craft: Alchemist Simulator è un titolo che ha suscitato fin da subito la curiosità di molti giocatori, anche solo per la sua particolarissima componente estetica, la quale richiama le miniature che decoravano i manoscritti in passato, quando i libri erano rari e costosi e di conseguenza venivano trattati come veri e propri tesori. Troviamo poi un gameplay semplicemente unico, che come vedremo nella nostra recensione ha molto da offrire.
Potion Craft: Alchemist Simulator – tutta la storia nel titolo
Potion Craft: Alchemist Simulator ci mette nei panni di un alchimista che, in cerca di fortuna, è appena arrivato in una cittadina, dove trova un vecchio edificio abbandonato. Questo si scopre essere la vecchia bottega di alchimista del passato, i cui macchinari sono ancora presenti nel seminterrato, seppur rovinati.
Dato che anche il protagonista vuole intraprendere la stessa strada, decide di trasferirsi qui, avviando un’attività da alchimista, con cui si guadagnerà da vivere. La storia, di base, è tutta qui, nonostante i piccoli approfondimenti sulla carriera di alchimista che verranno progressivamente svelati proseguendo nell’avventura. Un’avventura, però, non lineare e non strutturata, visto che il titolo si pone quasi come una sorta di life sim potenzialmente infinito.
Tra calderoni, erbe, funghi e pozioni
Il gameplay di Potion Craft: Alchemist Simulator combina diverse meccaniche, creando un loop unico, anche se per certi versi ripetitivo. Da una parte troviamo infatti una pressante anima da gestionale, che poi si unisce a meccaniche più incentrate sul crafting, ma comunque collegate a doppio filo con la prima parte del gameplay.
Nel gioco, infatti, si gestisce un negozio di pozioni. Questo vuol dire che ogni giorno si presenteranno alla porta diversi clienti da soddisfare, spesso con richieste specifiche. Ogni persona avrà infatti necessità diverse da dover capire – cosa importante, dato che raramente le richieste saranno dirette e sarà più probabile trovare frasi del tipo “non riesco a dormire per il mal di testa, mi serve una pozione” – e da risolvere con una pozione apposita.
Dopo aver proposto una pozione al cliente di turno, capiremo se è quella giusta dall’espressione compiaciuta di quest’ultimo e, in caso positivo, sarà possibile contrattare con un semplice minigioco dove cliccare su una barra quando un indicatore incrocia delle icone. In caso di esito positivo, il prezzo salirà e in alternativa scenderà. Questo processo si ripete in continuazione ed è fondamentale per portarci a guadagnare abbastanza denaro da acquistare altri ingredienti, pagine del ricettario o altri oggetti.
Questi ingredienti, chiaramente, ci servono per creare pozioni di ogni tipo, grazie a un sistema di crafting davvero ben congegnato. Nel nostro studio alchemico, infatti, abbiamo a disposizione diversi strumenti da utilizzare, posizionati di fronte a una mappa e a degli ingredienti da prendere da un menù apposito. Ogni ingrediente disegna una vera e propria traiettoria sulla mappa alchemica di fronte a noi e può essere combinato senza limiti con altri ingredienti, i quali a loro volta disegnano traiettorie differenti.
Queste traiettorie disegnate sulla mappa creano poi dei percorsi, che portano a effetti specifici con cui vengono create le pozioni. La pozione di cura, per esempio, è posizionata in basso a destra e per essere creata necessita di due ingredienti che possano creare quella traiettoria. Allo stesso modo, gli altri effetti sono sparsi sulla mappa alchemica e possono essere raggiunti combinando i vari ingredienti a cui sono associate varie traiettorie. Per creare una pozione possono quindi esserci molti modi diversi, più o meno efficienti, da scoprire con un pizzico di sana curiosità.
Per fare tutto questo, però, servono vari strumenti. Tanto per cominciare, gli ingredienti vanno triturati nel mortaio, in modo da incrementarne il percorso disegnato complessivamente. Vanno poi buttati nel calderone e, quando si raggiunge il simbolo di un effetto desiderato, vanno fatti bollire. Tutte queste interazioni sono volutamente “meccaniche”, nel senso che vanno fatte armandosi di mouse e manipolando attivamente i vari strumenti, ad esempio tritando le erbe armeggiando con il mortaio o mescolando il calderone facendo roteare il mestolo.
Si crea così grande libertà, visto che al giocatore è concesso di “esplorare” la mappa in autonomia, sfruttando proprio i vari strumenti e ingredienti a disposizione. Proprio sulla mappa, peraltro, si trovano simboli che permettono di salire di livello, sbloccando quindi perk che aiutano nelle varie attività. Questa parte di gioco costituisce di fatto la progressione su cui si poggia l’esperienza, visto che queste abilità passive permettono di ottenere risultati migliori nel commercio, nell’alchimia e in generale in tutti gli aspetti dell’esperienza. Questo porta a incontrare clienti con richieste più difficili da accontentare alla possibilità di creare pozioni più complesse. Le meccaniche restano uguali, ma cambia la difficoltà generale.
Proprio per la sua centralità, il fatto che la progressione ruolistica sia spiegata così malamente è un difetto non da poco. Potion Craft: Alchemist Simulator risulta infatti molto dispersivo da questo punto di vista, per via di un tutorial forse troppo sbrigativo, che si limita a illustrare le basi, senza parlare per esempio del percorso dell’alchimista. Quest’ultimo è un vero e proprio libro di sfide da completare, che di fatto indicano la strada da seguire per salire di livello, aiutando nell’acquisto dei perk e nei compiti da svolgere.
Alla base, quindi, Potion Craft: Alchemist Simulator sembra essere un semplice gestionale strutturato in un loop strettissimo: raccogli ingredienti, tieni conto delle richieste dei clienti, crea pozioni e ripeti. A questo si aggiunge però un sistema di crafting complesso, che permette di scoprire nuove ricette, salire di livello e sbloccare nuove abilità che nel lungo periodo influenzano tutti gli altri aspetti appena citati, aumentando progressivamente la difficoltà.
Nonostante tutto, però, il titolo si basa comunque su una struttura molto ripetitiva, che risulta divertente soprattutto per quei giocatori curiosi di sperimentare con il sistema di creazione delle pozioni, fino al raggiungimento delle creazioni più complesse. Al contrario, chi cerca un’esperienza più strutturata e lineare resterà deluso.
Bellissimo e memorabile
Il comparto tecnico di Potion Craft: Alchemist Simulator non è troppo elaborato, visto che si basa soprattutto su poche animazioni e su sprite bidimensionali sicuramente ben definiti, ma comunque non troppo complessi. Tutto questo viene però impreziosito da un comparto artistico eccellente, che richiama lo stile delle miniature medioevali. Proprio questo rimando così evidente ad ambienti e personaggi disegnati contribuisce a delineare un’estetica particolarissima, dove le animazioni minimali e gli ambienti bidimensionali diventano parte integrante dello stile unico della produzione.
Infine, il comparto audio è ottimo, fornendo un ottimo accompagnamento al tutto.