Frontier Hunter Erza’s Wheel of Fortune (che da ora chiamerò Frontier Hunter per comodità) è un metroidvania attualmente in accesso anticipo, seguito narrativo di Tower Hunter Erza’s Trial. Entrambi i titoli sono disponibili su Steam ed hanno la stessa protagonista, ma il primo, Tower Hunter, era un roguelike 2D mentre Frontier Hunter sposa a piene mani la filosofia dietro i metroidvania pre-determinati.
Ora, se non conosci il sottogenere dei metroidvania, la prima domanda che mi viene in mente è: dove hai vissuto fino ad ora? Facciamo però conto che tu sia effettivamente vissuto sotto un sasso. I metroidvania sono una particolare tipologia di action-platform 2D, resi famosi dalle saghe di Metroid e Castlevania (da cui il nome), che hanno la caratteristica di avere un’unica grande mappa e di richiedere ampie dosi di backtracking per esplorare tutto.
Frontier Hunter è quindi il secondo gioco sviluppato e distribuito da IceSitruuna, studio indie di cui in realtà sono riuscito a scoprire poco e nulla. Dal sito ufficiale capiamo che il team è composto da sole tre persone mentre dai giochi di per sé, per una serie di motivi, si evince facilmente che questo ha sede in oriente, probabilmente in Cina o in Corea. I nomi effettivamente potrebbero essere un indicatore, ma non sono esperto di quelle culture e non so neanche se sono reali.
In ogni caso, al di là della provenienza, comunque molto rilevante ai fini della valutazione del gioco (come vedremo), Frontier Hunter resta un titolo che si presenta in modo molto interessante, a fronte di un costo tutto sommato consistente. Il gioco mantiene davvero quanto promette o è l’ennesimo titolo in accesso anticipato che cerca di raccattare qualche euro per il proprio sviluppo offrendo ben poco in cambio? Questa recensione è qui per darti una risposta.
Alla scoperta della frontiera aliena!
Frontier Hunter prosegue gli eventi di Tower Hunter, svolgendosi due anni dopo quest’ultimo titolo. In quell’occasione guidavamo Erza verso l’ottenimento della leggendaria licenza di cacciatore dell’impero e la ritroviamo proprio al servizio delle forze imperiali, intenta a mettere a frutto quella stessa licenza. Le sue capacità si sono rivelate una risorsa preziosa per l’Impero e Erza stessa si è rivelata un astro nascente, al punto di essere scelta per una missione vitale.
Infatti, sotto il governo di un saggio e abile imperatore, l’Impero mira adesso ad espandersi oltre la tempesta magnetica che per troppo tempo ha limitato le sue esplorazioni oltre confine. Insieme alla vice Ciara ed accompagnata da un equipaggio altamente specializzato a bordo di un’avanzatissima nave volante, Erza si prepara ora ad andare lì dove nessuno è andato prima per mettere piede ed esplorare, per la prima volta, la frontiera più esterna del suo mondo.
Come suggerisce il titolo, quindi, Frontier Hunter ci porta ad esplorare una terra sconosciuta ben al di là delle mappe, ma non ti aspettare che questo porti il videogiocatore a vivere un’avventura piena di misteri e orrore. Il tono generale della narrazione è infatti molto leggero e colorato e, a dir la verità, presenta più di una lacuna e di un buco di trama. Questo nonostante siano presenti sia molte linee di dialogo dedicate alla lore che veri e propri filmati animati.
Il gioco di per sé spiega davvero poco e alcuni passaggi della storia vengono proprio scavalcati o raccontati troppo velocemente. Di molti boss che affronteremo non comprendiamo l’identità e gran parte dei filmati a loro dedicati terminano in modo brusco ed improvviso. Poi però ci dobbiamo sorbire minuti e minuti di uno dei personaggi che balla male o di Erza e Ciara che parlano di fiori. Non ho proprio compreso questa scelta di tono che sfocia troppo spesso nell’imbarazzo generale. Va bene il sapore orientale, ma qui si esagera.
Un gameplay tanto profondo, troppo profondo
Andare a trattare il gameplay di Frontier Hunter non è semplice. Se dovessi davvero mettermi a descrivere per filo e per segno questo gioco, probabilmente non mi basterebbero 5 articoli tanto questo è sfaccettato e complicato. Per forza di cose dovrò quindi abbastanza semplificare per evitare di annoiarti con un elenco infinito di comandi e cose che puoi effettivamente fare.
Partiamo dai comandi quindi. Frontier Hunter è un platform bidimensionale quindi con il joystick ci muoviamo, con un tasto saltiamo, con uno eseguiamo uno scatto nella direzione verso cui stiamo premendo (anche a mezz’aria). Con il resto di base si attacca. Due tasti gestiscono gli attacchi con le armi equipaggiate, uno gestisce le abilità magiche ed uno è speciale. Infine con un altro si gestisce un minimenù degli oggetti attivi (pozioni e cose simili).
Due sono i fattori interessanti. Il primo è che il modo in cui funzionano gli attacchi speciali ricorda molto i picchiaduro, con tanto di mosse speciali e supercombo che richiedono si abbia la barra dell’ira carica per essere eseguite usando il tasto speciale. Il secondo fattore è che non useremo un solo personaggio, ma tre, intercambiabili in tempo reale tramite un apposito tasto, cosa che rende le combo generabili persino più lunghe.
Per il resto Frontier Hunter deriva molti elementi da generi diversi, ma è prima di tutto un metroidvania con una forte componente da jrpg e quindi la base del gameplay è quella: armi, armature, abilità delle armi (ognuna ha le proprie), magie, oggetti magici di ogni genere ed anche la possibilità di craftare tanto i cibi, che forniscono bonus alle stats, che armi ed armature. Ovviamente per farlo dovremo raccogliere i materiali dai mostri, dagli scrigni o direttamente dalle mappe di gioco.
Nel nostro peregrinare raccoglieremo quindi veramente di tutto… e non scherzo. E’ facilissimo essere soverchiati dalla mole di roba che si raccoglie, anche perché il gioco non spiega tutto subito. Anzi, alcune cose non le spiega mai. Si pensi che i mostri, oltre alle componenti, lasciano anche cadere un nucleo che può essere fuso con le armi equipaggiate dai personaggi in un modo che ricorda molto il funzionamento delle junction in Final Fantasy VIII.
Usando tutte le nostre capacità dovremo quindi esplorare il mondo di gioco cercando di mantenere entro livelli decenti la vita dei nostri personaggi (inizialmente due, il terzo si sblocca verso circa metà run). Ovviamente il game over si raggiunge solo se tutti i personaggi raggiungono vita 0. Oltre alla barra della vita, avremo la barra del mana (per le abilità magiche), quella dell’ira (per le supercombo) e quella delle munizioni (se equipaggiamo armi da fuoco).
Di base c’é sempre tanto a schermo da vedere e valutare, forse anche troppo. I vari livelli sono in puro stile metroidvania, una gigantesca mappa di gioco suddivisa in varie aree tematiche, ognuna risuddivisa in varie stanze dense di mostri che si rigenerano appena usciamo e rientriamo in un luogo (cosa a tratti fastidiosa). Non tutto è immediatamente accessabile, ma lo diventerà via via che troveremo oggetti chiave e sbloccheremo nuove abilità. Tutto nella regola.
Non mancano ovviamente delle stanze speciali (come quelle per salvare e guarire o quelle per teletrasportarsi), dei png che ci permettono di fare acquisti o potenziarci e chiaramente delle boss battle degne di questo nome. Se ci perdiamo, possiamo sempre fare affidamento all’utile mappa che non solo mostra tutte le stanze speciali, ma ci offre anche altri indicatori (come un colore diverso per ogni area tematica o delle icone per boss e aree da sbloccare in modi specifici).
Il livello di difficoltà generale di Frontier Hunter è medio-basso. Il giocatore ha talmente tanti strumenti a disposizione che è davvero difficile trovarsi a fare game over. E’ vero, i nemici sono tanti e nelle aree più avanzate sono pure belli coriacei, ma è davvero facile speedrunnare la maggior parte delle aree per poi pestare i boss con tutto quello che abbiamo. Il problema semmai è proprio apprendere il gameplay in modo da usarlo al meglio, è troppo complesso per la sfida proposta ed è facile perdercisi dentro.
Se avevi dei dubbi sulla provenienza…
Se i toni della storia di Frontier Hunter ed il focus sul farmare materiali e su un gameplay si completo, ma anche dannatamente complesso non fossero già stati indicatori della probabile provenienza dello studio di sviluppo, ci pensa la direzione artistica a darci conferma di tutto. Frontier Hunter presenta infatti una grafica 2.5D che unisce disegni in stile manwha con abbondanti dosi di fan service (si, la protagonista ad un certo punto si fa la doccia) a ambienti ed elementi di gioco 3D.
Il risultato finale non è così sgradevole, bisogna dirlo, anzi… Frontier Hunter a livello grafico ha dei buoni momenti di picco, soprattutto quando si tratta di realizzare attacchi speciali o fornire al videogiocatore ambientazioni evocative e dotate del wow factor necessario a stupire l’occhio. Certo, il design di per sé non è particolarmente ispirato e non ci sono molte idee geniali, siamo sul fronte dell’abbastanza banale, ma se non altro è visibilmente godibile.
Ho per altro particolarmente apprezzato che l’equipaggiamento indossato sia effettivamente visibile sul personaggio e che l’aspetto di questi possa essere cambiato pure di parecchio, mantenendo tali cambiamenti anche nelle cutscene. Ho invece apprezzato molto meno la scattosità di alcune animazioni, tanto dei personaggi quanto dei nemici. Sembra proprio che alcuni frame manchino o che non sia stata devoluta la dovuta cura ai movimenti stessi che appaiono così rozzi e sporchi.
In generale, quindi, anche per la direzione artistica si può constatare un lavoro di base interessante che però manca della pulizia richiesta ad un titolo davvero godibile. Lo stesso problema lo si può trovare nel comparto sonoro che è si curato, ma anche facilmente dimenticabile ed afflitto da alcuni difetti minori che sembrano più sporcizia da ripulire che altro. Tipo il fatto che dopo ogni stanza speciale la musica riparta brutalmente da zero, anche se abbiamo appena fatto un entra/esci molto veloce.
Un lavoro promettente che merita di essere rifinito
Concludendo la nostra recensione di Frontier Hunter Erza’s Wheel of Fortune, difficilmente si può dire che questo sia un titolo perfetto. I difetti sono tanti, tutti evidenti e immediatamente visibili all’occhio del videogiocatore. Tuttavia il titolo mantiene le sue promesse iniziali e presenta anche molti punti di forza inattesi ed una profondità che difficilmente ti aspetteresti da un gioco di questo tipo. L’interesse iniziale viene mantenuto per tutta la sua durata.
Per altro, prima di parlare della durata, va detto che uno dei problemi più brutti riguarda proprio la localizzazione del gioco. Questi presenta si una traduzione in italiano per tutte le scritte, ma questa è agghiacciante ed è stata chiaramente realizzata con un qualche traduttore automatico. Tutto è tradotto in modo letterale, persino alcuni termini che sono ormai parte del dizionario del videogiocatore italiano. Non sono riuscito a tenerla per più di 5 minuti prima di tornare all’inglese.
Frontier Hunter è attualmente disponibile su steam in accesso anticipato al considerevole prezzo di 19.50 euro. Non è poco, è vero, soprattutto per un gioco in accesso anticipato, ma devo dire che, dopo averlo provato, posso considerare ben investiti questi soldi. Il titolo può essere concluso in circa 5 ore e non ha un vero e proprio finale, è corretto, ma è anche vero che difficilmente in un tempo così scarso sbloccherai tutto e sicuramente, se tu volessi completarlo al 100%, te ne servirebbero molte di più.
Frontier Hunter conferma così tutte le potenzialità che mi avevano attratto fino a recensire il gioco stesso e, anzi, mi ha sorpreso in più di un punto, anche se molto spesso mi ha confuso con la sua eccessiva complessità e la sua mancanza di informazioni. E’ triste che un lavoro così promettente si argini qui, così come è, e spero quindi che gli autori continuino a lavorarci sopra fino a rilasciare un gioco completo decisamente superiore. Le basi per farlo ci sono tutte… a patto di investire su dei veri traduttori, però.