L’ultima settimana è stata particolarmente dura per Ubisoft dato che attraverso una riunione d’emergenza con i suoi investitori la software house francese ha rivelato che le sue vendite sono “più lente” del previsto, il che ha causato la cancellazione di 3 giochi non annunciati, un ulteriore ritardo di Skull & Bones ed un netto taglio dei costi. Insomma una vera odissea per la compagnia francese.
Ubisoft: una crisi nera
Al di là delle performance economiche dei videogiochi, sono in molti a chiedersi perché Ubisoft abbia cancellato così tanti titoli negli ultimi anni, visto che non è la prima volta che lo studio elimina di diversi giochi. Insider Gaming è stata in grado di far luce su questo mistero parlando con cinque dipendenti (attuali ed ex) della società i quali hanno deciso di rimanere anonimi. Uno dei lavoratori afferma che i problemi sono iniziati al tempo della pandemia, quando i team di sviluppo sono stati costretti a combinare il lavoro tradizionale con il lavoro remoto per far avanzare i progetti.
Tuttavia il consenso generale tra coloro che sono coinvolti nel rapporto è che i ritardi e le cancellazioni sono dovuti alla creazione di troppi giochi da parte di Ubisoft, come se non bastasse la maggior parte di essi non erano sicuramente “dell’aggrado dei giocatori”, secondo le conclusioni tratte dai test interni. Un altro dei dipendenti aggiunge che Ubisoft stava lavorando su almeno una dozzina di giochi battle royale che erano in diverse fasi di sviluppo, tuttavia questa persona non sa come sono finiti tutti questi progetti.
Ubisoft ha negato questi problemi per un bel po’ di tempo, infatti è stato durante la riunione d’emergenza con gli investitori che la situazione è emersa. Infine i lavoratori non hanno tardato a indire uno sciopero dovuto in parte alla cattiva gestione di un amministratore delegato che ha addossato a loro tutta la responsabilità della crisi.
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