La saga di Persona è una delle più rappresentative del panorama JRPG e vanta tra le sue fila dei classici intramontabili, che tutti gli appassionati dovrebbero almeno conoscere. Tra questi annoveriamo sicuramente Persona 3 (di cui trovi la recensione) e Persona 4, soprattutto in questa edizione Golden. Il gioco, nonostante gli anni sul groppone, resta comunque decisamente godibile, sia per il suo gameplay decisamente degno di nota, ma anche per la trama.
Questo porting per console non è quindi di poco conto. Da una parte perché permette ai giocatori meno avanti con l’età di godere di un capolavoro senza tempo e dall’altro lato per l’inedito lavoro di localizzazione in lingua nostrana. Vediamo quindi cosa aspettarsi da Persona 4 Golden in questa recensione.
Una storia ricca di mistero
La storia è sicuramente uno dei punti forti di Persona 4 Golden, ma data la grande enfasi posta sul mistero, sarebbe criminale fare degli spoiler ed è meglio restare nel vago. Alla base, il plot sembra semplice, ma nasconde in realtà una grande complessità.
La storia narra di una serie di omicidi che avvengono in una tranquilla cittadina. Quando una fitta nebbia avvolge il centro abitato un corpo viene trovato appeso da qualche parte, con le cause del decesso ignote. Dopo una serie di vicissitudini, un gruppo di studenti scopre che questi omicidi sono in realtà legati a un mondo paranormale da cui è possibile entrare utilizzando un televisore come vero e proprio portale e si mettono alla ricerca del colpevole.
Da queste basi inizia una trama ricca di mistero, che per certi versi ricorda l’atmosfera di un giallo. I viaggi nel mondo della TV diventano poi occasione di vedere un soddisfacente lavoro di introspezione psicologica dei personaggi, che richiama le teorie di Jung sul concetto di Persona, appunto.
A questo si aggiunge poi la parte puramente scolastica del titolo, dove si parla spesso e a lungo con i comprimari del protagonista, scoprendo poco a poco il loro carattere, ben più complesso dell’immagine stereotipica che potrebbe apparire a un primo impatto. Ogni personaggio ha infatti una personalità convincente e sfaccettata, che dialogo dopo dialogo si mostra, dando davvero l’impressione di conoscere qualcuno poco alla volta.
A questo si aggiungono le scelte multiple, che spesso creano veri e propri bivi tra le relazioni, a loro volta intersecate con la parte puramente JRPG del titolo. Restando però sui discorsi riguardanti trama e scrittura, però, Persona 4 Golden si dimostra semplicemente eccellente, grazie a una storia appassionante, complessa, ricca di simbolismi e tematiche e affiancata a dei personaggi semplicemente memorabili. Ma il titolo non si ferma qui.
Le due facce di Persona 4 Golden
La struttura di Persona 4 Golden si divide sostanzialmente in due parti. Da un lato abbiamo meccaniche da visual novel che riguardano la vita da studente e dall’altro lato troviamo invece una complessa struttura da JRPG a turni, validissima ancora oggi, nonostante qualche piccolissimo punto a sfavore dato solo e soltanto dagli anni che il titolo si porta sulle spalle. Ma andiamo con ordine.
Il loop di gameplay di Persona 4 Golden si basa sull’alternanza tra le due fasi appena descritte, interconnesse però in molti modi e mai totalmente separate.
Nella fase “diurna”, per così dire, il giocatore si trova perlopiù a parlare con i vari personaggi, svolgendo anche qualche attività relegata quasi sempre a box di testo e scelte multiple. Tutto questo avviene nella nebbiosa cittadina dov’è ambientata la vicenda, divisa in zone non troppo vaste, con punti di interazioni specifici. Esplorando si incontrano personaggi con cui dialogare e si intraprendono azioni con determinate ripercussioni sulle statistiche del personaggio.
Parlando con i comprimari di Persona 4 Golden, ad esempio, è possibile migliorare il rapporto con loro, dando determinate risposte, che poi avranno ripercussioni sulla parte puramente ruolistica del titolo, donando bonus PE per la creazione di nuove Persona (ci arriveremo!). Allo stesso modo, è possibile svolgere attività di vario tipo, come studiare in biblioteca per aumentare la statistica di Conoscenza.
Tutto ciò viene poi rigidamente strutturato in tempi specifici della giornata, che inizia sempre con la mattina che precede la scuola, a cui seguono appunto le lezioni. Due momenti, questi, quasi sempre strutturati in dialoghi con occasionali scelte multiple, a loro volta con ripercussioni su relazioni e statistiche. Dopo la fine delle lezioni, poi, inizia la possibilità di gestire liberamente la giornata, decidendo quali attività svolgere, con chi passare il tempo e così via.
Chiaramente, non è possibile vedere tutto ciò che è possibile fare in un certo frangente di gioco, visto che alcune attività si annullano a vicenda, facendo immediatamente passare tutto il tempo della giornata. E’ infatti molto interessante la funzione Vox Populi, che permette di consultare le scelte più popolari degli altri giocatori in un certo punto del gioco, spesso facendo trovare anche bivi narrativi sconosciuti.
Questa gestione del tempo diventa particolarmente importante proseguendo nell’avventura, visto che bisognerà salvare le persone intrappolate nel mondo della TV prima che arrivi la nebbia in città. Quest’ultima può essere anticipata tramite le previsioni del tempo, che mostrano precisamente in quale giorno della settimana arriverà e, di conseguenza, il tempo massimo in cui bisognerà entrare nel mondo in questione per esplorare il dungeon dove sono rinchiuse e salvarle.
Ecco quindi che scegliere quali attività svolgere non ha solo una funziona “narrativa”, per così dire, ma anche puramente pratica. Aumentare affinità, statistiche, ottenere bonus e così via, sono tutte cose da considerare quando si decide come passare le giornate, in modo da concedersi abbastanza tempo per esplorare i dungeon.
Magie, demoni e spade
I nostri studenti, infatti, non sono semplici…studenti, appunto. Dopo un certo punto della trama, infatti, si farà strada una corposa componente ruolistica, strutturata proprio come quella di un JRPG tradizionale. Entrando nel mondo della TV si esplorano dungeon sempre diversi, strutturati intorno a una tematica, affrontando i nemici che li abitano e potenziandosi con il recupero di bottino e di punti esperienza. Ma andiamo con ordine, perché Persona 4 Golden ha molto da offrire.
Tanto per cominciare, l’esplorazione porta inevitabilmente ad affrontare nemici. Il sistema di combattimento è quello di JRPG a turni classico, con qualche chicca davvero interessante. Ogni personaggio ha la possibilità di attaccare, utilizzare abilità diverse – tutte appartenenti a un certo elemento, tipo di danno con con una data funzione di supporto o debuff – e difendersi.
Di base, ogni personaggio del gruppo ha una sola azione per turno, ma colpendo il nemico con un elemento a cui è debole è possibile mandarlo a terra, ottenendo così un’azione aggiuntiva. Questa può poi essere utilizzata per mandare a terra un nemico diverso e, nel caso si riuscisse ad atterrare tutta la squadra nemica, si attiverà una potente azione di gruppo in grado di infliggere danni ingenti.
Ma non è finita qui. Ogni nemico ha debolezze differenti e ogni personaggio può sfruttare abilità diverse equipaggiando Persona diversi. Equipaggiando i Persona, ovvero creature ultraterrene in grado di garantire poteri e chi le evoca, si vanno infatti a modificare le abilità che è possibile utilizzare, per esempio, ottenendo magie di fuoco piuttosto che di vento o di fulmine. Inoltre, è possibile cambiare i Persona equipaggiati nel combattimento, senza utilizzare l’azione del turno.
Ecco quindi che le cose si fanno interessanti. Un bravo giocatore utilizza abilità a cui i nemici sono deboli e, con l’azione aggiuntiva ottenuta cambia Persona, sfrutta una nuova debolezza di un nemico differente, per ottenere altre azioni e continuare la catena, fino a sfruttare l’azione di gruppo. Queste meccaniche raggiungono poi l’apice con i boss, che spesso vantano delle abilità da comprendere intorno a cui strutturare l’intera strategia di combattimento.
Anche i protagonisti hanno infatti debolezze che fanno guadagnare azioni extra ai nemici, quindi difendersi diventa imperativo per mitigare il danno ed evitare lo stun. Ogni scontro diventa quindi una gestione di debolezze – proprie e dei nemici -, Persona, abilità e così via.
A questo si aggiungono poi altre sottomeccaniche, ugualmente importanti ma collegate comunque agli scontri. Facendo salire di livello un Persona, ad esempio, si imparano nuove abilità da utilizzare. E’ poi possibile fondere i Persona per crearne di più potenti, che quindi garantiscono abilità ancora migliori. A tutto ciò si aggiungono i bonus ottenuti nella parte diurna, come i PE aumentati per certi tipi di fusioni o l’aumento alle statistiche del personaggio.
Non ha senso parlare nel dettaglio di ogni singola meccanica in sede di recensione, ma ti basti sapere che Persona 4 Golden vanta un comparto ruolistico di tutto rispetto, che mostra tutta la sua eccellenza proprio nel sistema di combattimento, il quale però è legato a doppio filo alla gestione dei Persona, alle relazioni sociali instaurate durante il giorno e alle varie meccaniche che in un modo o nell’altro influenzano il protagonista. Tutto questo viene poi presentato al giocatore poco alla volta, dando sempre modo di metabolizzare le novità e delinando quindi una struttura progressivamente più soddisfacente.
Gli unici difetti di tutto questo ben di Dio ricadono soprattutto nella struttura del dungeon, decisamente poco complessi per gli standard odierni, dove si è abituati ad ambienti meno lineari. C’è da dire che Persona 4 Golden svecchia il più possibile le parti che possono eventualmente essere indigeste ai giocatori, per esempio consentendo salvataggi rapidi, livelli di difficoltà personalizzati e così via.
Persona 4 Golden resta però un classico intramontabile, da recuperare assolutamente qualora non lo si sia giocato all’epoca o in caso si voglia tornare nel mistero della cittadina di Inaba. Il gameplay vanta una complessità invidiabile, la storia è appassionante e sfaccettata e la struttura di gioco è generalmente invecchiata molto bene.
Persona 4 Golden è tecnicamente nel passato?
Il comparto tecnico di Persona 4 Golden è sicuramente ottimo, se prendiamo in considerazione il lavoro di rimasterizzazione, ma comunque non paragonabile agli standard odierni. Il titolo vanta quindi texture in alta risoluzione, modelli poligonali più dettagliati, effetti migliorati e così via. Il risultato è quello di una remastered di tutto rispetto, qui arricchita anche delle varie opzioni che migliorano la quality of life generale del titolo e dall’inedita localizzazione in italiano, che rende tutto molto più godibile.
Parliamo, però, di una remastered, con tutti i crismi del caso. Animazioni, dungeon e ambienti risultano quindi poveri di dettagli e generalmente spogli, soprattutto per quanto riguarda alcune texture degli ambienti di Inaba. Questo è chiaramente inevitabile e non è assolutamente da considerare un diffetto, visto che parliamo di una rimasterizzazione e non di un remake, peraltro fatta molto bene.
Il comparto artistico si conferma poi stiloso e memorabile, anche dopo tutti questi anni. Lo stile eccentrico della produzione sprizza da tutti i pixel, da ogni personaggio e da ogni ambiente. Inaba, il mondo della TV, il protagonista e i comprimari…tutto diventa iconico e memorabile fin da subito.
Il comparto sonoro si dimostra altrettanto eccelso, con musiche orecchiabili che ti entreranno in testa anche dopo lo spegnimento della console. Non solo queste contribuiscono a creare la giusta atmosfera, ma sono anche decisamente memorabili, grazie alla massiccia presenza di lyrics, ma anche per via di una qualità generalmente altissima.