Sviluppato da FAS3 Studios e pubblicato da Eastasiasoft, Albacete Warrior è un beat’em up che mescola il 2D tipico del genere a livelli con profondità 3D. Il tutto condendolo con una satira e un umorismo sopra le righe e con innumerevoli riferimenti alla cultura spagnola (e non solo).
Noi abbiamo vestito i panni del ninja spagnolo su Nintendo Switch e questa è la nostra recensione.
Albacete Warrior – da ubriacone a ninja tutto in una notte
In Albacete Warrior vestiamo i panni di Benito Water, un ex alcolizzato dal gancio facile che, per uno scherzo del destino, si ritrova a essere l’Albacete Warrior, una sorta di ninja che dovrà percorrere la via del predestinato. Sempre se riuscirà a sopravvivere.
Ma procediamo con ordine, il prologo inizia con il nostro “eroe” ubriaco fradicio che mena un uomo che gli aveva semplicemente suggerito di non esagerare coi drink. La serata degenera e il nostro sviene. Al suo risveglio, mezzo annebbiato dall’alcool della notte prima, cerca qualcosa da mangiare e localizza un locale asiatico.
Una volta dentro, Benito reclama del cibo all’unico uomo presente nella sfarzosa sala: un anziano saggio. Lo sconosciuto però non si rivela essere il proprietario di un fast food ma un maestro di arti marziali che riconosce in Benito la figura del nuovo prescelto. La leggenda infatti dice che il nuovo prescelto sarebbe giunto reclamando del cibo.
Insomma, Benito riceve i panni da “eletto” ed eccolo diventare l’Albacete Warrior, un vero e proprio ninja irascibile, dal carattere imprevedibile e dalle tecniche non proprio perfette. E che dire di Pepito? Compagno di viaggio (vero co-protagonista) nonché arma, Pepito è un pollo la cui danza ipnotica è tra le cose più belle che vedrai in questo videogioco.
La narrazione in Albacete Warrior non è da Oscar e funziona prevalentemente per le note satiriche e per le trovate folli sparse qua e là, totalmente imprevedibili. Non mancano riferimenti alla realtà, alcuni decisamente palesi (basta vedere un borioso nemico dal ciuffo biondo che ricorda un certo Trump).
Picchia, picchia, salta!
Albacete Warrior è prevalentemente un picchiaduro infarcito di un umorismo sopra le righe che potrai localizzare non solo nella narrazione ma anche nelle azioni a schermo (tra nemici bizzarri e location di vario genere). Il nostro eroico ninja dispone di due principali set di combo, il primo molto ravvicinato riguarda una scarica di pugni sferrati direttamente da Benito. Il secondo set di combo riguarda invece la nostra fidata arma (sì, sempre Pepito il pollo) che ci permette anche di sferrare colpi dalla media e perfino lunga distanza.
Le combo sono abbastanza semplici e anche ripetitive, così come lo saranno le ondate di nemici che ci ritroveremo ad asfaltare di livello in livello. Inoltre, procedendo nell’avventura, sbloccherai la possibilità di trasformarti in un famigerato e velocissimo ninja nero, mutando le tue mosse e rendendolo tanto veloci quanto letali.
Per trasformarti, dovrai riempire una barra di energia presente sotto a quella (esteticamente più grande) della vita. La barra della “trasformazione” si riempirà autonomamente man mano che farai stragi di nemici. Quelle dell’energia vitale, come da standard, diminuirà man mano che subisci colpi.
Per curarti, potrai utilizzare una particolare bevanda (reperibile in giro per i livelli) il cui numero a disposizione sarà sempre visibile a schermo. Se finisci l’energia è game over e ripartirai dall’ultimo chek-point. Ma ecco che in nostro soccorso c’è un pratico “scudo mono-uso” (muore letteralmente dopo aver parato un corpo) composto da un “monaco tascabile” che Benito può trovare in giro e portare con sé.
Combattere in Albacete Warrior non è propriamente comodissimo e il motivo è dovuto essenzialmente al suo essere ibrido: personaggi 2D in livelli dalla profondità 3D. Nonostante un auto-lock che ci permette di scagliarci quasi in automatico su determinati nemici (basta osservare il colore del contorno di questi per capire quando il lock si è attivato) combattere in Albacete è caotico e poco pratico.
Ti ritroverai a scagliare colpi a vuoto e a incassare botte da nemici invisibili. Invisibili perché non potendo settare la telecamera (che è fissa) non avrai una visuale decente di tutto il livello e alcuni livelli hanno una profondità decisamente elevata. Le fasi esplorative, piccole e noiose, sono afflitte da questa problematica che ci porta a vagare quasi alla cieca.
Ma il problema più grande di Albacete Warrior sono le fasi platform decisamente frustranti e che metteranno a dura prova la pazienza di qualsiasi giocatore. Il motivo è sempre quello: Benito è un personaggio in 2D che si ritrova a eseguire salti in profondità dove la profondità è quasi sempre un’incognita.
Salterai spesso a vuoto, non riuscendo a prevedere dove finirà il ninja e non potendo calcolare bene la profondità delle rispettive piattaforme. Per non parlare dei “salti a parete” in stile simile a quelli del Principe di Persia ma qui quasi atroci. Saltare di parete in parete è complicato e ti ritroverai a calcolare male la distanza o a rimbalzare inutilmente fino a scivolare giù. Ancora e ancora.
Albacete Warrior diventa quindi vittima della sua stessa identità scelta stilistica, un mix 2D e 3D che fallisce proponendo un gameplay inutilmente frustrante e pesantemente impreciso. Se i combattimenti, alla lunga, riesci a padroneggiarli, le fasi platform sono un ostacolo che potrebbe non valere il tempo richiesto.
Questo perché Albacete Warrior propone sì situazioni divertenti e folli, così come boss fight che, nella loro prevedibile imprecisione (anche i nemici sono in 2D, smarriti in un ambiente 3D), sono vari e originali, ma lo fa con livelli esteticamente spogli, poco originali e un sistema che presto entra in un loop che sfiora la monotonia: combattimenti, fase platform atroce, altri combattimenti, boss fight.
Albacete Warrior non è esente da problemi tecnici che vanno oltre l’unione del 2D col 3D. Tra questi ci è capitato più volte di ritrovarci il personaggio con lo scudo perennemente attivo e con l’impossibilità di eseguire altre azioni. Inoltre, più volte il “salto a parete” avveniva con un lieve ritardo. Da segnalare anche dei rallentamenti in situazioni particolarmente affollate.
Grafica e sonoro
Graficamente parlando Albacete Warrior prova a fare un mix di stili vari e lo fa tanto nel gameplay (unendo 2D al 3D con tutti i difetti già citati) tanto con gli artwork e i momenti narrativi. Anche quest’ultimo mix non funziona bene in quanto sembra che diversi artisti, coi propri stili, abbiano messo mano agli artwork.
Il risultato è un’unione di personaggi più o meno ben definiti ad altri semplicemente brutti da vedere e animati ancora peggio. Questa diversificazione non contribuisce a creare un’identità originale ma a frammentarla e tramutarla in un caotico mosaico colorato.
Inoltre, i modelli 3D prevalentemente destinati agli ambienti, sono spogli, spesso riciclati o con pochi dettagli rilevanti. Il tutto per un impatto generale che lascia parecchio a desiderare e che sfigura quasi messo in confronto al lato 2D con un uso dei pixel abbastanza buono.
Il sonoro offre tracce orecchiabili e gradevoli. Il gioco non ha un vero e proprio doppiaggio (i personaggi borbottano e mugugnano) mentre gli effetti sonori sono abbastanza standard.Infine c’è da segnalare l’assenza dei sottotitoli in italiano e un utilizzo dell’inglese abbastanza dialettale con parole tagliate, slang e battute non sempre comprensibili.