Sviluppato da Wildboy Studios e pubblicato in sinergia con Untold Tales, Atone: Heart of the Elder Tree è un videogioco abbastanza particolare che mixa una serie di gameplay diversi forte di uno stile particolare ed evocativo. Un modo abbastanza intrigante di vivere la mitologia norrena ma non esente, purtroppo, da diversi difetti.
Noi abbiamo vissuto l’odissea di Estra su Nintendo Switch e questa è la nostra recensione. Pronto a un viaggio misterioso tra combattimenti a passi di danza e puzzle di vario genere?
Atone: Heart of the Elder Tree – Un dolore da affrontare
Siamo a Midgar, nel bel mezzo della mitologia norrena e il prologo ci mostra tre uomini intenti a chiacchierare tra loro. La nostra prima azione sarà accordare uno strumento con un semplice puzzle, un indizio di quanto la musica tornerà a farci compagnia seppur in modo molto diverso da quanto immaginato.
L’uomo che andremo a impersonare per i primi minuti non sarà il protagonista di Atone: Heart of the Elder Tree ma la causa scatenante della vera eroina: Estra, sua figlia. Ma i primi minuti sono anche quelli che ci svelano un’umanità abbandonata dalle divinità e che viene presto scossa fatalmente da un male tutto da svelare.
Ed è proprio in un duello che l’uomo, leader del villaggio, perde la vita, affidando il futuro della propria razza direttamente a sua figlia, Estra. Un passaggio di consegne marchiato dal sangue, pieno di dolore e che spingerà la protagonista a maturare velocemente. E dobbiamo dirlo, la protagonista non è affatto male seppur abbastanza stereotipata.
Così come non sono male alcuni dei personaggi che andranno a formare il cast di Atone: Heart of the Elder Tree che, lo ripetiamo, fa della cultura norrena il suo cavallo di battaglia. Ed ecco che nel nostro viaggio ci ritroveremo a scovare diversi approfondimenti su divinità ed eventi.
La lore del gioco non brilla di originalità e anzi, cede spesso a un tono quasi da professore, perdendosi in alcune spiegazioni che si staccano dal genere narrativo generale. Un genere che oscilla tra dramma e classico eroismo, con lievi parentesi comiche che non tutti potrebbero gradire.
Ma bando alle ciance, è tempo di scoprire il mondo di Estra e tutte le sue abilità che spaziano dal combattimento alla risoluzione di innumerevoli puzzle di vario genere.
Si combatte a ritmo
Il combattimento in Atone: Heart of the Elder Tree è una sorta di rhythm game abbastanza standard ma flagellato da diverse scelte molto discutibili e che vanno a danneggiare l’esperienza. A seconda della difficoltà selezionata, ci ritroveremo a premere da due a quattro tasti tenendo d’occhio da una a più barre ritmiche.
Come da classico rhythm game, dovrai premere i tasti (o tenerli premuti) seguendo il ritmo e tenendo d’occhio gli elementi che cadranno dall’alto fino a raggiungere il punto in cui dovrai intervenire (seguendo appunto la musica.) I problemi qui sono immediati e sono legati a una imprecisione di base. In poche parole: non sempre la musica combacia con i comandi da premere.
Il problema è aggravato dal fatto che le barre con i simboli che calano e che vanno a farci da guida, si spostano. E non solo loro. Il combattimento è una sorta di videoclip in cui i personaggi si muovono di continuo in combattimenti scenici anche abbastanza belli da vedere ma che, a conti fatti, NON dovrai guardare. Se ti distrai, recuperare il ritmo sarà abbastanza difficile.
Ed è un peccato, perché le musiche dei combattimenti sono molto gradevoli e l’idea di base non è neanche malvagia ma è implementata male e per i meno avvezzi e pazienti, può perfino risultare frustrante. Senza contare il fatto che i combattimenti sono semplicemente un elemento previsto dal gioco, immancabile e limitato. Questo significa che la fase ritmica si apre e si chiude coi combattimenti (e non ci sono combattimenti casuali o opzionali).
Risolvere i puzzle è più divertente
Atone: Heart of the Elder Tree migliora quando si parla di puzzle, grazie a una buona varietà e all’ingegno richiesto nella risoluzione di alcuni di questi. Parliamo di semplici “incastri” di elementi a puzzle molto più complessi legati anche all’ambiente. Risolvere gli enigmi regala soddisfazione nonostante un livello di difficoltà crescente, risultano quasi sempre abbastanza accessibili (anche ai meno esperti).
E parlando di ambiente, le mappe di Atone: Heart of the Elder Tree sono una gioia per gli occhi e fanno dello stile il loro cavallo di battaglia. Noi avremo il controllo di Estra e ci muoveremo su mappe circoscritte con una visuale dall’alto comoda ed efficace.
Per poter godere appieno di Atone: Heart of the Elder Tree bisogna quindi scendere a patti con il suo particolare mix di elementi che, lo ammettiamo, non risulta pienamente coeso, soprattutto per quanto riguarda i combattimenti e la loro tipologia. Il ritmo, ironicamente, viene a vacillare e quest’altalena di gameplay differenti potrebbe non essere gradita a tutti.
Grafica e sonoro
Graficamente Atone: Heart of the Elder Tree è ben studiato, forte di uno stile ricercato, semplice, minimal, molto geometrico ma funzionale. Riesce a dare una propria visione e a tradurre a modo suo l’ambientazione norrena con relativo folklore.
Certo i personaggi squadrati non è un’innovazione e alcuni di loro risultano anche abbastanza anonimi ma l’impatto generale è comunque positivo. Così come è positivo il sonoro, con alcune tracce semplicemente orecchiabili e gradevoli. I combattimenti si salvano unicamente grazie alla colonna sonora.
Da evidenziare che il gioco presenta sottotitoli in italiano, molto utili considerando la mole della lore da ricercare in giro per le aree di gioco, senza contare i dialoghi che non mancheranno di infarcire una trama dalla longevità modesta (6-8 ore circa). Infine, un appunto per la modalità portatile, sì comoda ma con i sottotitoli che, seppur leggibili, potevano essere un po’ più grandi.