Sviluppato da Digitalty Games e pubblicato da Freedom Games, Voltaire: The Vegan Vampire è un interessante indie che mescola gestionale, tower defense e… roguelite! Il gioco farà il proprio debutto su Epic Games Store e Steam a fine mese, per essere precisi il prossimo 27 febbraio (puoi trovare qui la pagina ufficiale del titolo), ma abbiamo avuto l’opportunità di provarlo in anteprima.
L’anteprima provata non è particolarmente estesa, e se si comprendono subito le dinamiche di gioco si può completare abbondantemente in un paio d’ore al massimo, c’è da dire però che si è rivelata un’ottima introduzione a questo strampalato mondo di gioco e che mi ha fatto apprezzare tanto l’ironia che sembra permeare l’intera produzione quanto il gameplay, ben stratificato, ma ancora non limato alla perfezione. Analizziamo nel dettaglio questo particolare titolo!
Voglio succhiare il tuo… succo?
I vampiri sono da secoli ormai una delle icone horror più conosciute e abusate in ogni medium di intrattenimento; figura che compare in alcuni testi dell’antica Roma, ma canonizzata dal Dracula di Bram Stoker, il vampiro sta conoscendo negli ultimi decenni nuove declinazioni, e quella vista in Voltaire: the Vegan Vampire si è rivelata parecchio originale e dissacrante!
Nel gioco infatti vestiremo i panni di Voltaire, il più giovane tra i figli di Dracula e, a modo suo, anche il più ribelle. Il giovane vampiro infatti rifiuta di andare a caccia di poveri esseri viventi per succhiarne il sangue, e anzi preferisce abbracciare una dieta vegana e coltivare il suo orticello, che però attira ben presto attenzioni indesiderate!
Voltaire però non sarà l’unica figura degli horror classici a essere rivisitata in maniera originale nel gioco, a introdurci a questo bizzarro mondo ci penseranno infatti gli zii del giovane vampiro: Frank e Stein, ovvero una nuova versione a due teste (dalle personalità opposte e “lievemente” in conflitto tra di loro) del classico mostro di Frankenstein. I due premurosi zietti daranno per corrispondenza le informazioni utili al nostro protagonista per prendersi cura del suo orto e tentare di sopravvivere agli assalti di altre creature della notte.
Ovviamente, non è ancora possibile giudicare dove andranno a parare le avventure del giovane Voltaire, e a dirla tutta, visto l’impianto roguelite del titolo non dovremmo nemmeno dare per scontato che le vicende abbiano uno svolgimento lineare e una vera e propria conclusione; tuttavia, una cosa è certa: il gioco ha molto carattere, in ogni singola battuta dei personaggi possiamo trovare un’ironia intelligente e senza sosta, capace di strappare di continuo una risata al giocatore grazie a giochi di parole e stravolgimenti di figure e situazioni narrative che siamo abituati a vedere in tutt’altro modo!
Voltaire: the Vegan Vampire, un mix di generi riuscito, ma non troppo…
Come già anticipato in apertura, il gameplay del gioco è senza dubbio affascinante, stratificato e complesso senza però risultare macchinoso, è tuttavia palese che siano alcuni aspetti decisamente più riusciti di altri e che si debbano ancora limare alcune sezioni un po’ più “spigolose”. Di base, il titolo propone un interessante mix tra gestionale e tower defense, coordinando il tutto però tramite un sistema roguelite abbastanza punitivo.
Sostanzialmente, il ritmo di gioco sarà scandito in giornate, ogni giornata sarà divisa in giorno e notte e i nostri compiti cambieranno radicalmente tra l’una e l’altra. Di giorno infatti saremo dei veri e propri agricoltori provetti e avremo la possibilità di coltivare diversi tipi di frutti e piante per il sostentamento del nostro Voltaire, per farlo dovremo assicurarci di curare e dissodare il terreno, annaffiarlo e piantare in maniera corretta i semi.
Ogni coltura avrà i suoi tempi di crescita, dovremo quindi trovare il modo migliore di ottimizzare il raccolto, assicurandoci di sfruttare al meglio spazi e tempistiche. Dovremo sempre tenere bene a mente che ogni azione svolta nell’arco della giornata farà aumentare la fame di Voltaire, sarà quindi opportuno calcolare ogni azione per non sprecarne neanche una e arrivare a fine giornata con compiti ancora non portati a termine.
Di notte però il gameplay cambia radicalmente e rivela la sua natura da tower defense e roguelite… e anche il lato al momento meno riuscito della produzione. Durante la notte infatti dovremo difendere il nostro orticello (nonché casa nostra!) da creature di ogni sorta, almeno nelle meccaniche proposte coi pochi attacchi a disposizione, il tutto mi è sembrato povero, impreciso e macchinoso, tanto da portarmi a ripetuti game over e a tanta, tantissima, frustrazione.
Il game over ci mette davanti a una scelta che ricalca la natura roguelite del titolo; alla nostra dipartita infatti dovremo scegliere cosa portare nel nostro ciclo successivo (se ad esempio risorse o abilità), così da poter personalizzare la run seguente e avere più chance per sopravvivere il più a lungo possibile. Una scelta decisamente interessante che nelle fasi più avanzate potrebbe portare a creare build letali determinate dalla combinazione di alcuni power up (il gioco presenta infatti un sistema di potenziamento molto lineare, ma funzionale), ma che in questa prima prova non ha ancora mostrato il meglio di sé.
Molto interessante infine l’enciclopedia interna al gioco, nel quale potremo riportare ogni singola pianta e creatura incontrata il gioco con tutte le caratteristiche del caso, un elemento che aumenta l’immersione del giocatore che proverà sulla propria pelle un senso di progressione dovuto alla conoscenza sempre maggiore del mondo di gioco.
Comparto tecnico già visto… ma che non stanca mai!
Dal punto di vista del comparto grafico, il gioco non potrà non ricordarti il noto Don’t Starve (che, dopo anni dal lancio, continua a ricevere aggiornamenti!), e in effetti la cosa ha anche una certa logica, dal momento che i due giochi sono molto affini a livello di tematiche e struttura del gameplay nelle sue componenti puramente gestionali e survival. C’è da dire però che il mondo del nostro Voltaire si rivela molto più colorato e cartoonesco rispetto a quello del suo predecessore, riuscendo quindi a guadagnarsi una propria identità ben definita pur mantenendo l’impressione di portare a schermo un fumetto partorito direttamente dalla mente di Tim Burton!
Anche il comparto sonoro risulta particolarmente gradevole: una colonna sonora composta da melodie buffe e molto ritmate, piacevolissime da ascoltare e che non mi hanno mai annoiato, si differenziano poi alla perfezione le tracce che accompagnano le fasi diurne e quelle notturne esaltando il gameplay e lo stile di entrambe le sezioni del giorno. Insomma, il gioco nel suo stato attuale non sarà ancora perfetto, ma è decisamente piacevole da vedere e ascoltare, con qualche aggiustatina al gameplay potrebbe rivelarsi un indie particolarmente interessante tra le proposte dei prossimi mesi!