Tails: The Backbone Preludes è un titolo in grado di colpire subito per la sua pixel art in alta risoluzione, in grado di creare ambientazioni e personaggi immediatamente riconoscibili e decisamente ricchi di fascino. Parliamo poi di un prequel di un’apprezzata avventura che potremmo quasi chiamare testuale, nonostante vi sia un comparto grafico evidente.
In pratica, il titolo ha già l’attenzione di una piccola nicchia di giocatori, quindi vediamo se vale la pena giocarlo in questa recensione!
Quattro storie, in Tails: The Backbone Preludes
La trama di Tails: The Backbone Preludes è sicuramente il piatto forte del titolo. Questa segue le vicende di quattro personaggi diversi, nelle loro peripezie che li portano a diventare persone completamente diverse da quelle che erano all’inizio della storia. In altre parole, nelle storie si vede la crescita di quattro individui e si vede il modo in cui gli eventi della loro vita influenzano, a volte irrimediabilmente, chi diventeranno.
In tutte le narrazioni si assiste quindi a dei primi momenti leggeri e spensierati, che spesso lasciano il posto ad altri più cupi e a tratti quasi tragici, i quali ricordano perché questo futuro pieno di animali antropomorfi viene definito distopico dagli sviluppatori. Senza scendere troppo nei dettagli delle singole storie, ti basti sapere che in tutti i casi si assiste a un lento sviluppo dei personaggi, che reagiscono agli eventi, formano legami e cercano in qualche modo di confrontarsi con i problemi della vita.
Tails: The Backbone Preludes si concentra quindi su momenti apparentemente quotidiani, ma anche su tematiche più “grosse” (come la storia dei due scienziati che trovano uno strano artefatto), sempre mantenendo una narrazione lenta, che si prende tutto il tempo di approfondire le emozioni dei personaggi, i loro pensieri e le conseguenze delle loro azioni.
Tutto questo viene narrato attraverso l’uso praticamente costante di dialoghi a scelta multipla, i veri protagonisti dell’avventura. Praticamente tutto viene affidato a delle lunghe box di testo interattive, dove le scelte del giocatore influenzano i rapporti tra i personaggi, certi eventi e le conseguenze che questi portano nel lungo periodo.
Il fatto che il titolo faccia così tanto affidamento alle box di testo si traduce ben presto nella necessità di leggere costantemente. Potremmo dire, anzi, che leggere è ciò che farai la maggior parte del tempo in Tails: The Backbone Preludes. Per fortuna, però, i dialoghi sono sempre scritti molto bene, i personaggi sono complessi e credibili e le situazioni diventano sempre più interessanti proseguendo nell’avventura.
In pratica, il comparto narrativo di Tails: The Backbone Preludes si difende molto bene, nonostante venga sorretto quasi del tutto da semplici dialoghi a scelta multipla che si susseguono.
Un gameplay basato sui dialoghi
Il gameplay di Tails: The Backbone Preludes è molto semplice e poggia su una struttura di gioco immediata e per certi versi potremmo dire ripetitiva. La storia è divisa in piccoli episodi autoconclusivi, che però si collegano in una più grande trama dei singoli personaggi. Ogni personaggio inizia quindi da un episodio, influenzabile in qualche modo dalle scelte del giocatore. Si passa poi all’episodio del personaggio successivo e, con questa alternanza, la storia prosegue fino alla sua conclusione.
Buona parte del gameplay si passa leggendo i dialoghi e rispondendo con le opzioni a scelta multipla, che spesso portano a conseguenze più o meno evidenti, nonché osservabili da un diagramma che ne mostra le ramificazioni alla fine di ogni livello. Queste scelte possono riguardare alcune risposte ai personaggi, decretando quindi la nostra gentilezza o “acidità” nei loro confronti, ma anche i tratti caratteriali del protagonista impersonato o veri e propri dialoghi dove convincere qualcuno a suon di risposte.
Qualunque sia il tipo di scelta, ciò che conta sono le conseguenze che queste portano nello svolgimento della storia. Nonostante questa proceda su certi binari, vediamo comunque determinate differenze date dal nostro approccio con gli altri personaggi. Si aggiungono poi degli enigmi mai troppo difficili, che spezzano malamente il ritmo dei dialoghi. Malamente perché, di fatto, risultano spesso noiosi e poco ispirati, diventando ben presto una scocciatura.
Infine, ogni episodio Tails: The Backbone Preludes si svolge all’interno di ambienti bidimensionali a scorrimento orizzontale non troppo vasti, che anche in questo caso si dimostrano un’aggiunta che non toglie troppo tempo ai dialoghi. I livelli non sono mai troppo elaborati, e si limitano a essere una sorta di sfondo per gli inevitabili dialoghi, vero piatto forte dell’avventura.
Tails: The Backbone Preludes si dimostra quindi un titolo per certi versi ripetitivo, ma comunque soddisfacente se ne consideriamo la durata. Non siamo davanti a un indie ambizioso o a qualcosa di rivoluzionario, ma sicuramente il risultato è apprezzabile dagli amanti del genere.
Lo stile di Tails: The Backbone Preludes
Il comparto tecnico di Tails: The Backbone Preludes è davvero ottimo. Il gioco vanta una pixel art davvero spettacolare, in grado di creare ambienti e sprite dettagliatissimi, spesso accompagnati da effetti e animazioni sempre soddisfacenti. Il risultato è quindi decisamente convincente, anche grazie allo splendido comparto artistico, in grado di offrire un futuro caratterizzato da animali antropomorfi, scorci memorabili e personaggi riconoscibili.
Infine, il comparto sonoro si dimostra ottimo, contribuendo a creare la giusta atmosfera per le varie scene.