Fare una recensione di uno dei capisaldi del genere RPG, come, appunto, Tales of Symphonia è sempre un compito arduo. Questo perché da una parte ci si approccia ad un titolo che ha scritto un pezzo di storia di questo genere e che è stato amato da legioni di fan, ma dall’altra parte il compito di un recensore è quello di essere oggettivo in un prodotto.
Questa prefazione per dire che il gioco in recensione oggi, ovvero Tales of Symphonia Remastered, se da una parte fa capire che la bontà del prodotto c’è, visto che mantiene intatti i punti di forza che lo avevano reso grande al tempo, dall’altra ci sono degli errori davvero madornali, che dicono, chiaramente, che Bandai Namco ha trattato questo titolo senza il rispetto che merita.
Questo perché ci viene presentato un prodotto che tecnicamente è assolutamente insufficiente, il quale non farà per nulla innamorare le nuove generazione che, per ovvi limiti di età, non avevano provato il gioco sulla sua incarnazione originale su GameCube nel 2003, ma che farà sicuramente storcere il naso a chi ha amato questa saga alla sua uscita. Ma procediamo per gradi e per capire il perché del voto così basso dato a questa opera di Bandai Namco.
La storia resta sempre affascinante
La trama di Tales of Symphonia segue le gesta di Lloyd, un giovane ragazzo che vive nel villaggio di Iselia. Lloyd è stato adottato dal padre di un suo amico, il nano Raine, insieme alla sorellastra adottiva di quest’ultimo, Genis. Lloyd e Genis sono grandi amici e passano molto tempo insieme, spesso accompagnati dalla loro amica d’infanzia, Colette.
Colette è una ragazza molto speciale, che sta per compiere il suo diciassettesimo compleanno. Secondo una leggenda, quando una ragazza compie diciassette anni, deve partire per un viaggio per diventare la prescelta del dio Martel. Colette ha il compito di riportare la pace tra il mondo umano e quello degli angeli, che sono in guerra da lungo tempo. Lloyd, Genis, Raine e il mercenario Kratos (no, non quel Kratos) decidono di accompagnarla nel suo viaggio. Ad ostacolare il viaggio di questa allegra brigata ci sarà il popolo dei Desiani, ovvero un gruppo di mezzi Elfi che si oppongono al pellegrinaggio, in quanto questi sono stati da sempre discriminati.
Man mano che la trama si sviluppa, ci saranno parecchi colpi di scena come ad esempio il fatto che le tappe del viaggio di Colette, la renderanno sempre meno umana e molto più un angelo. Questo la porterà a soffrire fisicamente perché pian piano perderà tutte le necessità della sua forma umana come ad esempio dormire, mangiare o bere.
In Tales of Symphonia, le tue scelte influenzeranno il finale della storia. Il gioco offre molte opzioni di dialogo e il giocatore deve decidere quale personaggio accompagnare in diverse situazioni. Questo porta a molte possibilità di gioco e molteplici finali, che dipendono dalle scelte fatte durante la main quest.
I temi trattati nelle circa 60 ore di gioco saranno tanti e molto maturi. L’amicizia, il distaccamento dalle persone che amiamo, la lealtà saranno tutti i punti focali della trama di Tales of Simphonya, ovvero un titolo che è da sempre stato elogiato per la sua trama varia, avvincente e piena di sfaccettature.
Gameplay atipico per un RPG
Il gameplay se non hai mai giocato al titolo nella sua versione originale, si tratta di un RPG abbastanza atipico. Il sistema di combattimento di Tales of Symphonia riesce a mischiare sapientemente delle sezioni da RPG classico ad altre che rendono il titolo particolarmente movimentato. Se da una parte abbiamo il classico mondo da esplorare con una mappa ampia, la quale ci presenta le location da visitare (uno standard molto caro agli amanti di Final Fantasy) è sul sistema di combattimento che si defila dai canoni del gioco di ruolo classico.
I combattimenti ti porteranno in una schermata a parte e potrai controllare solo Lloyd, mentre i tuoi compagni di avventure verranno comandati dalla IA. Appena fatti partire i primi combattimenti, ti sembrerà un sistema molto semplicistico, basato solo ed esclusivamente sul button smashing, sul colpisci e allontanati, ma man mano che proseguirai nella tua avventura capirai che c’è molto di più.
Se per i primi combattimenti questa tecnica può anche andar bene, visto che ci troviamo di fronte a nemici tutto sommato deboli, col proseguire del gioco dovrai per forza di cose adottare una strategia ben definita. Questo avverrà tramite le mosse che si sbloccheranno man mano che progredirai di esperienza le quali potranno essere attivate trami la pressione contemporanea del tasto dedicato insieme ad uno della croce direzionale.
Per quanto riguarda il crescere di esperienza, il tutto sarà abbastanza classico: sconfiggi i nemici e ricevi un tot di punti esperienza, oltre che naturalmente valuta di gioco (utile per i negozi che vendono pozioni, armi e miglioramenti vari) e alle volte oggetti. Come vedi niente di nuovo se sei un giocatore di ruolo di vecchia data.
Oltre a questo viene introdotta la possibilità di cucinare ricette che daranno ai personaggi dei bonus oppure semplicemente un ripristino della vita. Tuttavia per crearle avrai bisogno sia della ricetta, ma anche degli ingredienti per comporla.
Gli scontri all’interno della mappa non saranno casuali. Infatti durante il tuo girovagare per le vaste lande di Sylvarant, riuscirai vedere che nei dintorni ci saranno dei nemici, quindi nel caso potrai schivare agevolmente lo scontro nel caso tu non lo voglia fare. Tuttavia questi non saranno rappresentati dai nemici che incontrerai, ma da delle figure scure e minacciose.
Come puoi ben vedere il gameplay è un mix sapiente di idee classiche, con uno stile di combattimento che è atipico per un gioco del genere. Tutto sarebbe molto bello e basterebbe a far comprare Tales of Symphonia a scatola chiusa, peccato per la sua realizzazione tecnica che va a minare tutta questa bontà.
Tecnicamente pessimo
Ma arriviamo al motivo per cui Tales of Simphonya Remastered prende un voto così basso ovvero la sua realizzazione tecnica. La versione da noi provata è quella per Nintendo Switch quindi quella che, almeno sulla carta, dovrebbe essere la più appetitosa vista la possibilità di essere giocata in portatile.
La versione di riferimento di questa remastered è quella per PlayStation 2 ed è qui che iniziano i primi problemi, infatti alla sua uscita (ricordo avvenuta nel 2003), il gioco su GameCube raggiungeva i 60 FPS, mentre sulla console di Sony (meno performante tecnicamente) arrivava a soli 30 FPS. Per rendere Tales of Symphonia graficamente più digeribile per i giorni nostri, è stato utilizzata la tecnica dell’AI Upscaling, ovvero prendere il prodotto originale e tramite un software, pulire le texture che in qualche modo vengono rese in alta definizione.
Questo processo, ampiamente utilizzato da altri prodotti simili, ha fatto letteralmente più danni che altro, infatti il gioco presenta una marea di texture decisamente artefatte, ma soprattutto a rallentato i già pochi FPS di questa versione. Quindi se in alcuni punti vedrai una grafica che proprio non convince, dall’altra si avranno dei rallentamenti generali che renderanno Tales of Symphonia al limite dell’ingiocabile. Non si capisce bene in quali situazioni si verifica questo calo di frame rate, visto che questo pare essere quasi casuale.
Lo abbiamo notato in alcuni dungeon, in alcune sezioni di mappa, ma poi in scene più concitate questo non si verifica. Questa casualità significa che non è un problema di hardware (tra l’altro trovo molto difficile che Switch non riesca a gestire un titolo di 20 anni fa), ma semplicemente una scarsissima ottimizzazione da parte di Bandai Namco.
Non solo questo, nelle versioni originali i tempi di caricamento tra un luogo e l’altro erano al limite del nullo o comunque estremamente veloci, in questa remastered, invece, dovrai aspettare letteralmente dai 4 ai 7 secondi. Ti lascio immaginare che una cosa del genere non è per nulla accettabile nel 2023, ma soprattutto va a spezzare il ritmo di un gioco che si pone, proprio nel suo gameplay, l’obbiettivo di essere un JRPG estremamente dinamico.
Perfino le immagini in 2D dei personaggi (che si vedranno durante alcuni dialoghi e nella schermata di gestione dei personaggi) non sono state risparmiate da questo scempio. Infatti il tutto sarà molto scalettato e anche il font delle parole risulterà seghettato. Diciamo che con dei semplici emulatori per PC, si avrebbero avuti dei risultati nettamente migliori e questo per una software house come Bandai Namco è davvero incaccettabile.
Concludendo Tales of Symphonia è un titolo meraviglioso, ma non in questa versione! Se hai l’opportunità di farlo, recuperalo su GameCube e lascialo perdere per Nintendo Switch…ti potrebbe davvero passare l’amore per una saga che meritava davvero più rispetto.