Il ritmo, la musica, il suono. Quanti giochi esistono basati interamente su questo? Tra l’altro, molti di questi giochi vengono utilizzati proprio per approcciarsi ai neonati. Ebbene, esiste un intero genere di videogiochi basato esclusivamente sul seguire il ritmo: i rhythm game. Oggi faremo un breve viaggio a suon di musica tra rhythm game degni (o meno) di essere “suonati” focalizzandoci su titoli utilizzati come antologica musicale e altri focalizzati su narrazioni inedite.
Rhythm di qua, rhythm di là… senti questa storia qua
PaRappa the Rapper, sviluppato da NanaOn-Sha e pubblicato sulla prima console PlayStation a metà del 1996 in Giappone (1997 in Europa) è considerato tra i primi videogiochi appartenenti al genere di Rhythm game. Interamente basato sulla pressione dei tasti, il gioco chiedeva di seguire il ritmo e la bizzarra trama di PaRappa, un cane rapper oggi indimenticabile.
Parliamo di una icona Sony, tristemente abbandonata negli anni nonostante il recupero sul ring nel videogioco PlayStation All-Stars Battle Royale. Eppure, proprio PaRappa è stato oggetto di una recente edizione Remastered in HD per festeggiare il ventesimo anniversario della serie. E ricordiamoci di questo particolare utilizzo del genere rhythm game abbinato agli anniversari perché lo ritroveremo spesso. In ogni caso, il ritorno di PaRappa è stato, ironia della sorte, abbastanza silenzioso, oseremo dire sottotono ma con qualche extra. Forse il cane rapper sta per tornare? Nel dubbio: “I gotta believe!”
E se PaRappa the Rapper oltre alla musica e al sistema ludico, presenta una trama bizzarra e sopra le righe, lo stesso si può dire del recentissimo Rhythm Sprout (qui la nostra recensione). Sviluppato da SURT e pubblicato da TinyBuild questo divertente e immediato rhythm game condivide con PaRappa l’energia musicale e una trama davvero fuori di testa.
D’altronde cosa possiamo aspettarci da una cipolla cavaliere (tale Cipollino) incaricata di salvare un regno e – se ci capita – anche di recuperare una principessa rapita? D’altronde, lo stesso re del regno non brilla per volontà e acume (laddove l‘ego, invece, brilla eccome). In questo gioco le battute si sprecano così come le situazioni imprevedibili. Il tutto per dare vita a una trama lineare fantastica e umoristica.
Ecco quindi che si combatte sì con la musica ma in senso letterario, prendendo a mazzuolate caramelle e dolciumi mortali. Insomma, il ritmo per la battaglia e nella battaglia. Un’avventura musicale in tutti i sensi che, oltre a far bene alle orecchie, prova a raccontare una storia usando il potere della risata.
Rhythm qua, rhythm là… ascolta questa raccolta qua
Fin’ora abbiamo parlato di due esempi di rhythm game che uniscono al gameplay tipico del genere una storia inedita. Un utilizzo, quello della narrazione, che Square Enix non ha sempre seguito. Prendiamo ad esempio Kingdom Hearts Melody of Memory. Titolo sviluppato in sinergia con Indieszero e pubblicato nel 2020 (un anno dopo Kingdom Hearts 3). Si tratta dell’ennesimo spin-off della mastodontica e labirintica saga di Kingdom Hearts.
Kingdom Hearts Melody of Memory ci permette di ripercorrere tutti i mondi dei giochi (spin-off inclusi) in viaggi musicali nostalgici e abbastanza efficaci. Ma, nell’ottica Square Enix e del macro piano di Kingdom Hearts stesso, questo titolo doveva fare anche da ponte verso il futuro. Aggiungere quindi un tassello narrativo in più dopo le vicende del terzo capitolo principale. Lo ha fatto? Nì. Come lo ha fatto? In modo molto discutibile.
A differenza di Rhythm Sprout, Kingdom Hearts Melody of Memory si perde nella sua stessa musica. Non segue un filo narrativo, anzi, la conclusione, quel tassello finale, funge da premietto sciapo per un prodotto che poteva essere presentato in tutt’altro modo. Un prodotto come il recentissimo Theatrhythm Final Bar Line (qui la nostra recensione).
Sviluppato da Indieszero, Theatrhythm Final Bar Line rientra nella serie Square Enix denominata Theatrhythm e nata proprio per festeggiare i trentacinque anni della saga Final Fantasy. Il primo capitolo, Theathrythm Final Fantasy pubblicato per Nintendo 3Ds e rilasciato nel 2014, servì invece per festeggiare i 25 anni della medesima saga. Come è facilmente intuibile, in questa serie di titoli si ripercorrono le colonne sonore che hanno contribuito a rendere la serie di punta di Square Enix praticamente indimenticabile nel mondo dei giochi di ruolo.
Sebbene il primo capitolo di Theathrythm include una parvenza di trama, a sua volta un palese richiamo a quella utilizzata nello spin-off, sempre Square Enix, Dissidia, Theatrhythm Final Bar Line abbandona definitivamente qualsivoglia canovaccio focalizzandosi unicamente su gameplay e musica dando vita a una mastodontica antologia sonora semplicemente imprescindibile per i fan dei titoli Square Enix (nella collection non c’è solo Final Fantasy). Si sente l’assenza di trama? In parte sì. Ma si è consapevoli da subito di esser parte di una macro festa dove è la musica a regnare, cosa che invece non avviene in Kingdom Hearts Melody of Memory (da cui ci si aspettava, oltre che l’elemento antologico musicale, anche più narrazione inedita).
Quale storia ti ha raccontato la musica?
Abbiamo fatto solo alcuni esempi ben consapevoli che nel genere dei rhythm game ce ne sono eccome di titoli in grado di offrire un buon equilibrio tra le parti (rhythm e narrazione). Non per niente in mezzo troviamo anche gli spin-off della serie Persona come i più recenti: Persona 3 Dancing in Moonlight e Persona 5 Dancing in Starlight. Questi, seppur lontani dalle trame articolate che caratterizzano i capitoli principali (che ricordiamo essere appartenenti al genere dei giochi di ruolo), offrono trame inedite, collocandosi nei filoni narrativi in modo decisamente migliore di quanto fatto dal già citato Kingdom Hearts Melody of Memory.
Concludiamo quindi questo approfondimento chiedendo proprio a te, lettore: quanto è importante la narrazione in un rhythm game? E ancora, quale storia ti è rimasta nella mente tra una musica e un’altra?