Little Witch Nobeta sembra quasi essere il sogno recondito di molti videogiocatori, stranamente divenuto realtà. Parliamo infatti di un soulslike in stile anime, con una protagonista femminile che sicuramente molti reputeranno adorabile. Siamo quindi davanti a un connubio particolare, che si riflette anche nelle meccaniche di gameplay, molto diverse da quelle tradizionali del genere. Vediamo quindi se vale la pena armarsi di scettro magico nella nostra recensione.
La storia di Little Witch Nobeta
Little Witch Nobeta ci mette nei panni di…Nobeta, appunto, una ragazza dai poteri magici che decide di esplorare un castello per raggiungerne le profondità e scoprire di più su se stessa e le sue origini. In questa esplorazione la ragazza incontrerà un gatto magico, che di fatto diverrà la sua guida, e a cui si aggiungeranno altri enigmatici personaggi.
La storia di Little Witch Nobeta però, non diventa mai complessa e, allo stesso modo, la loro generale non viene approfondita più di tanto. Il risultato finale, però, riesce comunque a essere decisamente interessante, per via dell’atmosfera fiabesca in stile anime che accompagna l’avventura e grazie a una buona dose di mistero che accompagna le fasi più avanzate della storia, tenendo il giocatore sulle spine. Si aggiungono dei personaggi interessanti, in grado di rendere la trama e l’atmosfera più memorabili.
Tra magie, incantesimi e colpi di bastone
Il gameplay di Little Witch Nobeta è, a livello strutturale, simile a quello di un soulslike tradizionale. Siamo quindi davanti a un dungeon crawler con uno stretto e conosciuto loop di gameplay: si spawna accanto a una statua (il classico falò), si avanza nei dungeon uccidendo nemici e si ottiene una valuta da spendere per i potenziamenti, cercando di gestire le risorse per arrivare alla statua successiva. Nel mentre, si muore tanto.
Little Witch Nobeta riprende praticamente tutto di questa formula, modificando però il sistema di combattimento a tal punto da distaccarsi completamente dai congeneri e riuscendo a spiccare di una certa ortogonalità.
Nobeta, di fatto, è una strega e di conseguenza il gameplay riflette le sue abilità. Non impersoniamo uno spadaccino in armatura pesante, quindi, ma una ragazzina che avanza a suon di magie. Il risultato finale è quindi molto diverso dal tipico soulslike, pur mantenendone alcune caratteristiche riconoscibili. Ma andiamo con ordine.
La nostra coraggiosa protagonista può contare su magie base, che essenzialmente funzionano sfruttando un vero e proprio gunplay TPS: con un tasto si mira e con uno si spara. Si aggiunge poi la possibilità di sparare direttamente senza mirare. I nemici hanno poi punti deboli dove possono essere colpiti e, a loro volta, caricheranno la protagonista.
Per evitare i loro attacchi, Nobeta ha a disposizione una schivata, a cui si affianca la corsa. Entrambe consumano stamina, alla fine della quale saremo vulnerabili, dato che la ragazza cadrà a terra per qualche secondo.
Le magie, invece, consumano mana, che si ricarica nel tempo, oppure colpendo i nemici con gli attacchi corpo a corpo del bastone. Questi sono strutturati in una combo base non troppo lunga e nemmeno troppo efficace, ma necessaria per ricaricare il mana in vista di nuovi attacchi magici. Questi, peraltro, non si limitato a quelli base appena descritti, ma possono essere potenziati tramite degli incantamenti elementali.
Questi si attivano con la pressione di un tasto e vedono la piccola Nobeta recitare una lunga formula magica, alla fine della quale la bacchetta sarà carica di energia. Questa può poi essere utilizzata per sparare colpi più potenti, con danno AoE. Ma non è finita. Gli incantesimi sono anche in grado di stordire alcuni nemici, di passare barriere e più in generale di risolvere certe situazioni spinose. Questi sono infatti divisi in elementi diversi, richiamabili da un comodo menù a ruota e tutti con effetti particolari. La prima magia, ad esempio, è in grado di superare barriere altrimenti impenetrabili, attivando interruttori.
Infine, Little Witch Nobeta vanta anche delle meccaniche platform non troppo marcate, ma comunque soddisfacenti. L’esplorazione dei dungeon, infatti, non è troppo complessa, ma a volte viene ostacolata da piattaforme rialzate, burroni o piccoli enigmi. La protagonista ha a sua disposizione un doppio salto, a cui si aggiunge la possibilità di fluttuare a mezz’aria attaccando. Nulla di troppo complesso, sia chiaro, ma il risultato diverte comunque.
Si aggiungono i già citati enigmi ambientali, che costringono a sfruttare le magie per superare ostacoli, barriere e così via. Non sono mai troppo complessi, ma richiedono di sfruttare i vari elementi in modo un pizzico più metodico.
Lo stesso si può dire per lo sviluppo del personaggio, affidato a un menù semplice ed efficace. Sconfiggere nemici permette di ottenere una valuta, da spendere in varie statistiche, che vanno dall’attacco, alla salute, passando per il mana e per la velocità di incantamento. Anche in questo caso, nulla di troppo complesso. Proprio come nei congeneri, peraltro, morendo (in questo caso avendo equipaggiati alcuni oggetti) si perdono tutte le anime. In condizioni base, però, queste vengono mantenute e di conseguenza livellare è più semplice rispetto al tipico soulslike.
In altre parole, Little Witch Nobeta è un soulslike diverso dal solito, con una struttura di gioco solida e rodata, sufficientemente diversa dalla concorrenza grazie al suo sistema di combattimento per certi versi unico. Il risultato è decisamente valido, soprattutto quando si arriva ai boss, tutti ottimamente realizzati e soddisfacenti, oltre che estremamente difficili. Eppure, non siamo davanti a un capolavoro. Come mai?
La risposta sta nella costante sensazione che il titolo non raggiunga mai il suo pieno potenziale. I dungeon sono divertenti da esplorare, ma il loro level design non raggiunge mai picchi di eccellenza. I nemici sono divertenti da uccidere, ma difficilmente si nota un design memorabile. Gli enigmi con gli incantesimi sono sicuramente ben fatti, ma non si arriva mai a veri colpi di genio. Il titolo è quindi ottimo, ma non eccelso, e costituisce però un ottimo punto di partenza per un’eventuale serie.
Bello ma non bellissimo
Il comparto tecnico di Little Witch Nobeta vanta un colpo d’occhio generale davvero ottimo, ottenuto però grazie allo stile cartoonesco. Di fatto, le animazioni si dimostrano spoglie e le texture non sono quasi mai troppo dettagliate, soprattutto da vicino. Lo stesso non si può dire dei modelli poligonali, invece decisamente piacevoli da vedere e ben animati.
Animazioni, peraltro, che raggiungono il loro apice nelle battaglie contro i boss, anticipando gli attacchi più potenti e regalando quindi scontri davvero curati.
Il comparto artistico è invece quello di un anime “generico” dall’atmosfera fiabesca che, però, si distacca in modo massiccio dagli altri soulslike proprio per questo motivo. Non ci sono quindi atmosfere cupe o realistiche, ma al contrario troviamo un’estetica molto più leggera.
Infine, il comparto sonoro è ottimo, con musiche sempre adatte alle occasioni e un doppiaggio ottimo.