Beholgar è un altro di quei titoli che tenta di riportare in voga, il (in realtà mai) passato genere dei metroidvania, proponendo sulle console attuali un’avventura fantasy in due dimensioni, con nemici da sconfiggere, trappole mortali da evitare superando sezioni platform, arsenali di armi e abilità da trovare e raccogliere, e dei boss di fine livello da battere. Grazie a un level design interessante e solido, Beholgar riesce nel suo intento di divertire i fan del genere, ma si porta dietro alcune scelte di gameplay poco funzionali al giorno d’oggi, e di base un senso di poca profondità che ci accompagnerà per tutta la durata dell’avventura.
Beholgar: uno stregone, un dio malefico e un barbaro
In pieno stile fantasy, Beholgar racconta le gesta di un malvagio stregone, che tramite un oscuro rituale, è riuscito a riportare in vita un dio maligno ormai decaduto. Insieme a questa divinità, orde di mostri hanno invaso le terre del continente, arrivando fino alla terra natale del nostro barbaro, il quale venuto a conoscenza del pericolo, decide di essere mettersi in viaggio per eliminare questo male.
La trama è semplice e viene narrata tramite brevi immagini con sottotitoli, oppure parlando con i vari personaggi che incontreremo durante il nostro viaggio, senza nessun picco di interesse da parte del giocatore, ma risultando efficace per il suo ruolo di mera scusa per avanzare nella storia . Si deve evidenziare l’assenza della localizzazione in lingua italiana, sia come sonoro che come sottotitoli, ma visti i davvero pochi dialoghi presenti, e soprattutto la natura di Beholgar, non risulta assolutamente un problema.
Un gameplay classico, fin troppo
Beholgar è un metroidvania in due dimensioni, che mescola molto bene l’elemento action del combattere i mostri, con quello del superamente di trappole mortali tramite sezioni platform. Da un punto di vista corale, questa struttura riporta totalmente nei tempi passati, con il titolo che oltre ad affascinare i più nostalgici con il suo charm retrò, riuscirà anche a far sfuggire qualche imprecazione per delle meccaniche non molto comprensibili al giorno d’oggi.
Iniziando dalle basi, il nostro barbaro avrà a disposizione un attacco principale, uno con lo strumento secondario, qualche incantesimo che si sblocca avanzando nel gioco, il salto per le sezioni platform e il rotolamento come manovra evasiva per sfuggire dagli attacchi nemici. Il tutto risulta fin troppo basico, ma comunque ben strutturato e solido per la proposta del titolo.
Il problema del gameplay di Beholgar viene fuori con alcune scelti un po’ infelici, come l’assenza della possibilità di scegliere l’intensità del salto, il quale risulterà sempre uguale sia premendo brevemente che mantenendo premuto il tasto apposito. Questo farà sì che ci vorrà pratica anche per sferrare un semplice attacco in salto contro i nemici, che verranno spesso investiti dal barbaro e al quale causeranno danni.
Un’altra incertezza del gameplay è che, utilizzando in salto un attacco con l’arma secondaria, il barbaro si bloccherà per un brevissimo istante e questo spesso ci farà mancare il giusto punto di atterraggio, magari cadendo su una trappola e morendo sul colpo, costringendoci a riprendere dal checkpoint più recente.
Anche l’idea di poter avere solo un’arma secondaria alla volta, e senza possibilità di scambiarle, non è delle più felici, in quanto alcune si riveleranno molto meno utili delle altre. Le asce da lancio ad esempio, seguiranno una parabola corta e curva, spesso risultando inutili contro i nemici. Al contrario le lance avranno una gittata enorme e dritta, risultando probabilmente la migliore fra le armi secondarie.
Il punto del problema sta proprio nel non poter scegliere queste armi, in quanto saranno casuali nei livelli, e non sempre facili da evitare, e una volta raccolti andranno a sostituire l’arma attualmente equipaggiata. Tornando sui checkpoint, questi sono ben distribuiti all’interno dei livelli, e permettono anche lo spostamento rapido da una sezione all’altra, soprattutto anche per tornare al villaggio dove avremo la possibilità di comprare accessori, armi e altro, in cambio delle monete che raccoglieremo abbattendo i nemici.
I nemici non rappresenteranno un vero e proprio ostacolo nel nostro cammino, ma lo saranno solo quando combinati a sezioni platform impegnative e che offrono poco margine di errore. Queste ultime invece sono ben realizzate, e andranno anche a sfruttare l’utilizzo di qualche incantesimo per farci progredire, come il poter evocare un blocco di ghiaccio per poi usarlo come piattaforma.
Il comparto tecnico più riuscito di Beholgar è sicuramente il sonoro, con i brani composti da Andrea Baroni, che faranno fare un tuffo nostalgico ai giocatori. Beholgar offre anche una grafica godibile in vecchio stile, con qualche filtro scambiabile dalle opzioni, e anche una buona struttura nel level design e varietà di ambientazioni.
Peccato per quelle scelte di gameplay che smorzano e parecchio la fluidità del gioco, e soprattutto per un senso di poca profondità in generale che lo stesso trasmette, collocando il titolo di Serkan Bakar come godibile, ma niente di più.