L’industria dei videogiochi opera in alcune aree legali grigie che esistono a causa della gioventù del settore e del disinteresse da parte dei responsabili legali. Vi ricordiamo che negli ultimi anni varie autorità sono entrate in conflitto con diverse società videoludiche data la “libertà” con cui dirigevano gli affari e tra queste c’è Activision Blizzard, la quale ora dovrà pagare per le sue azioni passate.
Activision Blizzard e l’ennesima denuncia
Activision Blizzard ha un altro problema tra le mani dato che questa volta ha subito una causa civile dal Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti, questo in relazione alla scena eSport della Overwatch League e della Call of Duty League, il tutto a causa dell’implementazione della Competitive Balance Tax. Secondo vari rapporti, l’autorità ha deciso di agire contro la società videoludica poiché tale regola operava a scapito dei giocatori professionisti mantenendo bassi i loro stipendi. Vi ricordiamo che la tassa sull’equilibrio competitivo concordata tra Activision Blizzard e i proprietari delle squadre delle leghe professionistiche dei suoi videogiochi cerca di emulare la tassa sul lusso che esiste negli sport professionistici nordamericani dove esiste un tetto salariale.
La grande differenza tra le leghe di eSport e quelle professionistiche tradizionali e che in queste ultime ci sono sindacati dove i giocatori hanno un posto al tavolo delle trattative e tetti salariali, inoltre tutto ciò viene esaminato ed accettato da una commissione. In questo caso era solo un accordo tra la società e i proprietari delle squadre di eSport perciò il Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti ha sottolineato il vuoto legale. Per evitare ulteriori problemi la società di videogiochi ha accettato un accordo con le autorità nordamericane, inoltre ha promesso che il suo prossimo obiettivo sarà quello di migliorare la struttura del lavoro e del business delle leghe di eSport.
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