Sviluppato da Viridino Studios e pubblicato da Ratalaika Games, Steel Defier è un frenetico action game che fonde la pixel art a grafica low poly gettandoti in pasto a un sistema di difesa ultra tecnologico e letale. Riuscirai a scappare dall’astronave? Noi abbiamo vestito i panni dell’ultimo superstite su Nintendo Switch e questa è la nostra recensione!
Steel Defier – un solo sopravvissuto vs infinite trappole letali
La narrativa di Steel Defier è concisa (quasi accessoria), condivisa attraverso veloci immagini statiche in stile fumettoso che, seppur dimenticabili, si sposano bene con l’atmosfera, svolgendo in modo discreto il loro compito. Entrando nel dettaglio, nel titolo pubblicato da Ratalaika Games, vestiremo i panni dell’unico sopravvissuto all’interno di un’enorme astronave.
Tale astronave altro non è che una vasta prigione spaziale dotata di sistemi di difesa all’avanguardia. Ed è proprio il suddetto sistema di difesa il nostro acerrimo nemico. Questo perché, c’è stato un qualche malfunzionamento e sono morti tutti. L’astronave è impazzita e le trappole letali di cui è dotata stanno facendo piazza pulita di ogni forma di vita rimasta all’interno del veicolo. Manchiamo solo noi.
Ed eccoci qui, in una fuga disperata, di stanza in stanza, cercando un mezzo di trasporto con cui fuggire per riconquistare la libertà. Ma Steel Defier, nonostante una longevità relativamente bassa (chi ha esperienza col genere potrà finirlo in un paio d’ore), prova comunque a raccontare una storia, offrendoci scorci di narrativa dopo aver superato un determinato numero di stanze. Non aspettarti chissà quale canovaccio narrativo, d’altronde parliamo di un titolo che punta tutto sul gameplay e a tal proposito, è tempo di fuggire!
Schiva e salta, salta e schiva
Steel Defier presenta una struttura ludica che si ripete costantemente dall’inizio fino alla fine. Il tuo compito è semplice: sopravvivere alle trappole mortali delle stanze raccogliendo delle card magnetiche. Fine. Tutto qui. Si tratta di un sistema che è però in grado di rapire e trascinarti fino alla fine grazie alla continua casualità delle trappole e a un livello di sfida crescente e mai proibitivo.
Nel dettaglio, il protagonista, almeno all’inizio, potrà muoversi e saltare. Il tutto in ambienti prevalentemente uguali e dalla forma quadrangolare. La telecamera si agita seguendo affannosamente i movimenti del fuggitivo ma rimane fondamentalmente ancorata in modo frontale e quasi a volo d’uccello. Le trappole, però, fuoriescono da tutti e quattro i lati della stanza e per permetterci di tenerle d’occhio, il gioco sfrutta un sistema di trasparenze che funziona discretamente bene.
Abbiamo detto che il protagonista all’inizio potrà solo saltare ma, già dopo aver superato qualche stanza, entrerà in possesso del primo upgrade passivo e permanente. Si tratta di capsule che offrono abilità extra come lo scatto super veloce. Queste abilità si sommano tra loro nel corso dell’avventura permettendoci di prepararci al meglio contro le trappole dell’astronave.
E parlando di trappole, queste sono di vario tipo, aumentando gradualmente di velocità e numero di stanza in stanza. Inizialmente ci ritroveremo a saltare grossi rettangoli che occupano l’intera stanza ma più procederemo nell’avventura, più le trappole cambieranno (ogni trappola ha un suo modus operandi, dal come si muovono al cosa fanno, apparendo e svanendo al completamento del proprio ciclo d’azione). La varietà non è tantissima e ti ritroverai ad affrontare molte stanze con trappole prevalentemente identiche tra loro. A cambiare sarà però il loro numero e la cronologia della loro comparsa. Il titolo, infatti, ha una certa randomicità nei contenuti e quindi non potrai memorizzare l’ordine di comparsa delle trappole.
A tal proposito, il fuggitivo che impersoniamo non ha energia vitale. Questo significa che un solo colpo basterà per mandarci al creatore, obbligandoci a ripetere la stanza. Ma tranquillo, ogni stanza dura una manciata di minuti anche se la durata del tempo dipenderà completamente dalle tue abilità. Per superare una stanza e bloccare le trappole, infatti, il fuggitivo dovrà raccogliere 15 card magnetiche che appariranno nel livello gradualmente. Finché non le raccoglierai tutte e 15, le trappole continueranno ad apparire.
Steel Defier è composto da 40 stanze che unite formano un mosaico composto da diversi rami. Il giocatore, infatti, potrà decidere di percorrere tutta l’astronave o solo una parte. Man mano che si procede, infatti, il fuggitivo entrerà a conoscenza della stanza da cui fuggire e il giocatore potrà decidere se procedere spedito alla fine o meno. Noi consigliamo di esplorare tutta l’astronave per godere appieno di tutte le sfide che il team ha progettato per noi.
Grafica e sonoro
Graficamente, Steel Defier utilizza una tecnica mista in modo simile a quella vista in titoli come Albacete Warrior (qui trovi la nostra recensione per Nintendo Switch). In pratica, il protagonista è composto da pixel in 2D mentre le trappole e l’ambiente che lo circonda sono in 3D low poly. A differenza di altri titoli, come il già citato Albacete Warrior, Steel Defier riesce a sfruttare bene questo mix senza alcun tipo di problema tecnico – complice anche lo spazio estremamente ridotto in cui avviene l’azione.
C’è da dire però che il titolo soffre di una certa monotonia, tanto nell’azione quanto, soprattutto, nell’estetica. Le differenze estetiche sono poche e la cura nel dettaglio non è altissima. L’astronave rimane quindi abbastanza anonima e non c’è nulla che riesce a colpire veramente, incluse gran parte delle trappole.
Il sonoro fa il suo compito con discrezione senza risultare né invadente né memorabile. Da segnalare l’assenza dei sottotitoli in italiano anche se la mole di testo presente nel titolo è molto scarsa e di facile comprensione. Infine, Steel Defier si difende bene in entrambe le modalità dell’ibrida Nintendo con quella portatile che spicca particolarmente, sposandosi alla perfezione con la tipologia di gioco, perfettamente adatto a partite mordi e fuggi.