Forse non tutti lo ricordando, ma tra il 2009 e il 2012 uno dei videogiochi più popolari e con più giocatori all’attivo risultava essere costantemente FarmVille, un browser game nato su Facebook. La popolarità (e lo stress indotto dalle continue notifiche) di questo sottogenere di produzioni è andata avanti fino al 2021, anno in cui il supporto dei giochi Flash a Facebook è terminato, ma nessun titolo nel corso di un decennio è riuscito a guadagnarsi la popolarità di FarmVille, che divenne un fenomeno sociale talmente dilagante da guadagnarsi perfino servizi appositi su giornali e telegiornali.
Se ci sono due cose opposte e distanti a cui posso pensare queste sono proprio la vita di campagna e il gaming, eppure oltre a FarmVille ci sono state altre esperienze che hanno coniugato questi due mondi apparentemente inconciliabili, basti pensare alla serie Farming Simulator, nata proprio poco prima del già citato FarmVille e ancora oggi molto attiva e supportata, e Across the Valley, l’oggetto di questa recensione, tenta di portare questo sodalizio a un livello successivo, proponendo un’esperienza di vita bucolica in realtà virtuale.
Al contrario di tante altre produzioni dinamiche e ricche d’azione come Horizon Call of the Mountain e The Dark Pictures Switchback VR che in questi mesi hanno fatto capolino su PlayStation VR 2, Across the Valley vuole proporre un’esperienza decisamente più rilassata e rilassante e ci riuscirebbe anche… se non fosse per una realizzazione tecnica che lascia davvero molto a desiderare: analizziamo in dettaglio questo titolo sviluppato dalla software house FusionPlay!
Ah, la vita di campagna…
Across the Valley non si presenta al giocatore con una vera e propria trama, ma vuole proporre al giocatore un’esperienza di vita da contadino fatta e finita, trasportandoci senza alcun contesto in una fattoria che ci proporrà diverse attività tipiche della vita immersa nella natura. Il titolo presenta dei ritmi di gioco molto rilassati e ci lascerà una libertà pressoché totale in ciò che potremo scegliere di fare, il tutto ovviamente viene limitato però dalle risorse a nostra disposizione, e il nostro obiettivo sarà quello di rendere la fattoria stessa sempre più grande ed efficiente.
Inevitabilmente, a causa della libertà d’azione e del clima rilassato e mai ostile nei confronti del giocatore, il gioco mi ha ricordato molto la mia esperienza con Animal Crossing New Horizons e con la serie Nintendo in generale. Il mood proposto dal gioco è infatti davvero apprezzabile e in controtendenza rispetto alla quasi totalità di produzioni che (com’è giusto che sia) puntano alla spettacolarità, all’azione e alla sfida che sia da stimolo per il giocatore.
L’idea di base di Across the Valley è infatti davvero interessante, ed è un vero peccato infatti che venga funestata dalla già citata realizzazione tecnica che lascia davvero tanto a desiderare: un titolo del genere infatti dovrebbe assicurarsi di essere il più chiaro e immediato possibile, e invece a dispetto di quanto si potrebbe pensare si perde in un mare di menù non esattamente intuitivi e a comandi approssimativi capaci di mettere alla prova perfino la pazienza del più tranquillo dei videogiocatori, che da un gioco del genere cercano sicuramente l’opposto.
Across the Valley: zappa, semina, raccogli, ma soprattutto… accarezza le galline!
Come avrai potuto intuire, Across the Valley punta principalmente sul gameplay, ma l’ampia libertà d’azione prevista fa sì che anche il gameplay stesso non sia particolarmente strutturato. Fin dal suo primo avvio infatti il gioco si limiterà a darci qualche direttiva generale, ma senza mai specificare una vera e propria progressione ideale o il modo migliore di portare a termine i compiti che ci verranno affidati.
Proprio per questa sua direzione così libera nei confronti del giocatore, più che una simulazione il titolo risulta essere paragonabile a un vero e proprio sandbox a tema bucolico e in questo enorme parco giochi potremo portare a termine attività di ogni tipo: scavare il terreno, seminare, innaffiare, accudire animali di ogni tipo… pressoché qualunque attività campagnola sarà praticamente contemplata nel gioco, che si presta anche abbastanza bene data la sua natura a un duraturo supporto post lancio.
In teoria, l’esecuzione di queste azioni sarà veloce e intuitiva, dal momento che i Sense Controller simuleranno le mani del giocatore, purtroppo però la resa di questa idea non è stata delle migliori. I comandi saranno a dir poco imprecisi, e anche la stessa fisica di gioco non fa altro che favorire compenetrazioni e interazioni macchinose con gli oggetti.
E a proposito di idee che rendono molto più macchinose le interazioni ci pensano i menù di gioco: onnipresenti e a tratti difficili da comprendere. Faccio un esempio pratico: una delle attività che più mi ha attirato nelle settimane in cui ho provato il gioco è stata quella di accudire gli animali, in particolare le galline, un’attività piacevole, funestata però da indicatori che sembrano mettere in evidenza in modo totalmente casuale i livelli di fame, sete e felicità degli animali, tanto che spesso mi sono ritrovato a pensare che le mie azioni non avessero realmente effetto sull’animale in questione; un difetto che, a lungo andare, rende decisamente snervante l’esperienza.
C’è però da dire una cosa che riguarda tanto il gameplay quanto il comparto tecnico che tratteremo a breve: il team di sviluppo ha rilasciato ben due patch prima della release del gioco che hanno sicuramente migliorato alcuni aspetti, ma a ridosso del day one difetti come quelli già elencati (e altri di cui parlerò a breve) continuano a persistere all’interno del gioco, si spera quindi che con patch future il titolo possa diventare sempre più gradevole e leggibile, così da raggiungere l’auspicato senso di relax che vuole proporre.
Comparto tecnico non proprio piacevole…
Il comparto tecnico di un gioco in realtà virtuale è sempre una discriminante importante per una produzione di questo tipo, non è detto che tutti i titoli sviluppati per questo tipo di titoli debba sempre essere necessariamente fotorealistico, ma anche in caso di una grafica cartoon o caricaturale ci si dovrebbe comunque assicurare di mettere a punto texture quantomeno curate e piacevoli alla vista.
Across the Valley, purtroppo, non fa nulla di tutto ciò e la grande fattoria nel quale ci ritroveremo, oltre al risultare immersa nel nulla più totale (ricordando non poco la dimora di Leone il cane fifone, elemento che non gioca proprio a favore di un titolo che vorrebbe rilassare il giocatore), presenta una resa davvero anacronistica, con elementi che si compenetrano ovunque, texture dai colori fin troppo accesi, e modelli degli animali che sembreranno più modellini Playmobil che animali veri e propri. Capisco il voler puntare su uno stile cartoonesco, ma si può fare anche dando un pizzico di anima alla produzione, cosa che qui non accade affatto.
Il comparto sonoro poi è stato uno degli aspetti più problematici per l’esperienza. Sull’audio di gioco infatti si sono concentrati parecchi fix delle patch correttive, ciononostante le tracce audio, oltre all’essere totalmente anonime, molto spesso non partiranno affatto, e di tanto in tanto si interromperanno all’improvviso e senza alcun motivo apparente, un vero disastro da questo punto di vista.
In definitiva, Across the Valley vorrebbe proporre un’esperienza rilassante da simulatore di vita contadina e ci riesce anche, ma solo in parte. Se effettivamente la quantità di azioni che potremo compiere durante il gioco è davvero invidiabile, il senso di relax a cui ambisce la produzione viene meno a causa di comandi approssimativi che renderà davvero difficile compiere anche le azioni più semplici e di menù non sempre leggibili. Tuttavia, il team di sviluppo già prima del lancio ha dimostrato di voler migliorare costantemente la produzione, si spera dunque che questo impegno continui anche in futuro per sistemare questi aspetti.