Sviluppato da Blobfish e pubblicato in sinergia con Seaven Studio, Space Gladiators è un truculento platform roguelite 2D con uno stile che innegabilmente rievoca sia The Binding of Isaac (qui la nostra recensione) che Hollow Knight. Noi abbiamo intrattenuto i nostri carcerieri alieni su Nintendo Switch e questa è la nostra recensione!
Space Gladiators – in fuga da Tartaro
Chi si aspetta il fascino narrativo di Hollow Knight potrebbe restarne amaramente deluso. Space Gladiators ha un canovaccio narrativo appena accennato e la sua natura da roguelite non aiuta moltissimo a tenerne le fila. Ma procediamo con ordine. All’inizio di ogni “spettacolo”, ci viene chiesto di selezionare uno tra i “gladiatori” a disposizione. Inizialmente ne avremo solo uno ma ben presto aumenteranno di numero offrendo una varietà notevole e intrigante da sperimentare di run in run.
Tali “gladiatori” hanno il compito di tentare la fuga per conquistarsi la libertà. Il tutto, muovendosi in labirintici luoghi tetri pieni di mostruosità di vario genere. Di caverna in foresta (con biomi non molto sorprendenti), ogni tanto ci ritroveremo in una sorta di “arena” con tanto di pubblico entusiasta. Qui verrà svelata la natura del nostro percorso: siamo dei “gladiatori” che mettono in gioco la propria vita per appagare un pubblico alieno. Il pubblico di Tartaro, il pianeta in cui è ambientato tutto.
Il cast di personaggi non brilla per caratterizzazione e anche i soggetti che troverai in giro per alcune aree non brillano per profondità, tutt’altro. Può capitarti di incontrare individui (o mostruosità che dir si voglia) non aggressivi e che ti proporranno una scelta. Gran parte delle volte, questi dialoghi non hanno molto senso e, almeno all’inizio, le scelte saranno “a sentimento”, dettate dal caso. Per fortuna (o sfortuna), tali dialoghi sono randomici e capiterà quindi di riviverli di run in run senza alcun mutamento (potrai quindi effettuare la scelta col premio migliore, conoscendone già gli esiti dalle run precedenti).
Combattiamo!
Appurato che narrativamente parlando Space Gladiators non brilla e non s’impegna neanche tanto, passiamo al vero e proprio nucleo della produzione: il gameplay. Come anticipato, parliamo di un roguelite action-platform in 2D che rievoca alcuni elementi di Hollow Knight senza però raggiungerne la profondità. Ma procediamo con ordine. Per prima cosa, ogni run inizia con la selezione dell’eroe/gladiatore che si vuole impersonare. Ognuno di questi ha determinate caratteristiche e bonus/malus di vario genere. Inoltre, ogni personaggio ha un indicatore di “difficoltà” d’utilizzo – banalmente: ti anticipa se sono facili o meno da utilizzare.
Il personaggio “patata”, ad esempio, è di livello “easy” avendo molti vita e caratteristiche abbastanza equilibrate. Ci sono invece personaggi molto difficili da padroneggiare e che a un livello d’attacco molto alto presentano pochissimi punti vita (esiste un personaggio con un solo punto vita a disposizione). Se te lo stai chiedendo, sì, se finiscono i punti vita è game over e bisogna ricominciare l’intero percorso dall’inizio. Ma ogni run porta con sé, oltre all’ampliamento dell’archivio di cose viste (oggetti, nemici, bonus e malus) anche un rudimentale e semplice sistema di esperienza del personaggio utilizzato (man mano che si sale di livello, il personaggio ottiene ulteriori bonus passivi come l’aumento permanente dell’energia).
Selezionato il personaggio, il gioco ti farà sempre iniziare dal primo bioma (denominato: The Hole). Qui otterrai tre oggetti che potrai liberamente scegliere se raccogliere o meno. Gli oggetti sono di varie categorie e sempre visibili in basso allo schermo (salvo quelli relativi ai bonus passivi). Banalmente, si tratta di equipaggiamento e armi extra (come quelle da lancia). Ovviamente, potrai equipaggiare solo un oggetto per tipo e il gioco ti permette di cambiarli liberamente man mano che ne trovi altri. Conoscere, sperimentare e creare buone combo di equipaggiamenti e bonus è essenziale per provare a sopravvivere più a lungo possibile nel crudele e oscuro pianeta di Tartaro.
I primi personaggi sono dotati di un attacco ravvicinato e di un’arma a distanza (che come anticipato, potrai eventualmente cambiare già dalle prime schermate con un’altra random). Combattere in Space Gladiators è decisamente facile e appagante, nonché accessibile, grazie a comandi semplici e intuitivi e a una resa ludica praticamente immediata. Ma questa apparente semplicità non deve trarre in inganno: Space Gladiators è decisamente difficile.
Lo è per vari motivi ma prima di scendere nel dettaglio è bene spiegare come sono composte le aree di gioco. Iniziata l’avventura, avrai sempre a disposizione una comoda e intuitiva mappa delle aree con tanto di piccola “anteprima”. Banalmente: il mostriciattolo verde indica un’area molto semplice dove devi sterminare tutti i nemici laddove il mostriciattolo rosso è un’area decisamente più pericoloso con lo stesso obiettivo. Altre tipologie di aree e relativo simbolino sono quelle del mercante oppure del punto interrogativo (dove, appunto, è un’incognita cosa ti aspetta).
Non mancano aree prontate principalmente ad attività platform indicate dagli spuntoni (pochi spuntoni, è semplice, tanti spuntoni, è difficile). In queste aree sarai chiamato a percorrere un percorso lineare ma pieno di trappole di vario genere e che sapranno mettere a dura prova la tua pazienza e testare le tue abilità. Se te lo stai chiedendo, sì, il gioco ha un sistema di ramificazione di zone che, salvo percorsi univoci (comunque sempre segnalati con una piccola anteprima – non totale), permette al giocatore di cambiare man mano il percorso.
Lo ammettiamo, c’è una buona varietà, anche se la ripetitività tipica del genere busserà presto alla porta soprattutto perché in Space Gladiators morirai decisamente spesso. Le citate fasi platform, ad esempio, possono diventare un vero e proprio inferno con momenti in cui devi calcolare alla perfezione il salto del personaggio, pena la perdita di una vita. Possono capitare zone decisamente ostiche e imprevedibili e lo stesso, oltre che per le fasi platform, può coinvolgere anche quelle ad “arena” dove sarai tempestato di nemici di vario genere.
Certo, se sei riuscito a ottenere una buona combo di equipaggiamenti e bonus, il discorso difficoltà viene limato ma a noi sono capitate innumerevoli run dove la fortuna ci ha voltato le spalle e ci siamo trovati con equipaggiamenti non idonei alla sfida. L’elemento casuale, quindi, può causare frustrazione anche se, dobbiamo dirlo, il gioco permette sempre di cavarsela, con sudore e fatica rispetto a un buon set di oggetti ed equip, ma ce la si può sempre fare.
Grafica e sonoro
Graficamente parlando, Space Gladiators deve tutto a The Binding of Isaac e Hollow Knight. I richiami sono palesi, soprattutto per Isaac di cui prova a rievocarne – con scarso successo – le ambientazioni macabre e grottesche. Sì, il colpo d’occhio è efficace e funziona discretamente bene (offrendo anche una buona varietà di nemici) ma si poteva tentare qualcosa di più originale e unico.
Il sonoro si difende abbastanza bene, cedendo a una certa ripetitività di fondo ma senza mai risultare fastidioso. Da segnalare che il titolo non presenta sottotitoli in lingua italiana mentre non abbiamo riscontrato problemi di bug o rallentamenti vistosi (salvo sporadici casi con molti nemici su schermo contemporaneamente). Infine, Space Gladiators si difende bene in entrambe le modalità dell’ibrida Nintendo con quella portatile che offre diversi vantaggi in più, considerando anche la tipologia del gioco.