Quello dei farming simulator è un genere che negli ultimi anni ha conosciuto un’enorme popolarità, grazie anche alla sua diffusione su larga scala per dispositivi mobile. Da My Time at Portia ai grandi classici come Harvest Moon, possiamo dire che il genere è stato esplorato in lungo e in largo; tuttavia con No Place Like Home, gli sviluppatori di Chicken Launcher hanno provato a portare una loro visione personale a una tipologia di giochi per sua stessa natura abbastanza stereotipata.
Quasi come Wall-e
Nonostante dalla presentazione non sembri, siamo in presenza di un titolo post-apolittico. Scelta singolare, in effetti, ma che consente di dare un minimo di background al titolo. In un futuro non meglio precisato, l’umanità ha definitivamente compromesso la Terra inquinandola al punto da doverla abbandonare per andare ad abitare Marte.
Ellen Newland, la protagonista del gioco, ha un ultimo rigurgito di nostalgia prima di partire per il pianeta rosso e decide di tornare un’ultima volta sulla Terra per salutare il nonno e dire addio alla fattoria in cui è cresciuta. Tuttavia, una volta arrivata trova un paio di sorprese: il nonno è scomparso e la fattoria è sormontata da cumuli di spazzatura di ogni tipo e dimensione, per cui non ci rimarrà che cercare di sistemare le cose e rendere il posto più vivibile dal momento che nessun posto è come casa.
Il gameplay di No Place Like Home
Per fortuna, il nostro compito non sarà particolarmente gravoso né noioso. Ellen è sia pronta nello spirito che ben attrezzata, come scopriamo nel corso del tutorial. Infatti prima di iniziare l’avventura, a meno di non lasciarsi distrarre da una scala che sarà la prima cosa che vedremo, è presente un tutorial molto completo ed efficace. Anzi, potrei quasi definirlo un tutorial da manuale in quanto ci mostra cosa dovremo fare nel gioco, senza perdersi in dialoghi o cutscene inutili; al contrario, il tutto avviene tramite pittogrammi su schermo ed è realmente veloce ed intuitivo al punto che in pochi minuti saremo padroni di un gameplay abbastanza semplice.
Come detto abbiamo un’attrezzatura adatta allo scopo che, rimandandoci a titoli come Luigi’s Mansion e Mario Sunshine, consiste (lo avrai già capito) in uno speciale aspirapolvere multiuso. Con questo strumento, che è al centro del gameplay, potremo ovviamente aspirare tutti i rifiuti che ci troveremo davanti. Nella lotta per recuperare prezioso spazio vitale e riportare ordine e pulizia intorno a noi, dovremo anche distruggere vere e proprie montagnole di rifiuti: a questo scopo, l’aspirapolvere si trasforma in una piccola trivella che sminuzza l’immondizia al punto da aspirarla senza troppi problemi.
Di tanto in tanto, incontreremo anche dei robot scarafaggio che dobbiamo eliminare viste le loro intenzioni bellicose, operazione per cui ancora una volta ricorreremo al nostro aspirapolvere, o meglio al suo bastone che diventa una sorta di spada con cui colpire rifiuti e nemici. Questa parte del gameplay si rivela estremamente rilassante e riesce a creare in un certo senso dipendenza, ma non è l’unica: stiamo pur sempre parlando di un farming simulator, per cui dobbiamo anche dedicarci a ristrutturare degli edifici e gestire le nostre coltivazioni.
Per fare questo sono indispensabili i materiali che ricicliamo man mano e i progetti in cui ci imbattiamo durante la nostra opera di pulizia, ma non solo. Procedendo nell’avventura incontreremo alcuni PNG che hanno deciso di non abbandonare la Terra e che cercano di fare ancora la differenza, diventando anche nostri alleati. Non si tratta di personaggi particolarmente profondi o ben definiti, ma hanno una duplice utilità: da un lato possiedono tutti un negozietto da cui fare acquisti di sementi o parti utili a sistemare quanto ci interessa, dall’altro ci affideranno delle missioni secondarie che oltre ad essere utili all’ambiente circostante costituiscono una breve variazione al gameplay principale.
Nulla di eclatante, sono piccoli compiti come sradicare piante mutate dalle radiazioni e piantare alberi sani al loro posto o bonificare zone con acque inquinate, ma avere la possibilità di cambiare un po’ il gameplay è sempre piacevole. Un ultimo aspetto importante, in cui viene fuori lo humor che contraddistingue No Place Like Home, è nel rapporto con gli animali. Oltre a PNG umani, ci troveremo alle prese con animali da allevare, alcuni dei quali un po’ bizzarri a cominciare dal pollo che ci accoglie appena giunti alla fattoria del nonno. Potremo vestirli con accessori bizzarri e dovremo cercare la massima sintonia con loro, al punto che sarà possibile di tanto in tanto organizzare delle feste a cui prender parte per qualche istante divertente e spensierato.
Segnali di stile: comparto grafico e audio
Nonostante, come detto, il titolo abbia un’ambientazione post-apocalittica, siamo ben lontani dalle lande desolate e mortali di titoli come Metro o Fallout. Questo si esplica anche attraverso una palette colorata e rilassante che ci mostra un mondo vivo e ben lontano dall’arrendersi all’incuria dell’uomo. Per quanto la grafica sia tutto meno che realistica, la possibilità di approcciarsi ad un farm sim con la visuale e i comandi tipici di un action è sicuramente gradita e il mondo ideato da Chicken Launcher è sicuramente interessante da vedersi.
L’unico difetto è costituito dalle dimensioni del testo che, specie per chi gioca in modalità handheld, risulta molto piccolo e fastidioso da leggere. Accettabile, pur senza brillare, il comparto sonoro che presenta musiche rilassanti che contribuiscono a creare un contesto agreste e leggero ed effetti sonori coerenti con quanto avviene su schermo.