Prendi una manciata di persone appassionate di videogiochi, fanne una software house chiamandola Point Blank Games e poi dagli carta bianca per lo sviluppo di un videogioco. Fatto? Bene, ora prendi le forbici dalla punta arrotondata, apri la busta con dentro il videogioco sviluppato et voilà, cosa leggi? Stray Blade, questo è il titolo che andremo a recensire quest’oggi. Ora posa quelle forbici e buona lettura.
Stray Blade: storia di un’avventuriero solitario
Come abbiamo avuto modo di accennare in apertura, Stray Blade è un videogioco indipendente sviluppato da una manciata di persone e che a tratti ricorda vecchie glorie come Gothic, mescolando saggiamente il tutto con i soulslike in salsa moderna. Ecco, quando parliamo di soulslike teniamo a mente che neanche la stessa FromSoftware, che fa souslike praticamente da sempre, è riuscita a presentare Elden Ring privo di difetti.
Questo è bene tenerlo sempre a mente, poiché è altresì logico che non potremmo far pesare determinate carenze tecniche (o artistiche) di Stray Blade in modo eccessivo ad una software house composta da una manciata di persone. Ad iniziare da quella che è la trama, la quale non presenta nulla di completamente nuovo.
Sarà nostro compito vestire i panni di Farren West, che non è un importante calciatore nelle fila di qualche squadra del nord Italia, bensì un avventuriero (o avventuriera, questo saremo noi a deciderlo) in cerca di nuove scoperte. Proprio a causa di una di queste si ritroverà coinvolto in un’esplosione in cui perderà la vita.
Risvegliatosi dovrà quindi capire in primis le ragioni per cui non è morto, successivamente insieme a Boji (un Lupo Xinnon di cui farà la conoscenza) scoprire il modo di lasciare la Valle di Acrea. Cosa non facile visto che a riportare il nostro eroe in vita è stato un frammento di cristallo che gli ha colpito il petto ed è incastonato in esso, proprio per questo lasciare il luogo sarebbe per l’eroe mortalmente definitivo.
Il comparto artistico e tecnico
Stray Blade si presenta agli occhi dei videogiocatori come un action RPG con elementi soulslike, il tutto condito dalla più classica delle visuali in terza persona. Il mondo che circonda Farren West è colorato, dai toni accesi, a volte anche leggermente fiabesco oseremmo dire, il che non è necessariamente un male, tutt’altro.
Il comparto artistico denota un lavoro abbastanza minuzioso dedito a riportare al videogiocatore quella sensazione fra il fantasy e le fiabe di un tempo. E se pensiamo che questo gioco sia stato sviluppato da una manciata di persone, il che ci suona tutto così irrealisticamente piacevole da lasciarci sbalorditi.
Nell’avventura che affronteremo non sarà tutto rose e fiori, avremmo per forza di cose la necessità di combattere contro i nemici che ostacoleranno il nostro percorso. Sia essi umani (e cavalieri quanto noi) sia esse creature del luogo, nessuno perderà occasione alla nostra vista di attaccarci neanche gli avessimo fregato i buoni spesa.
Per quanto concerne il comparto tecnico di Stray Blade invece è altalenante, avremo qualche compenetrazione di troppo, il nostro eroe che a volte resterà sospeso nel vuoto ben oltre il bordo di una superficie, animazioni che si desincronizzano e una IA non propriamente al passo con i tempi. Ma vista la natura indipendente del titolo possiamo ritenere tutto ciò “accettabile e nella norma”.
Il gameplay
Il gameplay di Stray Blade si suddivide in varie attività, si alterna fra esplorazione e scoperta di nuove porzioni di mappa e crafting fino ad arrivare al più puro dei combat system, il quale sembra rendere omaggio ai soulslike che ad oggi tutti conosciamo. Nelle fasi di esplorazione dovremo esplorare l’ambiente alla ricerca di materiali, di bacche curative, e di checkpoint che faranno la funzione dei tipici falò visti in Dark Souls.
Il crafting è relativamente accennato, non avremo la varietà che si potrebbe avere in un survival come Conan Exile, avremo il giusto necessario a fare di contorno per poterci creare armi o equipaggiamento del quale avremo trovato la ricetta. Neanche l’equipaggiamento sarà chissà quanto variegato, ci saranno una decina di armi ognuna con la sua velocità di attacco, di danni, e di maneggevolezza.
Ovviamente nella fase di esplorazione non potrà mancare di incorrere in qualche cavaliere, nervoso come uno a cui hanno rubato la carta di credito, o in animali famelici. In entrambi i casi sfogheranno tutto il loro nervosismo contro di noi.
L’uccisione di alcuni nemici o il ritrovamento di alcuni artefatti ci permetteranno di sbloccare delle abilità in un menù apposito. Avremo infatti a disposizione un albero delle abilità di Farren West e uno, a se stante, per il piccolo lupetto strano chiamato Boji. Sbloccare alcune abilità ci darà ad esempio la possibilità di portare più bacche curative nell’inventario o fare più danni.
Ci sarà la presenza anche di alcune boss fight, poche in realtà, che tuttavia sono ben ispirate e divertenti da affrontare. Se pensi che Stray Blade sia un videogioco facile e per tutti soltanto per via del suo comparto artistico al limite del “fumettoso” ti sbagli di grosso. Nelle boss fight servirà impegno, ingegno, e soprattutto una buona dose di tempismo sulle parate e le schivate.
Se nella fase di esplorazione perlopiù a livello tecnico tutto procede senza intoppi il resto non si può dire del combat system. Lento, legnoso, e con schivate e parate non sempre precisissime complici non soltanto delle hitbox non precisissime, ma anche alcune mosse dei nemici di difficile lettura. Come se non bastasse utilizzando un gamepad ufficiale Microsoft abbiamo notato anche un leggerissimo input lag.
Ma ripetiamo, parliamo di un videogioco sviluppato da una manciata di persone, quindi seppur ci troviamo davanti ad un videogioco imperfetto non possiamo far gravare tutto questo sulla considerazione finale. Va piuttosto elogiato il lavoro fatto, considerando che recentemente abbiamo visto videogiochi di ben altro calibro (qualcuno ha detto Redfall?) fare buchi nell’acqua.
Il comparto audio
Per quanto riguarda il comparto audio di Stray Blade, quel qualcosa che pochi tendono a considerare, noi ci teniamo a parlarne seppur ci sia ben poco da dire. Le colonne sonore risultano ben adattate nel contesto generale, non avremo qualcosa di “stonato” come accade recentemente come musica punk rock in titoli smielati. La musica che accompagnerà l’avventura di Farren West e quella che si addice.
Il doppiaggio purtroppo è in inglese ma sono presenti i sottotitoli in italiano, doppiaggio che abbiamo trovato ben curato seppur in alcuni contesti non è propriamente il tono che ci aspetteremo da parte del personaggio. Ad esempio ci è capitato che sconfiggendo il primo boss il nostro personaggio esultasse con un’enfasi fanciullesca felice di aver battuto un così potente nemico.
Ci duole ripeterlo, bisogna sempre ricordare di trovarci davanti a Stray Blade, un titolo sviluppato da una manciata di persone, i difetti e le problematiche tecniche del titolo sono ampiamente comprensibili e abbiamo citato il tutto per senso di dovere verso il lettore, non per crocifiggere una software house che, secondo un nostro modesto parere, ha svolto un lavoro davvero ottimo.