Il 24 maggio 2023 si è tenuto lo showcase di PlayStation dove sono stati annunciati moltissimi titoli di vario genere tra cui un tale di nome Foamstars. Il titolo in oggetto è stato promosso da Square Enix e ha fatto rumore soprattutto la sua palese somiglianza – in parte estrema – con l’IP Splatoon di casa Nintendo (e qui trovi la nostra recensione del terzo capitolo disponibile su Nintendo Switch). Con questo nuovo articolo di approfondimento, utilizzeremo proprio Foamstars per cercare di capire quanto l’emulazione si sta espandendo nel mondo del videogioco e quanto la ricerca di idee realmente nuove inizi a essere decisamente più faticosa.
Foamstars ha la schiuma, Splatoon le seppie
Chiariamoci, è ovvio che più un medium va avanti, più creare qualcosa di nuovo inizia a essere faticoso e impegnativo. Ma è anche vero che l’emulazione, o ispirazione che dir si voglia, può avere varie forme e aspetti diversi. Prendendo Foamstars – messo in causa in quanto più recente oggetto di emulazione del momento, nonché palese il tentativo ludico e perché no, anche economico, di sfruttare l’innegabile successo dell’IP di casa Nintendo.
Foamstars, per chi ancora non lo sapesse, è presentato come un videogioco prevalentemente multigiocatore a squadre competitivo dove a regnare è della schiuma colorata. Dal trailer, si nota, infatti, la possibilità di schiumare ambienti e nemici, nonché di cavalcare il proprio colore con vistose tavole da surf, e non solo. Ti ricorda forse qualcosa? Sì, in Splatoon puoi fare tutto questo ma ehi, in Splatoon ci sono le seppie.
Ironia a parte, è anche vero che lo stesso concept alla base di Splatoon non è propriamente inedito. Banalmente, dividersi in squadre e cercare di vincere colorando del proprio colore la maggior parte della location è qualcosa che era presente già in Crash Bash – ed era solo uno dei tantissimi minigiochi. Splatoon ha avuto la furbizia di personalizzare un concept, mischiarlo a un gameplay solido ed efficace da sparattutto in terza persona e l’abilità, indiscutibile, d’aver costruito intorno un’identità – più visiva che narrativa – di tutto rispetto.
Non per niente parliamo di una IP prevalentemente giovane che ha saputo resistere alla prova del tempo e a tutte quelle saghe che, nel tempo, sono sopravvissute e che sulle spalle hanno decisamente diversi anni di esperienza. Creare una nuova IP che sappia durare è difficile, oggi ancora di più. Non per niente in molti rievocano i grandi – ma anche i meno grandi – del passato. A tal proposito, un saluto a Snake che tornerà con il remake del terzo leggendario capitolo di Metal Gear.
Ma tornando a noi e in particolare a Foamastars, non sorprende la decisione di tuffarsi nell’onda del successo di Splatoon. è una strategia furba ma anche una scommessa pericolosamente complessa. I motivi sono molteplici. Basta prendere una formula ludica, cambiare pochi dettagli e modificare i protagonisti richiamando un’altra tipologia di gioco forte – sì, le somiglianze con Fortnite nel character design si notano eccome – per proporre una nuova IP al pubblico di oggi? Tenendo anche conto di quanto i giochi votati quasi esclusivamente al multiplayer stiano arrancando nel lungo periodo. Lo stesso Fall Guys, vera e propria rivelazione degli ultimi anni, ha dovuto subire un pesante aggiornamento – dopo esser diventato free-to-play – pur di restare a galla. Perfino il già citato Fortnite non si adagia sugi allori, continuando a reinventarsi di stagione in stagione nel tentativo di non fossilizzarsi su se stesso.
Saremo onesti, è presto per rispondere a una domanda del genere – d’altronde abbiamo visto solo un trailer – e bisogna comunque dare fiducia a qualsiasi progetto dell’ingegno. Magari Foamastars ci stupirà. Fatto sta che quel trailer ha fatto passare quel gioco come la copia di un altro, oggi decisamente più forte. Come tanti altri giochi, oggi, passano come copia di Fortnite. O Mario Kart. O tanti altri titoli. Ebbene, quanti di questi titoli bollati come “copia” riescono a sopravvivere nel tempo? Quanti sopravviveranno? Un esempio vincente? Crash Team Racing. In quanti lo hanno bollato – e lo bollano ancora – come copia di Mario Kart? Eppure quanto è potente la sua identità? Quanto è riuscito a far proprio? E se hai voglia e sei curioso di approfondire il mondo dei kart game, qui trovi un nostro approfondimento.
Cercasi idee dagli altri
Può sembrare “pungente” come argomentazione e ci teniamo a dire che il nostro non è un attacco all’ultima fatica Square Enix ma una riflessione su una tendenza, sempre più comunque, di seguire le orme altrui modificandole sempre meno. Square Enix è un gigante dell’industria e con questo titolo, strategicamente parlando, parla a tutti coloro che vorrebbero giocare Splatoon non su console Nintendo. O almeno è questo uno dei messaggi che sono arrivati. In termini di marketing e potenziali vendite, il ragionamento c’è e funziona. Si sfrutta un “potere” nato altrove e che altrove funziona bene. Si prende quindi quella forza e la si transla dove manca anticipando eventuali altricomptetitor. Ma come detto, Splatoon ha saputo far affezionare i fan al proprio brand con un immaginario, seppur non rivoluzionario, comunque identitario e solido. Foamstars saprà fare lo stesso?
Parliamoci chiaro, tecnicamente parlando il titolo – per quel poco che si è visto – sembra anche abbastanza avanzato ed è quindi possibile che non sia un progetto minore ma una scommessa che, potrebbe perché no, risultare perfino vincente. Noi lo auguriamo – quando un buon videogioco “vince”, vinciamo anche noi videogiocatori – ma avremo preferito assistere a qualcosa di veramente nuovo. Qualcosa d’inedito. O almeno a qualcosa di più furbo, capace sì di prendere idee altrui ma di personalizzarle così nel profondo da farle apparire proprie. Sappiamo tutti, d’altronde, chi è il primo battle royale, no? Eppure c’è chi punterebbe il dito, sbagliando, su Fortnite.