KEMCO ha ormai da tempo consolidato la sua posizione come uno dei publisher più proliferi quando si parla di far uscire GDR vecchio stile, sia su dispositivi mobile che console, e Onigo Hunter non fa altro che confermare quanto detto.
Siamo di fronte a un nuovo GDR vecchio stile, nel quale si riconosce subito lo stile del publisher, proprio per l’enorme numero di titoli che questi sta facendo arrivare su console e mobile. Titoli che, pur dimostrandosi di buona fattura, spesso non fanno altro che dare al giocatore proprio quello che si aspetta, ma purtroppo a volte “solo” quello.
Con Onigo Hunter, lo sviluppatore ha tentato di aggiungere un qualcosa di stuzzicante che va a modificare sia il gameplay dei combattimenti, che quello del crafting, ovvero la cattura dei mostri che affronteremo in battaglia. Andiamo a vedere se questo è bastato per dare ai giocatori
Onigo Hunter: il re è scomparso
La storia del nuovo titolo di KEMCO, pur non presentando quasi nessun elemento innovativo, riesce comunque a mantenere l’interesse del giocatore, proponendo una trama che vede il re del regno di Wive, scomparso dopo che questi era in esplorazione in misteriose rovine.
Nei panni di Fain, novizio ma promettente cacciatore, saremo l’unica persona che accetterà l’incarico dalla principessa Lumiere, di ritrovare lo scomparso padre, visto che inspiegabilmente, le ricerche da parte della milizia del castello, sono state preventivamente interrotte.
Tra antiche civiltà da scoprire e intrighi a corte, Onigo Hunter riesce a fornire diversi elementi di attenzione, ai quali si aggiunge anche la crescita come cacciatore di Fain, il quale aumentando di rango nella gilda, avrà accesso a nuove aree e potrà continuare le ricerche del re. La pecca della trama è che, a parte qualche personaggio che incontreremo più avanti nel gioco, la maggior parte non risulta essere carismatica, al netto di una personalità già vista e stereotipata, anche per il trio che formerà il cuore principale del nostro team, ovvero Fain, Lumiere e il suo maggiordomo Sebastian.
Gameplay con piccolo antipasto di mostri
Onigo Hunter anche per quanto concerne i combattimenti, presenta la classica meccanica a turni, scanditi da una barra sulla parte superiore dello schermo, a seconda della velocità di nemici e protagonisti. Avremo a disposizione le solite meccaniche di attacco, utilizzo di oggetti e abilità, e difesa, ma con delle piccole varianti.
L’energia utilizzata per eseguire le abilità, sarà in comune fra tutti i personaggi, e si riempirà di un po’ ogni fine combattimento e a ogni attacco normale andato a segno. A dire la verità, tranne che in pochissime e rare eccezioni, non mi sono mai trovato in difficoltà nel gestire questa energia, non rischiando mai di rimanere senza.
L’altra introduzione nel gameplay di Onigo Hunter, è il poter catturare i mostri che affronteremo, in maniera simile a quella vista sui Pokémon, ovvero abbassando i loro HP e utilizzando successivamente una abilità di cattura. I mostri catturati potranno essere utilizzati in battaglia, ma purtroppo non per combattere, bensì come fossero dei semplici oggetti, che andranno a donare abilità elementali al party. Oltre questo, un altro modo di utilizzarli è quello di fonderli tra di loro in un processo alchemico, al fine di ottenere svariati oggetti ed equipaggiamenti.
Oltre questo, Onigo Hunter rimane il “solito” RPG di KEMCO, con una grafica pulita e in pixel art nella media, motivetti orecchiabili e un gameplay abbastanza semplice, anche se qualche boss ci ha fatto un po’ penare. Sicuramente riuscirà a piacere agli appassionati, purché questi non si aspettino un titolo profondo e innovativo.