Fin dagli albori dei tempi la saga videoludica di Aliens (famoso franchise cinematografico) non ha mai raggiunto la vetta del successo sperato, ma stavolta con Aliens: Dark Descent cambiano le carte in tavola. Il videogioco sviluppato da Tindalos Interactive, in collaborazione con Disney’s 20th Century Games e distribuito da Focus Entertainment, potrebbe finalmente essere ciò che i fan della saga meritano.
Aliens: Dark Descent, un briciolo di storia
È una giornata come tante a bordo della stazione spaziale Piooner che orbita intorno a Lethe, le solite navi spaziali in partenza, altre in arrivo, le solite scaramucce fra superiori, insomma una giornata come tante. Se non fosse che stavolta qualcosa non torna al supervisore Maeko Hayes, la quale decide di ispezionare personalmente un carico.
Mai scelta si è risultata più azzeccata, per poi non certo per lei oseremmo dire. Infatti quel carico è proprio ciò che sancirà l’inizio della storia che saremo portati a vivere, ambientata circa 20 anni dopo gli eventi narrati in Aliens 3. Anche in questo caso spunteranno (ma guarda caso) alcuni nomi altisonanti, come quelli della compagnia Weyland-Yutani.
In Aliens: Dark Descent spetterà a te cercare di evitare che un’invasione di Xenomorfi possa trasformarsi in un’infestazione completa. Scegli con cura i tuoi soldati, equipaggiali a dovere e tieni di gli occhi aperti, poiché ogni caduto sul campo morirà in modo permanente e il suo corpo resterà sul posto per ricordarti, senza pietà, ogni dannata morte sul campo di battaglia.
Gameplay
Aliens: Dark Descent è un videogioco strategico in tempo reale con visuale isometrica, ma che ha dalla sua alcune meccaniche di gameplay da non prendere sottogamba. Il sistema di gioco ci ha riportato indietro nel tempo, proponendoci ambientazioni alla Alien Breed e un sistema di controllo alla Syndicate.
Lo sappiamo, amiamo citare vecchi videogiochi di cui forse pochi di voi hanno sentito parlare. In Aliens: Dark Descent sarai portato a compiere missioni più o meno pericolose, mirate non soltanto allo sterminio degli Aliens, ma anche al salvataggio di materiali o esseri umani. Ad ogni missione sarà possibile scegliere con cura i soldati da mandare in campo e il loro equipaggiamento.
Non vorrai mica mandare in battaglia soldati poco idonei alla missione, o peggio malamente armati, vero? Ogni soldato che potrai schierare avrà la sua specializzazione di classe, alcune abilità specifiche e soprattutto un’equipaggiamento variabile. Equipaggiamento che è anche possibile sbloccare o acquisire nel corso dell’avventura.
Purtroppo non sarà possibile spostare un solo membro della squadra, tutta la squadra si muoverà all’unisono quando sceglieremo di spostarci ed ispezionare altri ambienti, tuttavia nel caso di alcune azioni speciali (come saldare o dissaldare una porta) il gioco stesso invierà a compiere l’azione il membro della squadra idoneo.
Per cercare di essere comprensibili vogliamo spiegarti meglio, immagina un qualsiasi X-COM o strategico come Gears Tactics, togli il movimento o le azioni a turno rendendo il gioco lineare quasi come fosse un hack and slash e avrai Aliens: Dark Descent. Ti domanderai come sarà possibile comandi velocemente.
Per questo ti verrà in aiuto una sorta di “bullet-time”, alla pressione dell’apposito tasto dedicato alla scelta delle varie azioni da compiere il tempo sarà rallentato. Questo ti concederà il tempo necessario a scegliere quale azione compiere senza compromettere (non molto, a patto che tu sia veloce) l’integrità fisica della squadra.
Sarà possibile reclutare e addestrare i soldati, potenziando anche le loro abilità. Ogni missione proporrà ai videogiocatori la possibilità di avere diversi approcci, da quello alla “ca**o bum bum” (cit. John Travolta in From Paris With Love) fino ad un approccio più oculato e strategico. È consigliatissimo tenere d’occhio i vari sensori di movimento o il posizionamento di torrette strategiche.
Insomma, avanzare con cautela, cercare riparo, osservare con cura l’ambiente e studiarne la struttura ai fini di una completa comprensione dell’ambiente utile nei momenti di battaglia è ciò che ti richiederà Aliens: Dark Descent. Indubbiamente un titolo ben strutturato per ciò che concerne il gameplay e che ti terrà impegnato in media una quindicina di ore.
Comparto tecnico
È forse nel comparto tecnico che possiamo notare qualche incertezza in Aliens: Dark Descent, ma non tanto nel gioco in se, come abbiamo già accennato uno strategico in tempo reale con visuale isometrica, piuttosto per ciò che riguarda i filmati. Se in fase di gioco vero e proprio tutto è ben strutturato e offre un’ottima resa visiva, lo stesso non si può dire nelle cut-scene.
Nelle cut-scene a volte è possibile notare fastidiosi effetti pop-up, animazioni non propriamente eccelse, gli stessi personaggi visibili a schermo presentano non poche sfaccettature deludenti nei loro modelli. Tutto ciò però viene dimenticato (ed è proprio il caso di dirlo) quando si rientra nella fase di gioco vero e proprio.
Le ambientazioni, la cura dei dettagli in esse, tutto ciò che ti circonda e gli stessi membri della squadra saranno tutti elementi che ti lasceranno piacevolmente soddisfatto. Le tracce di sangue, il disordine nelle varie stanze o corridoi, i rumori ambientali o le battute che si scambieranno i membri della squadra nel corso dell’ispezione o nel combattimento sono elementi pregevoli.
Anche ciò che comprende tutto il comparto audio è qualcosa che mira a dare la giusta immersione quando si gioca ad Aliens: Dark Descent, consigliamo infatti per godere dei vari suoni ambientali l’utilizzo di un paio di cuffie. In questo modo potrai godere di un’immersività molto più pura e completa, mentre esplorerai meandri oscuri e sarai preda dei terrificanti Aliens.
Peccato che in tutto questo splendore tecnico (se mettiamo da parte i filmati e le cut-scene ovviamente) manchi un doppiaggio in italiano, non che la cosa sia eccessivamente ingravidante, Aliens: Dark Descent è un titolo ampiamente apprezzabile e godibile anche così vista la presenza di sottotitoli localizzati nella nostra lingua. Tuttavia la presenza di un doppiaggio in italiano avrebbe reso il tutto ancora più gradito.