Sviluppato da Limbic Entertainment e pubblicato Bandai Namco Entertainment, Park Beyond è un gestionale, nonché simulatore, di costruzione di parchi divertimenti. Si tratta di un nuovo titolo che va a infilarsi in un catalogo con grandi nomi del passato e del presente come Theme Park e RollerCoaster (qui troverai la nostra recensione di RollerCoaster Tycoon 3) o il più recente Planet Coaster. Noi abbiamo costruito di tutto su PlayStation 5 e questa è la nostra recensione!
Park Beyond – la fisica è meno importante del divertimento
Park Beyond sorprende da subito, non appena si accede al menù principale. Il motivo è semplice e non scontato: la presenza di una campagna single player. In titolo del genere, un gestionale e ancor di più un sim, la presenza di una vera e propria campagna con tanto di personaggi comprimari, missioni da seguire e un filo narrativo vero e proprio da fare da conduttore… è difficile, se non quasi impossibile. Park Beyond osa e lo fa anche discretamente bene.
Saremo onesti, sì, la campagna principale funge da pomposo tutorial e sì, narrativamente parlando non siamo davanti a chissà quale canovaccio narrativo sconvolgente ma l’impegno è da premiare così come il fatto che ci sono dei veri e propri comprimari oltre che una storia leggera e gradevole. Ma procediamo con ordine. Noi siamo un creativo (o meglio, un visionario), un creativo che non trova il suo posto nel mondo. Ce ne rendiamo conto dal principio, dopo aver scaraventato lontano la sveglia e accartocciato l’ennesima bozza di giostra dei divertimenti.
Ed è proprio dopo aver trasformato una bozza in aeroplanino che inizia il primo di tanti tutorial. Qui facciamo la conoscenza di una giovane, decisamente vivace, che farà da apri pista alla nostra imprevedibile carriera. Veniamo ben presto, infatti, ingaggiati nella multinazionale Cloudstormer e, fatta conoscenza di diversi colleghi (con tanto di vari cliché) veniamo a conoscenza di un fantomatico rivale: Hemlock. E che dire dell’antagonista minore, tale Alex Chen… ispettore della sicurezza. Insomma, il cast di personaggi della parte narrativa di Park Beyond non è un mero accessorio e svolge discretamente bene il suo compito.
L’obiettivo della trama è comunque sempre quello di prepararci alla modalità libera, è palese, ma nasconde tutto dietro una serie di sfide e obiettivi, come riparare una serie di parchi a tema problematici, che funziona, diverte e non fa quasi mai pesare l’andamento della “campagna”. Ma è ovvio che Park Beyond non può e non deve esaurirsi al termine della campagna. Tutt’altro, Park Beyond rimane principalmente un simulatore e gestionale che ci lascia liberi di creare il nostro parco dei divertimenti.
Costruiamo e gestiamo
In quanto park management, Park Beyond è sia simulatore di costruzione che simulatore di gestione di un parco dei divertimenti. E lo fa seguendo un sistema decisamente classico e innovando, purtroppo, molto molto poco. Theme Park è il primo titolo che viene alla mente nel guardare Park Beyond, più che altro per la scelta, per noi azzeccata, di sfidare la fisica (sacrificandola in parte) per creare attrazioni completamente fuori di testa e che sfiorano la fantascienza. Banalmente, ci sono giostre che sparano i clienti letteralmente in orbita e altre diavolerie assurde che t’invitiamo a scoprire di persona.
Nel corso della campagna, come accennato nel paragrafo precedente, ci ritroveremo a risolvere una serie di sfide e problemi, ed è qui che padroneggeremo le basi della costruzione e gestione di parchi a tema, con un focus essenziale se non d’obbligo sulle montagne russe. Prima di scendere nel dettaglio, durante l’hub della campagna principale, ossia tra una missione e un’altra, avrai modo di effettuare diverse scelte, quasi strategiche si può dire. Un modo intrigante di prepararsi ma l’azione vera e propria è sul campo e l’approfondirai a pieno principalmente nella modalità libera.
Qui, infatti, potrai mettere alla prova le abilità apprese durante la storia per costruire da zero il tuo parco dei divertimenti. Tra le prime scelte che dovrai fare, oltre al budget iniziale, ci sono gli obiettivi da raggiungere e il periodo di tempo previsto per ottenerli. Potrai anche regolare la difficoltà, quanto velocemente si consumano le giostre e strutture il tutto in una personalizzazione non molto capillare ma comunque utile per creare un’esperienza quanto più in linea possibile con i propri bisogni. E già questo rende il titolo più accessibile di altri, proponendosi perfino come base di partenza per i neofiti dei gestionali/simulatori di parchi dei divertimenti.
Per il resto, come anticipato, Park Beyond non innova granché rispetto ai suoi “competitor” e anzi, poteva osare decisamente di più considerando l’esplosione di colori che domina ovunque e il coraggio di mettere da parte la fisica e il realismo per trovate più fantasiose se non proprio assurde. Nota positiva, però, per l’accessibilità. Costruire montagne russe in Park Beyond è abbastanza semplice. Il tutorial aiuta ma la trasposizione dei comandi, pad alla mano, è meno legnosa di quel che ci aspettassimo.
Certo, richiede un po’ di tempo e sì, capiterà di fare errori e dover tornare indietro, soprattutto quando proverai a lavorare su più livelli in verticale, ma il risultato finale sarà quasi sempre soddisfacente. Ovviamente non mancano determinati “limiti” di cui tener conto, come la gravità e l’accelerazione su rotaie con rispettive salite e discese. Inoltre, da bravo gestionale, dovrai tenere d’occhio i guadagni e chi è che porta guadagno? I visitatori, ovvio.
Ci sono tre tipologie di visitatori: adulti, adolescenti e bambini. Dovrai capire su chi focalizzarsi principalmente, soprattutto all’inizio. Questo perché le giostre non portano gli stessi risultati su tutti e tu hai bisogno di guadagnare o rischi di far deteriorare le strutture con relative reazioni negative da parte dei “clienti” e conseguente perdita di soldi (col potenziale rischio di dover chiedere prestiti e avvicinarsi pericolosamente alla bancarotta che sarà inevitabile dopo tre mesi successivi di mancanza di profitti). E i soldi ti serviranno soprattutto per poter sperimentare nuove giostre (di cui, ti ricordiamo, dovrai sempre creare un percorso di uscita e uno di entrata che fungerà anche da “fila d’attesa” e limitatore di persone), espanderti su nuovi terreni e soprattutto, ampliare la tua fantasia.
E parlando di nuove giostre e non solo, per poterle sbloccare, prima che acquistare, dovrai salire di livello. Il livello di ricerca. Questo livello, visibile su schermo, aumenta gradualmente man mano che giocheremo e sperimenteremo col nostro parco (focalizzandosi sull’attrattività dello stesso, calcolata in base alla quantità di divertimento che i visitatori generano ogni giorno e alla valutazione complessiva della pulizia del parco) a tema e ci permetterà di ampliare la tipologia di strutture che potremo poi acquistare e implementare nel nostro parco. Ma se fin’ora tutto questo è abbastanza prevedibile e già presente altrove, è tempo di scoprire una delle poche novità rilevanti osate da Park Beyond.
Impossibiliazione!
Impossibiliazione… non è una parolaccia ma è un’opzione, o meglio, una mini barra, che si riempie man mano che i “clienti” sono soddisfatti. Al riempimento di questa mini-barra, si ottengono dei punti Impossibiliazione che potrai liberamente utilizzare su strutture e/o staff. Questi punti portano a un miglioramento istantaneo che si traduce in giostre più ricercate e particolari (e quindi che attraggono più gente e più soldi) o in membri dello staff più efficienti. Ovviamente, a bonus positivo, equivale anche bonus negativo. Le strutture potenziate hanno diversi rischi e richiedono una manutenzione maggiore mentre uno staff più efficiente e abile richiederà dei compensi più alti del normale.
Questa piccola innovazione, seppur non molto rivoluzionaria, contribuisce a rendere l’esperienza di Park Beyond più divertente e quasi strategica. Chi è appassionato del genere, troverà pane per i suoi denti al costo di rinunciare al realismo e anche a una precisione nella costruzione (non sempre presente). C’è da segnalare anche che si poteva aggiungere qualcosina in più in termini quantitativi di strutture ma Park Beyond ha anche un Annual Pass con cui sono attesi diversi DLC con contenuti che sapranno sicuramente ampliare e variare una base comunque solida ed efficace.
Grafica e sonoro
Graficamente parlando, Park Beyond non è affatto male… se non si zoomma troppa. In tal caso, si nota una scarsa cura nei dettagli, soprattutto per gli ambienti da sfondo, oltre a problematiche di compenetrazione invisibili ad ampie distanze (ad esempio, può capitare di costruire rotaie che passano dentro ad alberi…). è capitato anche di vedere visitatori slittare o volteggiare a pochi centimetri dal suolo come se fossero degli “alieni”. Tante piccolezze che senza zoom non pesano ma che con visuale in prima persona, come quando provi con mano le montagne russe, possono far storcere non poco il naso. Di positivo, è che si tratta comunque di un mondo pieno di colori e dotato di giostre decisamente creative e dalle animazioni quasi sempre fluide ed efficaci, seppur nella loro follia. Ancora una volta, non cercare il realismo in Park Beyond.
Il sonoro è anch’esso molto gradevole, orecchiabile e idoneo alla tipologia del titolo, senza mai stancare o risultare eccessivamente ripetitivo. Da segnalare un ottimo doppiaggio in lingua italiana (sono presenti anche i sottotitoli, ovviamente) che caratterizza molto bene i vari membri del cast della campagna. Infine, le potenzialità della console Sony sono sfruttate abbastanza bene, salvo per qualche sporadico rallentamento e piccoli bug visivi facilmente risolvibili con qualche patch.