Il canto del cigno di Henry Cavill nella serie The Witcher si conclude con questi ultimi tre episodi che vanno a completare la terza stagione. Risulta ormai un ricordo sbiadito quel “Toss A Coin To Your Witcher” spensierato, quasi dal suono fiabesco che il bardo Ranuncolo cantava in onore del suo amico strigo nella prima stagione.
Lauren Schmidt Hissrich prosegue la sua idea basata sui libri di Andrzej Sapkowski presentando un mondo tumultuoso, in mano ai potenti, quasi privo di un briciolo di pace ed armonia. Al centro di tutto sempre lei, Cirilla, figlia del Sangue Ancestrale, colei che ha il potere di smuovere tutto. Geralt e Yennefer portano avanti la loro missione, ovvero quella di crescere Cirilla e proteggerla da chi vede in lei unicamente le chiavi per ottenere il mondo.
Ma gli ostacoli sono dietro l’angolo e, come ormai dovrebbe essere chiaro dopo tre stagioni, la fiducia risulta l’arma a doppio taglio per eccellenza in questa continua ricerca del potere. Tradimenti e doppi giochi saranno all’ordine del giorno in questi ultimi 165 minuti, nell’attesa della quarta e quinta stagione già annunciate.
The Witcher o non The Witcher: questo è il dilemma!
Una scelta che ha fatto molto discutere i fan dei libri dell’autore polacco è stata quella di dare un focus privilegiato nella narrazione alle macchinazioni politiche dei diversi regni che governano il mondo. Tutto a discapito del significato intrinseco del termine “the witcher” ora più che mai lasciato in secondo piano, senza soffermarsi sui contratti presi in carico da Geralt per la distruzione di mostri famelici ed ancestrali.
Insomma, questa conclusione di stagione lascia sempre più il sentore di voler abbandonare il passato e prendere nuove strade (con buona pace dei fan più sfegatati di Sapkowski). Ciò che più preoccupa è l‘impronta sempre meno action che la regista ha voluto dare, prediligendo più elementi narrativi che diano la giusta coesione al prodotto finale. Sfortunatamente, non sempre si è rivelato un azzardo riuscito, risultando qualche spezzone scollegato e, cosa ancor più decisiva, che spezza il ritmo della visione.
L’ago della bilancia: Ciri
Ciri, interpretata magistralmente da Freya Allan, è il personaggio che ha conosciuto l’evoluzione più netta nel corso di queste prime tre stagioni: da ragazzina indifesa e in fuga da tutto e tutti ad una vera e propria macchina da guerra abilissima con la spada sul campo di battaglia. Ma non è tutto rose e fiori e Ciri lo sa bene. Nonostante una crescita personale senza eguali, in profondità l’Io interiore non può dimenticare ciò che ha passato per arrivare fino a quel punto.
Fantasmi del passato nel momento clou si faranno avanti, animati dal desiderio di instillare del dubbio nelle azioni di Ciri, ormai tormentata da domande sempre più frequenti sulla sua esistenza. E nelle situazioni estreme ciò che prima era considerato proibito ai più, ora potrebbe essere l’unica cosa che può realmente aiutare. Riuscirà la nostra Ciri ad uscirne di nuovo vincitrice? Oppure il male avrà la meglio?
L’addio di Cavill e il caso Ranuncolo
Non una storia a lieto fine quella tra l’attore Henry Cavill e la produzione dietro alla serie The Witcher. Il dedicarsi di più agli intrighi di corte, al conflitto di potere intriso nel regno sembra far perdere l’essenza del fantastico a tutto tondo che storicamente caratterizza il mondo dello strigo dai capelli bianchi. Motivo per cui Cavill (da sempre amante dei libri e del mondo di The Witcher) ha voluto fare un passo indietro, causando una vera e propria rottura con la Hissrich.
Un commiato che non lascia la lacrimuccia durante la visione, quanto più per il potenziale inespresso che lo stesso attore avrebbe potuto manifestare nel corso della serie. E non è un mistero che lo stesso Cavill prediliga maggiormente l’elemento più action, mainstream e di genere di The Witcher, purtroppo col tempo andato a scemare. Discorso a parte merita il bardo di fiducia di Geralt di Rivia, Ranuncolo.
Appare lampante una vera e propria dicotomia tra la produzione letteraria e la resa cinematografica in merito ad un personaggio importante quale quello di Ranuncolo. Costantemente chiamato in causa nel corso delle avventure di Geralt nei romanzi dell’autore polacco, comparse brevi e sfuggenti nella serie tv. Dispiace perchè la prova attoriale di Joey Batey risulta impattante (nonostante le esigue comparizioni) e con quel giusto tratto melancolico che dà la spinta in più ai canti da lui pronunciati.
Godibile, ma una rivisitazione di The Witcher
Non si può etichettare come brutto un finale di stagione che ha comunque i meriti di lasciarsi mostrare con tranquillità, non risultando eccessivamente noioso ma coniugando momenti carichi di spettacolarità ad altri di calma apparente. Preferirei al contrario usare un’altra espressione: al di sotto delle aspettative. Questi ultimi tre episodi danno quasi l’idea di allungare il brodo nell’ottica di una quarta e quinta stagione che definiranno le sorti della serie.
Una chiusura di stagione che incarna alla perfezione il modello medio di serie tv che punta alla massimizzazione dei profitti: appassionante per il corso della trama, ma che lascia con un nulla di fatto nella conclusione. Non vedo comunque l’ora di assaporare il mondo di The Witcher con la quarta stagione già annunciata. Il passaggio da Cavill a Liam Hemsworth, nuovi luoghi, facce amiche e nemiche: toss a coin to your witcher!
Di seguito il trailer della seconda parte di questa terza stagione.
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