Sviluppato e pubblicato da Nintendo, Pikmin 4 è l’ultimo capitolo di una IP Nintendo che dal 2001 a oggi ha saputo dare una generosa rinfrescata al genere degli strategici in tempo reale. Dopo aver recensito la collection, nonché remastered in HD, di Pikmin 1+2 (qui trovi la nostra analisi completa), abbiamo affrontato Pikmin 4 carichi di notevole aspettative. Saranno state soddisfatte? Scopriamolo nella nostra recensione!
Pikmin 4 – l’eroe, questa volta, sei tu!
Prima di affrontare direttamente la narrativa di quest’ultimo capitolo, è bene fare una fugace panoramica dell’IP esclusiva Nintendo. Pikmin nasce su GameCube nel 2001 e già all’epoca spiazzò gli utenti con un gameplay a suo modo innovativo, intrigante, magnetica e sorprendentemente impegnativo. D’altronde parliamo del capitolo più ostico e meno accessibile di tutti.
Al primo capitolo, segue il secondo (pubblicato nel 2004 sempre per GameCube) che, forte del successo del capostipite, ripropone la formula originaria con lievi aggiunte ed espandendo l’esercito dei Pikmin (una costante, questa dell’aggiunta di nuovi Pikmin, che si riscontra in ogni nuovo capitolo).
Pikmin 3, originariamente uscito su WiiU e poi trasportato su Nintendo Switch (col titolo di Pikmin 3 Deluxe) nel corso del 2020, è il capitolo della svolta sul piano del livello di difficoltà, offrendo un’esperienza decisamente più “morbida” e accessibile, atta a far conoscere la serie a un target maggiore e ottenendo un discreto successo di vendite.
Nonostante ciò, la saga dei Pikmin non è rumorosa come i titoli più blasonati dell’universo Nintendo e questo è dovuto principalmente a un genere, quello dello strategico in tempo reale, che richiede un impegno, ludico e logico (le strategia sono essenziali per sopravvivere) leggermente maggiore.
Eppure, eccoci qui con Pikmin 4 un capitolo che, lo anticipiamo, non solo recupera il concetto del predecessore, puntando a un ulteriore miglioramento dell’accessibilità ma che, forte della propria esperienza e del consolidamento della propria struttura ludica, spinge l’acceleratore su diverse novità che vanno ad amalgamarsi perfettamente senza stravolgimenti di sorta.
Ma veniamo al canovaccio narrativo. Chi già conosce la saga, è a conoscenza del fatto che Pikmin non punta in modo estremo sulla narrativa, tutt’altro. Questa funge da blanda giustificazione per tutto ciò che dovremo fare su schermo.
Eppure, in Pikmin 4 il lavoro dell’incipit riesce già a far cogliere quanto è diverso, anche sul versante narrativo, questo nuovo lavoro. Iniziamo dicendo che Olimar (protagonista praticamente assoluto della saga, nonché iconico quasi quanti i Pikmin stessi) è sì presente, ma non avrà il ruolo che potresti aspettarti.
L’avventura di questo capitolo si apre con l’ennesimo incidente del buon Capitano Olimar che si ritrova a precipitare su un pianeta alieno (che non faticherai a riconoscere, fidati). Una volta ripresosi dalla batosta (ormai abituato a simili esperienze) il buon Olimar riesce a mandare un SOS nello spazio e ad allertare i soccorritori.
Ecco… peccato che i soccorritori falliscono dove lo stesso Olimar ha fallito. Questo si traduce in un altro incidente spaziale (sì, in Pikmin hanno seri problemi nella navigazione spaziale) con tanto di ciurma che viene separata e dispersa per il pianeta. Cosa fare quindi? Semplice: rivolgersi all’ultimo arrivato, il più novellino dei novellini… tu.
Ed eccoci alla prima differenza di Pikmin 4: il protagonista lo crei tu. Esiste persino un editor (decisamente limitato nelle opzioni ma abbastanza vario) con cui potrai personalizzare il tuo personaggio per poi spedirlo alla ricerca di Olimar e compagni.
Lo scopo del gioco, se te lo stai chiedendo, è proprio quello di recuperare il Capitano e il team di soccorritori (il cui ruolo non è di mera presenza ma sapranno rendersi utili anche in termini ludici) e trovare un modo di riportare tutti a casa. Anche se… non bisogna assolutamente sottovalutare il pianeta stesso, la sua fauna (ancora più varia e affascinante) e tutta la lore (ben centellinata) che non aspetta altro che essere svelata.
Non mancano riferimenti ai capitoli precedenti e tirando le fila, narrativamente parlando, Pikmin 4 si dimostra leggero, gradevole, non rivoluzionario ma perfetto per la tipologia di gioco e per la sua “filosofia” (che s’incontra più volte con l’ecologia) di fondo che da sempre lo caratterizza.
Più Pikmin, più cose da fare, più tutto
Lo abbiamo detto dall’inizio, Pikmin 4 è in assoluto il capitolo della saga più completo, longevo e vasto di sempre. Non solo perché recupera saggiamente gli elementi dei predecessori che più funzionano, ma anche e soprattutto perché decide di osare in settori e con attività finora mai sfruttate a dovere. Ma procediamo con ordine, dalle basi. L’inizio di Pikmin 4 è anche il suo tallone d’Achille, questo perché il tutorial che ci accoglierà è forse troppo prolisso, lento e farraginoso. Ma d’altronde, Pikmin ha una serie di regole che bisogna comprendere e padroneggiare per sopravvivere e chi è neofita della saga deve avere un’adeguata istruzione (sarebbe forse stato opportuno garantire un “salto” di attività per chi è invece una sorta di veterano dei Pikmin).
In Pikmin 4 prendiamo il controllo dell’eroe spaziale di turno che, oltre a muoversi liberamente in aree circoscritte (ma decisamente più vaste e varie rispetto ai predecessori) con visuale isometrica, può interagire con i noti Pikmin. Queste creature, che assomigliano a germogli, hanno un loro metodo per essere “risvegliati” e poi reclutati.
Banalmente, vanno estratti dal terreno dopo aver convertito particolari oggetti (dei dischi con tanto di numero che prevedono la quantità di Pikmin che nasceranno) direttamente con delle “cipolle astronavi”. Una volta reclutati, i Pikmin ci seguiranno ovunque e potremo anche utilizzarli come arma, lanciandoli sui nemici. Oppure, per recuperare oggetti o risorse (in questo capitolo decisamente essenziali considerando gli elementi simil-grinding).
Una delle particolarità del mondo dei Pikmin è caratterizzata dal diverso colore delle creature. A ogni creatura corrisponde una particolare serie di abilità e relativi svantaggi. I Pikmin rossi, ad esempio, resistono al fuoco e risultano tra i più forti in combattimento (dopo i massicci Pikmin viola).
Come già detto, in ogni capitolo della saga, si aggiungono nuovi Pikmin e anche qui ne troviamo due decisamente singolari. I primi sono i Pikmin di ghiaccio estremamente utili per esplorare caverne in condizioni avverse (ritrovandosi a essere praticamente gli unici a muoversi con agilità decente) o a congelare l’acqua, inclusi intere pozze d’acqua, creando così nuovi percorsi affrontabili da tutta la squadra. Inoltre, in combattimento, i Pikmin di ghiaccio aggiungono una tipologia di malus, il ghiaccio, che rallenta i nemici e potenzia le strategie di combattimento.
L’altra novità, sono i Pikmin della “notte” meglio identificati come “Pikmin Iridescenti”. Questa particolare specie di Pikmin viene utilizzata unicamente nelle sezioni più innovative del titolo. Le sezioni notturne. Normalmente, la notte in Pikmin significa morte certa.
La saga Nintendo ci ha abituato a scappare dalla notte per evitare di essere brutalmente decimati e incorrere a conclusioni ben peggiori. Qui le regole cambiano (anche se dovrai comunque condurre i tuoi Pikmin nelle loro navicelle prima del calar del sole, pena il loro annientamento). La notte è, sì estremamente pericolosa, ma nasconde sia tesori e opportunità quanto un’innovazione ludica da non sottovalutare.
In questi momenti, infatti, pur mantenendo un sistema di gioco di base uguale, la tipologia di richieste e attività varia, avvicinandolo a un tower defense strategico in tempo reale con zone da difendere, nemici da abbattere e continue pianificazioni che, col procedere dell’avventura, riveleranno un tasso di sfida decisamente appagante. In queste sezioni, potrai contare unicamente sui Pikmin iridescenti e sul co-protagonista assoluto del titolo: Occin.
Occin: il migliore amico dell’esploratore
Occin è praticamente un buffo cane bipede nonché l’innovazione ludica più grande, coccolosa e intrigante di tutto il titolo. Si tratta di un vero e proprio upgrade che si aggiunge al sistema dei Pikmin integrandone e potenziandone quasi ogni attività, dal movimento al combattimento. Perché sì, oltre a cavalcare Occin e a trasportare su di sé i vari Pikmin che recluteremo (con un effetto grafico decisamente magnifico), il cagnolone può anche aiutare in combattimento stordendo temporaneamente i nemici caricandoli.
Tra l’altro, Occin può anche essere potenziato con l’aggiunta di ulteriori abilità che lo vedono un compagno praticamente essenziale per tutta la durata dell’avventura. Potrà saltare, nuotare, trasportare più Pikmin alla volta, risultare ancora più efficiente in battaglia, interagire con determinate tipologie di ostacoli, fiutare oggetti e tesori nascosti e tanto tanto altro.
Occin non è solo cavalcabile e utilizzabile come una sorta di carroarmato spara-Pikmin, ma può anche essere lasciato libero di agire in solitaria essendo anche in grado, come i Pikmin stessi, di ricevere ed eseguire ordini. Tutto ciò, unita alla varietà dei Pikmin e alle tipologie di nemici e situazioni (estremamente varie e appaganti) garantisce la formulazione di innumerevoli tipologie di strategia. Occhio però, che anche Occin può incassare i colpi dei nemici e dovrai averne cura.
Ulteriori e gradevoli novità
Abbiamo accennato al fatto che si raccolgono materiali, ebbene oltre a utilizzarli per interagire con l’ambiente (come per creare un ponte) potrai anche potenziare te stesso (acquisendo eventuali immunità a determinati elementi o quant’altro) e la tua navicella (permettendole di ampliare il proprio raggio e scoprire nuovi luoghi). Inoltre, il titolo inserisce anche dei nuovi oggetti monouso (come delle bombe) che utilizzati in combattimento permettono di rovesciare alcune situazioni delicate, forse in modo un po’ troppo drastico e semplice (il che gioverà sicuramente per i neofiti, meno per i veterani anche se non si è obbligati a utilizzarle).
Da segnalare poi le opzioni che prevedono la presenza di più giocatori reali. La prima è la modalità cooperativa (offline) legata alla campagna che fa qualche passo indietro, limitando il secondo giocatore alla funziona di assistente fuori schermo, con una sorta di mirino con cui provare a far da supporto “fugace” al giocatore principale. Una soluzione un po’ inaspettata e che non lascia il segno.
Come non colpiscono le battaglie Dandori, una sorta di modalità competitiva (anche questa offline con split-screen) dove due esploratori si sfidano a colpi di ingegno e strategia, dotati di un numero limitato di Pikmin e di una serie di tesori da recuperare. Queste battaglie, affrontabili anche contro l’IA, sono molto personalizzabili e con la compagnia giusta, possono offrire momenti di sfida appaganti e divertenti seppur è palese che sia una modalità accessoria.
Grafica e sonoro
Graficamente parlando, Pikmin 4 è un gioiello. L’idea di un ambiente umano ingigantito viene reso qui con ulteriore credibilità e una cura nei dettagli che spiazza perfino in modalità dock (anzi, soprattutto in dock). Considerando la varietà dei Pikmin, dei nemici, dei luoghi e delle relative situazioni, tra sfide notture, grotte-dungeon da esplorare e quant’altro, il mondo dei Pikmin non è mai stato così vasto, vario, colorato e sorprendentemente fluido. Non un rallentamento se non in rare occasioni con una presenza decisamente massiccia di creature in movimento contemporaneamente su schermo.
Se la grafica e le animazioni convincono, il sonoro non è da me. I versi ormai iconici dei Pikmin si uniscono a effetti ambientali credibili ed efficaci accompagnati a loro volta da sonorità sempre gradevoli e funzionali ai momenti a schermo. Un lavoro certosino che non sembra risparmiarsi praticamente mai. Infine, da segnalare la sempre gradita presenza dei sottotitoli in lingua italiana.