Ti avevo avvisato che alla Festa dell’Unicorno ti saresti divertito. Così è stato per me. Dopo due anni di stop (causa Covid), la precedente edizione non fu accolta con l’entusiasmo che fino ad allora caratterizzava quel weekend di fine luglio. Con questa 23esima edizione però sembra tornato tutto alla normalità, posso tranquillamente definirla come l’edizione della ripartenza.
Sebbene questa edizione della Festa dell’Unicorno non abbia avuto i toni degli “anni d’oro”, caratterizzati da grandissimi nomi sui palchi e un ritmo frizzante (quasi frenetico) con ospiti di ogni tipo ad ogni ora ad occupare i palchi, è stata senza ombra di dubbio una delle edizioni più autentiche di sempre. Mi spiego meglio: c’era voglia di questo evento, lo si sentiva nelle persone, c’era voglia di Festa dell’Unicorno; ho percepito un’aspettativa nel pubblico come mai prima d’ora.
E dunque tanta gente, tantissima. Ricordo che Vinci è un borgo di per sé minuscolo, se pensavate alle grandi mura di Lucca vi state sbagliando di grosso. Vinci è piccola, ma è sempre stato questo il suo punto di forza: gli spazi sono attentamente organizzati e delimitati, sembra quasi che il volume totale dell’area sia più grande quando c’è la Festa dell’Unicorno; e anche quest’anno, come i precedenti del resto, un grande plauso agli organizzatori.
Festa dell’Unicorno tra aree dedicate e atmosfere
Cosplay, tanti cosplay, e aggiungerei: ovviamente. Essendo un festival che si rivolge un po’ a tutti, esso racchiude tutta la cultura pop, e dunque, camminando per le strade, non è stato difficile trovare l’uomo di mezza età travestito da Severus Piton con gli abiti zia di Neville Paciock (hai presente il molliccio del film “il prigioniero di Azkaban?), senza dubbio l’idea più geniale è stata la sua. L’ho visto una volta sola e di sfuggita, e nella confusione non sono riuscito a fotografarlo (colpa mia).
Novità di quest’anno, all’interno della Festa dell’Unicorno, è l’area dedicata al mondo Steam Punk. Chiamata “La Valle del Vapore”, questa nuova area, caratterizzata da spettacoli a tema, bancarelle con merchandising di prima qualità e alchimie musicali di sottofondo, ha dato un tono più all’evento. In totale lo spazio era delimitato da 9 aree totali:
- La città dei cavalieri
- La Rocca incantata
- Corte dei Sogni
- Baia dei Pirati
- Villaggio degli nomi
- Abisso d’acciaio
- Fumetti e Follie
- La città degli incubi
- La valle del Vapore
Le attività
La maggior parte delle attività giorno per giorno erano ripetizioni di quelle del giorno prima e, in alcuni casi, duravano tutto il giorno (ad esempio, l’area giochi da tavolo di Gundam era segnata come evento, in realtà era l’esposizione a prendere uno spazio di tempo che andava dalle ore 10 alle ore 24).
Gli ospiti, come già accennato, ci sono stati, anche se non si è percepito quel piglio di interesse nel pubblico come negli anni precedenti. Leggendo il programma si poteva trovare giusto un trafiletto dove si parlava della presenza, la data e l’ora, ma niente di più: stavolta la maggior parte degli ospiti tenevano il loro discorso al pubblico al chiuso e non sul palco, non attirando sufficientemente l’attenzione e risultando quasi come “eventi nascosti”.
Ospiti e concerti
Tuttavia gli ospiti c’erano e non erano neanche poca cosa: da David Chevalier (celebre voce di Loki, Morty, Spock, Kylo Ren e Sam Winchester) a Licia Troisi (autrice della bellissima saga de “Le Cronache del Mondo Emerso”) e per il settore Comix, Marco Santucci, chiudeva il quadro; niente male come nomi.
Per quanto riguarda i concerti invece, abbiamo avuto artisti di ogni genere: da “gli scudieri dello zodiaco” con le loro cartoons cover, alle Disney cover di “Animeniacs Corp” fino ad arrivare al mitico Giorgio Vanni, che, come al solito, si è elevato su tutti riempiendo la piazza fino all’ultimo metro cubo di spazio vitale disponibile.
In definitiva
Non sarei obiettivo se dicessi che la magia pervade le strade del Borgo di Vinci, o meglio, sarei di parte, e io sono di parte: partecipo a questa manifestazione da 10 anni e ogni anno ho visto migliorie, cambiamenti e sforzi nel voler realizzare qualcosa di diverso. Il Covid, come ho già detto, ha messo i bastoni tra le ruote all’organizzazione, costringendola a ripartire da un punto acquisito per poi risalire di anno in anno d’ora in poi.
Ho già accennato all’autenticità di questa manifestazione, il ricambio generazionale che si è potuto osservare (soprattutto negli ultimi 3 anni, vi assicuro che si nota) non ha assolutamente limitato il potenziale creativo attorno alla Festa dell’Unicorno che ha dimostrato, tra le altre cose, di sapersi adattare ai mutamenti delle generazioni senza rinunciare neanche un po’ alla creatività che da sempre ha contraddistinto l’evento.