Sviluppato e pubblicato da Aurogon Shanghai in sinergia con H2 Interactive e Modus Games, Afterimage è un metroidvania con elementi da gioco di ruolo abbastanza classico ma dotato di un impatto estetico decisamente notevole e fortemente identitario. Noi abbiamo vissuta l’avventura di Renee su PlayStation 5 (il titolo è disponibile su tutte le console e per PC) e questa è la nostra recensione!
Afterimage – alla ricerca del bandolo della matassa
La narrazione di Afterimage è poco chiara, fumosa, frastagliata, dispersiva con anche alcuni buchi mai pienamente ben colmati. Sì c’è una forte lore e sì i personaggi risultano anche sufficientemente accattivanti, ma il filo conduttore delle vicende non è mai cristallino, smarrendosi dietro frasi a volte troppo vaghe altre volte pericolosamente inclini a concetti filosofici e metafisici. Non è facile affezionarsi ai personaggi su schermo che risultano quasi sempre estranei e che fanno molto poco per farsi “conoscere”.
Procedendo con ordine, noi vestiamo i panni di Renee una guardiana con poteri magici e grandi abilità nell’arma bianca (e non solo). La protagonista è afflitta da un cliché ormai estremamente abusato: soffre di amnesie. Il suo passato non è chiarissimo come non è chiaro neanche chi è realmente e il suo ruolo, perfino la sua veste (più volte indicata e discussa da altri personaggi). E noi stesso vivremo quell’ignoranza per un bel po’ di tempo come saremo ignari di innumerevoli fatti e personaggi che sentiremo e leggeremo anche fin troppo spesso come Madame Aros.
Quest’ultima è tra le cause principali (le altre, oltre l’amnesia, è la distruzione del proprio villaggio) che muovono Reene e Ifree (piccolo spiritello volteggiante) lungo un viaggio a suo modo affascinante ma che, lo anticipiamo, non sempre regalerà risposte narrative soddisfacenti, preferendo offrire un’esperienza ludica memorabile più che un racconto. E a conti fatti, considerando il gameplay, non è una scelta pienamente malvagia. Scopriamo insieme perché!
Un mondo colorato, bello e vario
Afterimage è un metroidvania in 2D con elementi da gioco di ruolo e diverse fasi platfom forte di un mondo sufficientemente vasto e vario. Non lo si può negare, scorrazzare per Engardin (il nome del mondo di gioco) è piacevole e divertente. I comandi sono intuitivi, comodi e accessibili. Il livello di sfida stesso non è proibitivi con sporadici picchi di difficoltà comunque mai estremi o insormontabili. E a tal proposito, i nemici di Afterimage, escludendo i gradevoli boss (alcuni decisamente ben riusciti), sono parte integrante del mondo stesso.
Al mutare dell’area (o bioma che dir si voglia), muteranno anche buona parte dei nemici in quanto questi sono parte integrante del mondo (gradevolissima l’idea di sfruttare i fondali e di inserire lì stesso alcuni nemici come a conferma che sono realmente parte di quel luogo come gli alberi, le rocce, ecc.). Ogni nemico ha un suo schema d’attacco e una sua strategia (niente di eccessivamente brillante ma funzionano) e ancora una volta a vincere è il fattore varietà (da nemici volanti ad altri coriacei e lenti e così via).
Certo, non c’è qualcosa di realmente unico ed estremamente originale, ma il costante mutamento di situazioni, luoghi e relative sfide, offre a Afterimage l’occasione di mostrare un mondo costantemente diverso e carico di un potere visivo notevole e che rende l’esplorazione un qualcosa di concretamente piacevole. Se a questo aggiungiamo la possibilità di personalizzare Renee e quindi la nostra esperienza di gioco, il risultato non può che migliorare. Ebbene sì, Reene è decisamente personalizzabile e anche su più livelli. Combattendo, infatti, la nostra eroina accumula esperienza che può essere poi convertita nell’apposito schema dei talenti.
Niente di nuovo ma il sistema funziona e spesso basta salire di qualche livello per superare uno scoglio apparentemente insormontabile. Oltre ai talenti che riguardano skill e bonus passivi, Renee può anche mutare il proprio equipaggiamento ritrovandosi ben presto a poter attaccare anche a distanza (cosa non da poco). Inoltre, le stesse armi (equipaggiabili per un massimo di due alla volta) sono a loro volta potenziabili e questo può portare a rimodulare il proprio equipaggiamento e i propri potenziamenti in base alla situazione e alla tipologia di nemici da dover affrontare.
E non finisce qui, Afterimage dota la sua eroina anche di una serie di abilità passive “legate” alla trama principale che portano a potenziare l’esperienza di gioco nel versante platform (scivolate, scatto aereo e quant’altro) e legato comunque all’esplorazione. Come ogni metroidvania, infatti, molti percorsi sono inaccessibili e questo perché saremo chiamati a ripercorrere più volte i nostri passi cercando appunto di ottenere nuovi bonus o proprio per progredire nella trama. E a tal proposito, non sempre è chiaro dove andare e questo potrebbe far storcere il naso a più di un giocatore. Le aree di gioco, infatti, sono discretamente vaste e può capitare, non avendo linea guida alcuna, di girovagare un po’ a vuoto.
Certo, ritrovare collezionabili extra non è un male, soprattutto se sono equipaggiamenti utili per potenziare le proprie statistiche o quelle delle armi ma a lungo andare, quando le aree diventeranno ancora più estese oltre che interconnesse tra di loro, la situazione diventa fortemente dispersiva e può portare a un prematuro abbandono. Ad agevolare un po’ tutto c’è la Confluenza, una sorta di albero divino in cui, oltre a poter salvare e a fungere da checkpoint in caso di decesso (se muori perdi l’esperienza accumulata e dovrai raggiungere quell’esatto punto per riottenerla), potrai utilizzare come teletrasporto oltre a essere dei veri e propri punti di “sblocco visivo della mappa” (e se te lo stai chiedendo, sì la mappa svolge egregiamente il suo ruolo).
Grafica e sonoro
Graficamente parlando, Afterimage è un piccolo gioiello. Colori vivaci, vari, una cura al dettagli (fondali soprattutto) che creano immersione e coinvolgono, appagando la vista. Animazioni leggere e fluide. Nemici vari e divertenti da affrontare. L’estetica funziona a 360° dimostrandosi coesa e donando una parvenza d’identità abbastanza coriacea ed efficace (inclusi gli artwork dei vari personaggi, anche questi molto curati).
Il sonoro è molto gradevole, leggermente meno ispirato rispetto alla grafica ma comunque piacevole ed efficace senza mai risultare ripetitivo o stancante. Da segnalare la gradevole presenza dei sottotitoli in lingua italiana (nonostante qualche leggero errore). Per quanto riguarda le potenzialità della console next gen di casa Sony, ci duole riscontrare che non è stato sfruttata granché se non per la resa visiva decisamente magnifica.