Rhapsody: Marl Kingdom Chronicles porta finalmente anche in occidente il secondo e il terzo capitolo della serie Rhapsody, rispettivamente Rhapsody II: Ballad of the Little Princess e Rhapsody III: Memories of Marl Kingdom. Questa raccolta farà sicuramente la gioia di chi da sempre aspetta di sapere come si evolvono gli eventi del primo capitolo, ma anche di tutti coloro che hanno voglia di JRPG vecchio stampo con un buon sistema di combattimento e storie che, seppur osano poco, riescono a intrattenere il giocatore.
Entrambe le storie narrate in Rhapsody: Marl Kingdom Chronicles ricalcano la stessa via del primo capitolo, ovvero la ricerca del principe azzurro da parte della protagonista o, ancora meglio, dell’amore. In Rhapsody II seguiremo i passi della giovane Kururu che proprio come la madre dodici anni prima, parte per la propria avventura sperando di trovare il vero amore.
Nel terzo capitolo invece ci saranno più anime innamorate, come Cornet (protagonista del primo Rhapsody), Kururu e diversi altri, dove chi ha giocato i primi due capitoli potrà ritrovare vecchi volti e scoprire cos’ha riservato loro la vita.
Ma la trama dei due capitoli non si basa interamente sulla ricerca dell’amore, ma essendoci di mezzo regni, va da sé che ci saranno anche cospirazioni, misteri e un gruppo di individui che avranno altri piani non proprio gradevoli per i protagonisti.
Punto di forza di tutta la serie Rhapsody, anche in questo Rhapsody: Marl Kingdom Chronicles, è la personalità dei vari protagonisti, che giocherà un ruolo fondamentale nel coinvolgimento del giocatore. Kururu è una tempesta vivace, incontenibile, sempre alla ricerca dell’avventura, e per questo motivo metterà nelle situazioni più assurde tutti coloro che le staranno vicino. Così come anche i protagonisti “minori” avranno la loro buona personalizzazione. Il tutto condito sempre con l’ormai inconfondibile umorismo NIS.
Rhapsody: Marl Kingdom Chronicles, solido gameplay vecchio stile
Anche in passato NIS si è sempre fatta riconoscere per il suo coraggio di osare dal punto di vista del gameplay, e questo lo si nota anche in Rhapsody II e Rhapsody III, sempre mettendo in conto che si tratta di titoli usciti nel 1999 e 2000.
Rhapsody II: Ballad of the Little Princess – gameplay
Lo scheletro è quello dei classici JRPG a turni, quindi una netta differenza dal primo Rhapsody che si mostrava come un RPG tattico a turni. L’altra differenza principale è quella che nel nostro team saranno solo i personaggi umani a combattere, con i puppet che, mentre nel primo capitolo erano parte attiva del team, in questo secondo capitolo saranno equipaggiati dai vari personaggi ed evocati (pagando moneta sonante) per utilizzare le loro abilità.
I personaggi saliranno di livello, così come anche i puppet, siano essi impiegati o meno in combattimento, e con l’aumentare di livello acquisiranno nuove abilità. Ogni volta che un personaggio utilizzerà un puppet in battaglia, verrà aggiunta una nota ad una barra “spartito” in alto a sinistra dello schermo, e a ogni barra riempita, potremo scatenare una potente quanto stravagante mossa speciale devastante.
Rhapsody III: Memories of Marl Kingdom
Terzo capitolo della serie e terzo stravolgimento del gameplay. Pur mantenendo lo scheletro di JRPG a turni, questa volta andremo a formare un party di 12 personaggi, divisi in quattro file. Noi avremo il controllo solamente dei personaggi che occupano la testa di ogni fila, con gli altri che, oltre ad attaccare in maniera autonoma, andranno a modificare i nostri parametri in base ai loro.
Questa opzione permette tantissima personalizzazione del party, considerando poi che ci sono tantissime mosse speciali da scoprire e disponibile in base alle combinazioni del team. Inoltre per utilizzare le varie abilità questa volta non serviranno i soldi ottenuti dopo ogni scontro, ma tornano i classici Skill Point (SP).
Entrambi i titoli, o meglio tutta la trilogia (il primo Rhapsody lo si può recuperare nella NIS Classics Volume 3), intrattengono i giocatori e soprattutto offrono dei gameplay differenti, fattore che aiuta a non avere un troppo “more of the same” nella trilogia.
Graficamente Rhapsody: Marl Kingdom Chronicles presenta l’inconfondibile stile NIS, colorato e anime, però il tutto diventa meno convincente su monitor di grandi dimensioni, mentre sul display della Nintendo Switch il problema non sussiste; inoltre sono disponibili anche tre filtri per la modalità grafica.
Il comparto sonoro è davvero molto buono basandosi questa raccolta anche sul tema musicale. Il Gameplay è solido, più profondo di quello che può apparire a un primo sguardo, soprattutto nel terzo capitolo.