Sviluppato da Neverjam e pubblicato da TinyBuild, SpiderHeck è un picchiaduro competitivo nonché una sorta di party game dall’anima decisamente più multiplayer nonostante la presenza di alcune modalità per il giocatore singolo. Dopo aver recensito la versione per Nintendo Switch (qui trovi la nostra valutazione) siamo tornati a diventare dei ragni guerrieri su PlayStation 4 e questa è la nostra recensione!
SpiderHeck – ragni che se le danno di santa ragione
SpiderHeck non ha alcun tipo di narrazione, niente lore, documenti, descrizioni. Niente. Non c’è alcuna motivazione o giustificazione solo semplice e puro gameplay. L’inizio stesso, d’altronde, ci vede catapultati in una sorta di hub/menù con le varie piattaforme che fungono da modalità e su cui si accendono dei riflettori mentre ci sostiamo. Perché SpiderHeck a conti fatti è quello: uno show dove dei buffi ragni se le danno di santa ragione.
Appurato quindi che di narrazione non c’è assolutamente niente, è bene tuffarci subito nell’azione evidenziando come il titolo sia pensato principalmente per essere giocato insieme ad altri giocatori (per un massimo di quattro a partita) nonostante siano presenti comunque un paio di modalità single player che andremo accuratamente ad approfondire.
Come commettere dei ragnicidi
SpiderHeck è un bizzarro picchiaduro in 2D dall’animo di party game e con arene e un sistema di rilascio/comparsa oggetti che rievoca un po’ la serie Smash Bros tanto cara a Nintendo. Il titolo ci fa vestire i panni di un ragno che potremo anche personalizzare per colore o facendogli indossare un bizzarro cappello (entrambi elementi che potremo sbloccare progredendo nelle varie modalità di gioco).
Tale ragno ha come unico scopo quello di ammazzare il prossimo e sopravvivere, quale che sia la modalità. Tra le principali, nonché quelle meglio riuscite, ci sono quelle che prevedono il coinvolgimento di più giocatori sia offline (consigliato) che online (sconsigliato, il titolo è praticamente un deserto arido). SpiderHeck include due tipologie di modalità principali quella cooperative che vede da un minimo di due a un massimo di quattro giocatori affrontare orde di nemici giocando di squadra e sfruttando ambiente e oggetti e quella competitiva.
Quest’ultima vede da un minimo di due a un massimo di quattro giocatori sfidarsi in una serie di arene. Chi per primo uccide l’altro, vince e passa al round successivo. Ma come si uccide un ragno? Semplice: il gioco include diverse tipologie di armi (varietà non eccelsa ma comunque lodevole e divertente da padroneggiare). Ci sono bocche da fuoco di vario genere e con diversi raggi di fuoco e armi bianche tra cui dominano le spade laser.
Manovrare una spada laser è una delle cose più divertenti del titolo, essendo gestita con l’analogico destro e permettendo una comodità e velocità d’esecuzione veloce e divertente. D’altronde, far cozzare due lame laser con tanto di effetto sonoro alla Star Wars è esaltante. Le prime volte. Purtroppo SpiderHeck gioca tutte le sue carte praticamente in due partite. Il resto è vittima di una ripetitività che non tarda ad emergere con una certa prepotenza.
Ed ecco che accorrono due modalità single player come delle sfide parkour ossia dei livelli dove dovremo prevalentemente manovrare i salti, le arrampicate e soprattutto le ragnatele. Perché sì, in quanto ragni, potremo abilmente restare incollati alle pareti e ai soffitti oltre ad avere a disposizione fili di ragnatele infinite con cui poter ondeggiare da una parte all’altra delle arene (stando ben attenti ad evitare trappole o fiumi di lava).
L’altra modalità single player è una serie di livelli denominati “Infernali”, dove dovremo sterminare una serie di ondate di nemici senza farci mai ammazzare. Basta una morte, infatti, e si ricomincia tutto dall’inizio. Ammettiamo che queste sfide sono di un livello di sfida decisamente intrigante ma non basta per annientare la noia del titolo. Come non basta il recente aggiornamento gratuito “Scroll of Heck” che inserisce addirittura delle sfide a tempo all’interno dei livelli Infernali, con percorsi disponibili periodicamente con ricompense (sempre oggetti estetici) nuovi.
Inoltre, il suddetto aggiornamento va a inserire sette nuovi livelli nella sezione versus, provando ad ampliare (seppur debolmente) la varietà del titolo, ampliandone i contenuti e dando vita a sfide ancora più complesse ed appaganti. E parlando di varietà, con le “Configurazioni Versus” ci sono due nuove sfide tra cui una di precisione denominata “Un colpo solo” e una con protagonista le lame particellari denominata “Maestro di spade”. Insomma gli sviluppatori continuano ad ampliare un titolo che di buono ha sicuramente un’originalità, un divertimento e un’immediatezza innegabili ma che fatica a offrire un’esperienza varia staccandosi dall’inevitabile ripetitività di fondo.
Grafica e sonoro
Graficamente parlando, SpiderHeck ha un suo stile che, seppur povero quantitativamente parlando e abbastanza furbo nel riciclare elementi estetici di arena in arena, riesce a conquistare e a essere funzionale al suo scopo. Buoni gli effetti visivi e sonori delle bocche da fuoco mentre è perfetta la fisica e le movenze dei ragni lottatori (così come le sonorità delle spade laser).
Il sonoro non è male anche se risulta abbastanza anonimo (anonimato, questo, che affligge un po’ il titolo in sé se non fosse, appunto, per i ragni armati di spade laser). Da segnalare, infine, la presenza dei sottotitoli in lingua italiana anche se il titolo presenta una mole di testo decisamente scarsa.