Sviluppato e pubblicato da Mimimi Games (autori tra l’altro di Desperados III di cui puoi leggere la nostra recensione), Shadow Gambit: The Cursed Crew è un tactics games in tempo reale con visuale isometrica incentrato su meccaniche stealth il tutto immerso completamente in un’atmosfera piratesca perfettamente riprodotta. Noi abbiamo indossato i panni di Afia Manicato su PlayStation 5 e questa è la nostra recensione!
Shadow Gambit: The Cursed Crew – tra tesori e maledizioni
Shadow Gambit: The Cursed Crew ha una trama divertente e divertita, che non si prende mai troppo sul serio (e questo è evidente già dallo splendido filmato introduttivo). Come anticipato, la protagonista è una tale piratessa maledetta con tanto di lama conficcata nel petto (a cosa serve il fodero, no?) di nome Afia Manicato. Costei esordisce cercando un tale Burlone, uno scheletro apparentemente annoiato e che nel doppiaggio azzarda anche qualche parola in italiano (in modo decisamente simpatico, tra l’altro).
In ogni caso, da quell’incontro la faccenda si evolve e Afia si ritrova sulle tracce di una nave… parlante. Una nave quindi, maledetta o fantasma che ha il nome di Red Marley. Con tanto di poppa e prua dominate da altrettante creature parlanti. Con una ciurma di semi-cadaveri ambulanti liberamente a disposizione per essere uccisi salvo i membri del nostro futuro equipaggio che prima vanno resuscitati (lo approfondiremo tra poco). In ogni caso, in mezzo a questa follia dal retrogusto caraibico, Shadow Gambit: The Cursed Crew sfoggia situazioni, dialoghi, missioni e intrighi degni di un pirata.
Se cerchi un’atmosfera piratesca, sei quindi nel posto giusto al patto di accettare l’umorismo del titolo, mai gratuito o eccessivo e neanche volgare. Si ridacchia, di gusto e in un certo senso, alcuni personaggi sono dotati di un background di tutto rispetto. Una storia e un’estetica che vanno poi a specchiarsi in parte nelle loro stesse abilità (vedi Afia che sfodera la lama sfilandosela dal petto per poi riconficcarsela una volta terminato lo scontro). In ogni caso, il motore principale che traina l’intero canovaccio narrativo è un tesoro (cosa ti aspettavi?).
Tale tesoro è stato accuratamente nascosto da un grande e glorioso pirata. E Afia, ovviamente, se lo vuole accaparrare. E anche la nave fantasma con cui stringerà un patto, vuole quel tesoro. E come fare per ottenerlo? D’altronde Manicato non brilla per forza e da sola non può fare molto. Ecco quindi partire per un viaggio di isola in isola per cercare di ritrovare, resuscitare e reclutare i membri della ciurma dello stesso capitano che ha nascosto il tesoro. Alla ricerca però, si aggiunge anche l’Inquisizione (i cattivi di turno) il cui ruolo e intervento non è da sottovalutare (adorerai eliminarli, fidati).
La storia quindi colpisce, funziona, diverte, ricorda Pirati dei Caraibi e in parte anche Monkey Island (guarda caso) e i personaggi, come le ambientazioni e gli immancabili colpi di scena (alcuni ben piazzati) funzionano offrendo un risultato finale gradevole ed efficace che non risulta affatto una mera cornice per un gameplay che è semplicemente quasi perfetto. Pronto quindi a scoprirlo? Salpiamo!
Uccidi ma senza farti vedere
Come anticipato, Shadow Gambit: The Cursed Crew è un gioco tattico in terza persona con visuale isometrica e in tempo reale. Non solo, è un gioco improntato assolutamente su meccaniche stealth. Correre alla cieca contro i nemici significa morire nel giro di pochi minuti. E sì, anche se la nostra ciurma è composta da pirati in decomposizione o afflitti da stravaganti maledizioni, la morte fa male comunque e tocca evitarla. Ma procediamo con ordine.
Ogni missione si svolge in un’area più o meno vasta, sviluppata anche verticalmente (in modo decisamente appagante tra l’altro) con tanto di zone dove decidere di sbarcare e una mappa da ingrandire o meno estremamente dettagliata e comoda (anche se richiede un pochino di pratica). Inoltre, prima di approdare, dovrai decidere quali membri portare con te (scelta da fare accuratamente in quanto ogni personaggio ha caratteristiche, bonus, malus e capacità uniche oltre che potenziabili).
Stabilito ciò, iniziamo a giocare. Potrai decidere di comandare un personaggio alla volta o di muoverli tutti insieme. Ricorda che il titolo è in tempo reale, questo significa che il tempo non si ferma, non ci sono turni. Potrai muoverti liberamente nell’area di gioco (non ci sono griglie) ma i nemici non si fermeranno mai, rispettando il loro percorso prestabilito salvo tuoi interventi. Lo scopo del titolo è quasi sempre di raggiungere un determinato punto, raccogliere o salvare qualcuno o eliminare determinati individui.
Ogni personaggio è in grado di accovacciarsi, diminuendo così la possibilità di essere visti e sentiti oltre al fatto di poter uccidere (o stordire, a te la scelta) il nemico una volta raggiunto senza esser stato scoperto. Inoltre, una volta ucciso o stordito qualcuno, potrai raccoglierlo o trascinarlo via per nasconderlo alla vista dei suoi alleati (che potrebbero allarmarsi di brutto). Per capire dove guardano i nemici, a che profondità e se ti hanno beccato o meno, devi utilizzare la funzionalità del Campo Visivo che attiva un cono verde a schermo che è proprio il raggio visivo dell’avversario in analisi.
Durante le fasi notturne, data la scarsa visibilità, tale cono può anche avere una parte a strisce. Ecco, in quella parte, se ci cammini accovacciato, non sarai notato. Ma occhio ad eventuali luci, quelle lì fortificano e ampliano il raggio visivo del nemico e lo aiutano non poco nello svelarti. Il cono è inizialmente verde per poi diventare arancione in fase d’allarme e rosso quando siamo stati definitivamente sgamati (e quindi già ci stanno menando o incorrendo). Per ogni cono (rosso e arancione) c’è un timer che parte nel momento in cui riusciamo a seminarli o nasconderci. Terminato il timer, il colore va a scalare fino a tornare verde.
Per sfuggire ai nemici puoi sfruttare diversi stratagemmi, da determinate abilità proprie dei vari personaggi (come quella di creare dei cespugli) a quella di sfruttare l’ambiente (utilizzando delle sempre ben visibili copertura al ricorrere a determinate alture o luoghi dove non poter essere raggiunti). Ma di solito, e soprattutto nelle fasi più avanzate, le fughe non sempre andranno bene, anzi. Suggeriamo quindi di utilizzare un approccio ponderato e altamente strategico (è pur sempre un gioco di strategia). Decidere quale nemico eliminare prima, con che abilità e quando è essenziale oltre a essere la chiave per risolvere quasi tutte le missioni.
E credici se ti diciamo che Shadow Gambit: The Cursed Crew è pieno zeppo di occasioni di vario genere. Ci sono personaggi che possono fischiare e attirare l’attenzione, altri che possono eseguire attacchi (e quindi uccisioni) istantanee anche ad altezze diverse e tanto, tanto altro. Imparare a padroneggiare i vari personaggi (tra l’altro dotati di tutorial dedicati con tanto di sfide finali opzionali che suggeriamo calorosamente di affrontare) regala soddisfazioni immense e dimostra quanto il gameplay di Mimimi Games sia solido, vasto e stratificato pronto a offrire all’utente una vasta gamma di opzioni su come agire. Troverai, insomma, un tuo modo personale di affrontare i vari pericoli.
E parlando di pericoli, nonostante la possibilità (apprezzata) di modificare la difficoltà e relativi parametri (personalizzando ancora di più l’esperienza), il livello medio dell’esperienza può essere decisamente impegnativo e terribilmente appagante. Chi è fan del genere, ai livelli più alti, avrà pane per i suoi denti. Allo stesso tempo, chi è nuovo del genere, potrà giostrare con le opzioni per avere un’esperienza più accessibile e “buona”. E per quanto riguarda i contenuti, oltre alla trama principale, ci sono missioni secondarie (legate a ogni personaggio della ciurma) che portano a rivivere più volte le stesse ambientazioni tra la stessa nave (che funge anche da hub) alle varie isole (scoprendone nuovi segreti e percorsi oltre che nemici e situazioni).
Grafica e sonoro
Graficamente Shadow Gambit: The Cursed Crew non è perfetto, la cura dei dettagli, soprattutto con lo zoom al massimo, presta un po’ il fianco ma il risultato complessivo è notevole. Si respira l’area da pirati maledetti, ci sono richiami cinematografici, letterari e videoludici (più o meno diretti) un po’ ovunque e l’atmosfera è quindi pienamente centrata. Certo, la telecamera non è sempre precisa e neanche molto comoda. Richiede un po’ di pratica e pazienza (come del resto il titolo in sé).
Il sonoro è perfettamente idoneo, rafforzando l’atmosfera e offrendo un ottimo doppiaggio in inglese oltre a effetti sonori azzeccati e coerenti. Da segnalare, inoltre, la graditissima presenza dei sottotitoli in lingua italiana (senza neanche troppi errori) che riescono a tradurre efficacemente la mole (abbastanza generosa) di testi senza snaturare le battute e il carattere di alcuni personaggi singolari.