Poly Bridge 3 è un titolo che riprende a piene mani dai precedenti capitoli della serie, proponendo al giocatore un puzzle game basato sulla fisica, dove ogni situazione è risolvibile in molti modi diversi. Quindi bando alle ciance e buttiamoci in questa recensione.
Nessuna storia
Poly Bridge 3 non propone alcuna storia ma, al contrario, introduce immediatamente il giocatore al gameplay nudo e crudo. Non c’è quindi nessuna forma di caratterizzazione narrativa, così come non c’è una trama. Semplicemente, si viene proiettati in un mondo dall’atmosfera cartoon, dove si costruiscono ponti. Niente di più e niente di meno.
I ponti di Poly Bridge 3
Il loop di gameplay di Poly Bridge 3 è molto stretto, dato che si basa su una struttura a livelli. Semplicemente, il gioco propone una lunga serie di livelli autoconclusivi e dalla breve durata, che si susseguono con una difficoltà crescente. Non ci sono troppi orpelli e non ci sono variazioni di sorta. In ogni livello, chiaramente, si costruiscono ponti.
La struttura di gioco del titolo si basa quindi interamente sulle sue meccaniche da puzzle game, che di fatto si basano sulla costruzione di ponti, tenendo conto di difficoltà ambientali via via più marcate. Ci sono quindi livelli con mezzi pesanti, altri con ostacoli, altri ancora con supporti particolari. In tutti i casi, però, l’obiettivo è, appunto, costruire. Ponti, ovviamente.
Quindi, come si fa a creare queste strutture? Utilizzando i materiali presentati sul fondo dello schermo, che si dividono tra la strada vera e propria e i supporti necessari per tenerla in piedi. Per costruire la prima basta selezionarla e, successivamente, cliccare sul primo punto da cui inizia il “precipizio”. Dopo averlo fatto, si clicca ripetutamente nella direzione opposta, finché non si uniscono le due estremità.
A questo punto il nostro ponte è in piedi. Peccato che, come accade nella realtà, non reggerebbe il suo stesso peso. Ecco quindi che entrano in gioco le meccaniche da puzzle game basato sulla fisica. Questi ponti di Poly Bridge 3, infatti, vanno poi rinforzati con diversi supporti. Vere e proprie travi di vari materiali, da collegare alla strada appena disegnata, ma anche ai supporti sparsi per i livelli.
Per esempio, è possibile trovare un livello dove al centro del burrone si trova una colonna di roccia, con un punto rosso alla fine. Quest’ultimo indica che qui è possibile piazzare una colonna per il ponte. Allo stesso modo, in cima al ponte è possibile costruire delle travi di legno che possano distribuirne il peso. In entrambi i casi, Poly Bridge 3 mette nelle mani del giocatore diversi tool utili, come la triangolazione automatica. Questa consente di posizionare le travi con forme triangolari, in modo da distribuire automaticamente il peso.
Ricapitolando. Si disegna una strada e si aggiungono i supporti. Questi sono utilizzabili “disegnando” sullo schermo in modo simile alla costruzione della strada stessa, ma sfruttando gli appositi punti sulla mappa, oppure il ponte stesso. Posizionare correttamente queste travi, tenendo conto del loro materiale e della forma del ponte è fondamentale, dato che praticamente tutta la fisica del gioco si basa su questo.
Non bisogna però fare l’errore di pensare che tutti i livelli di Poly Bridge 3 siano un semplice susseguirsi di costruzioni dove far passare mezzi di vario tipo. Il gioco, infatti, introduce progressivamente nuove meccaniche e nuovi ostacoli. Ci si ritrova quindi a costruire ponti mobili, oppure altri che devono tener conto del passaggio a bassa quota di aerei. Pur essendo accessibile, quindi, il titolo non si limita a essere semplice. Al contrario, introduce con maestria il giocatore a un livello di difficoltà crescente, che nelle fasi finali raggiunge livelli non indifferenti. Fanno eccezione solo alcuni livelli decisamente frustranti, dove la soluzione non è per niente accessibile e i picchi di difficoltà sembrano semplicemente immotivati.
La simulazione fisica su cui si basa tutto questo, peraltro, è decisamente convincente, rendendo Poly Bridge 3 stimolante e rigiocabile. I livelli, infatti, presentano spesso vari modi per essere completati e sta all’inventiva e alla comprensione del giocatore l’esplorazione delle varie possibilità. Ogni livello, peraltro, è limitato dal numero di soldi che è possibile spendere per la costruzione di un ponte, quindi diventa impossibile utilizzare materiali in modo troppo casuale e serve quindi una cognizione di causa.
In poche parole, Poly Bridge 3 è un titolo convincente che, nonostante la ripetitività di fondo data dal genere e dalla struttura, riesce a catturare gli appassionati. Va precisato che, proprio per la sua stessa struttura, il titolo è dedicato soprattutto a coloro che possono apprezzarne le meccaniche di fondo e difficilmente coinvolgerà tutti gli altri.
Tecnicamente interessante
Il comparto tecnico di Poly Bridge 3 non è male. Il titolo sfoggia infatti un ambiente 3D dallo stile cartoon, dove scenari e modelli coloratissimi creano una visione d’insieme sempre bella da vedere. Proprio il comparto estetico cartoon contribuisce a creare il tono leggero della produzione, che la rende a suo modo riconoscibile.
Infine, il comparto sonoro è soddisfacente, grazie a musiche sempre orecchiabili.