Blasphemous 2 è il sequel di uno dei più apprezzati metroidvania degli ultimi anni, nonché di uno degli indie più ispirati che alcuni giocatori hanno avuto modo di giocare. Non c’è quindi da sorprendersi che l’arrivo di questo sequel non lasci indifferenti molti appassionati, che non vedono l’ora di tornare a vestire i panni del penitente. Vediamo quindi se vale la pena affrontare questo nuovo pellegrinaggio nella nostra recensione.
Con la fede, non sei mai solo
La storia di Blasphemous 2 inizia esattamente dalla fine del primo capitolo: il Miracolo è tornato e ha iniziato a generare una nuova, presumibilmente mostruosa, progenie. Il Penitente viene quindi risvegliato da qualche entità divina, al fine di affrontare nuovamente il Miracolo e porre fine alla nascita di questo misterioso figlio.
Nonostante l’intreccio di fatti sia abbastanza lineare, Blasphemous 2 riesce ancora una volta a coinvolgere il giocatore dall’inizio alla fine, grazie a un comparto narrativo ricco di mistero e simbolismi, dove il lavoro interpretativo dell’utente riveste un ruolo fondamentale nella comprensione dei dettagli di trama. Questa viene infatti portata avanti soprattutto tramite box di testo criptiche, pronunciate con un ottimo doppiaggio da PNG ancora più criptici delle loro parole.
Eppure, tutta questa ambiguità riesce ad attirare e incuriosire, anche grazie ai costanti rimandi all’estetica e alla “mitologia”, se così si può definire, cristiana. Non solo molte metafore richiamano infatti a questo mondo ricco di simbologie ben note, ma anche la stessa estetica del titolo riporta costantemente alla sacralità, spesso mescolata con elementi magici e con un tono decisamente cupo. In altre parole, il comparto narrativo di Blasphemous 2 sorregge molto bene l’intero titolo, incuriosendo il giocatore quanto basta a esplorare le stanze della mappa.
Una struttura classica, ma riuscita
Il gameplay di Blasphemous 2 resta però il cavallo di battaglia della produzione. La struttura di gioco ricalca del tutto quella dei classici metroidvania, presentando quindi al giocatore un’ampia mappa esplorabile, dove lo sblocco di nuovi poteri consente di visitare aree precedentemente bloccate. Questo definisce di fatto la progressione del titolo, grazie a una progressiva apertura della mappa stessa e a un’esplorazione che diviene man mano più complessa e difficoltosa. Una struttura classica, insomma, già vista nel capostipite e qui migliorata ulteriormente.
Tanto per cominciare, va fatto un applauso al level design della mappa. Questa è un enorme ambiente ricco di stanze interconnesse in molti modi, che vanno dai teletrasporti, alle scorciatoie, passando per enigmi e interazioni da attivare solo dopo lo sblocco di armi o poteri particolari. I vari biomi che costituiscono la mappa sono vari, diversificati tra loro e ricchi di segreti. Il risultato segna quindi un grande passo avanti rispetto al primo capitolo, ma costituisce un pregio non indifferente anche per i neofiti della serie, che si troveranno di fronte a un’esplorazione degna di questo nome.
Il loop di gameplay vede quindi il giocatore avanzare per un certo bioma, superando nemici e trappole, per poi sbloccare un’arma o un potere, che permette a sua volta di completare il bioma stesso e, successivamente, di accedere a nuove aree degli altri. Alla fine di ogni bioma si trova un boss da sconfiggere, spesso associato al tema ricorrente nell’esplorazione. Esplorando, peraltro, si incontrano degli Inginocchiatori, che di fatto si comportano come i falò di Dark Souls, diventando veri e propri check point da attivare al passaggio e da cui si rinasce in caso di morte.
Le stanze di Blasphemous 2, infatti, sono luoghi pericolosi. Tanto per cominciare, si trovano piccoli enigmi ambientali e trappole, da superare interagendo con certi oggetti – come specchi che permettono di proiettarsi quando colpiti, oppure interruttori a tempo che aprono porte – o con un minimo di destrezza nelle fasi platform. Proprio qui, peraltro, vediamo il primo difetto del titolo, per via di una generale imprecisione negli “atterraggi”, per così dire, che a volte vedono il Penitente non afferrare piattaforme vicinissime. Oltre a questo problema tecnico, le fasi platform sono generalmente poco complesse e difficilmente offrono momenti memorabili.
I combattimenti, al contrario, sono davvero soddisfacenti. Il Penitente ha infatti a disposizione tre armi, ognuna con un moveset unico e con meccaniche particolari. Per esempio, la spada consente di portare attacchi mediamente veloci e di parare. Infliggendo danni, poi, è possibile entrare in una sorta di modalità furia che rende i colpi più veloci e devastanti. Al contrario, il martello vanta colpi lenti ma potenti, e sacrifica la parata per un ulteriore potenziamento di questi ultimi. Ci sono poi le doppie spade, che consentono stoccate veloci subito dopo una schivata.
Ogni strumento di morte è poi potenziabile tramite alberi di abilità dedicati, dove si sbloccano meccaniche aggiuntive, potenziamento ai danni e così via. Questi potenziamenti, poi, passano anche dalla creazione di vere e proprie buil. Da un lato, infatti, è possibile creare un rosario, dove i singoli grani garantiscono effetti passivi. Dall’altro lato, invece, è possibile equipaggiare delle statuette sacre, a loro volta in grado di garantire ulteriori bonus passivi. Quest’ultima meccanica risulta particolarmente interessante, dato che le singole statuette possono essere posizionate in modo da attivare bonus ulteriori.
Per esempio, equipaggiare un aumento dei danni critici delle Preghiere, insieme a un aumento dei danni da fulmine, potenzierà ulteriormente questo elemento. E le personalizzazioni del protagonista non finiscono qui: le Preghiere, infatti, sono delle vere e proprie magie, da equipaggiare e utilizzare durante i combattimenti con un tasto dedicato. Aggiungendo a quest’ultimo le frecce direzionali, poi, si possono sfruttare delle versioni ancora più potenti di questi incantesimi.
Ma quindi, come si combatte? Alla base, il combattimento è semplice ma efficace. Un tasto è dedicato a una combo base, mentre uno alle abilità speciali dell’arma (come l’attivazione della “furia” della spada). Si aggiungono poi una parata e una schivata. A queste basi ogni arma aggiunge meccaniche uniche, come la possibilità di portare attacchi AoE dall’alto, oppure l’aggiunta di danni da fulmine se non si subiscono danni. Da parte loro, i nemici attaccano spesso gruppo, e sono sufficientemente vari da mantenere fresca l’avventura fino alla fine. Oltre ai nemici base, peraltro, Blasphemous 2 presenta dei temibili miniboss, spesso difficilissimi da uccidere.
Ma sono anche le arene che fanno brillare gli scontri. I nemici, infatti, sono spesso posizionati in posti strategici, pensati appositamente per mettere in difficoltà il giocatore. Ecco quindi che troviamo nemici con attacchi a distanza posizionati in alto, altri sotto lampadari che cadono al nostro passaggio, altri ancora che attaccano in modo inaspettato. E’ proprio questo rapporto tra nemici e stanze a rendere il titolo sempre divertente, nonostante ci siano occasionali picchi di difficoltà che possono indurre non poca frustrazione nel giocatore.
Questa parte puramente action, poi, si unisce alle già citate meccaniche da metroidvania, che rendono ogni arma uno strumento adatto tanto a uccidere, quanto a esplorare la mappa. Si aggiunge poi la personalizzazione del penitente che, tramite i rosari, le statue e gli alberi di abilità, rende la struttura di gioco ancora più profonda.
In altre parole, Blasphemous 2 coinvolge il giocatore dall’inizio alla fine, grazie a un riuscito mix tra esplorazione, personalizzazione e combattimenti in salsa action. Il tutto inserito in una progressione che delinea una curva di difficoltà morbida ma punitiva, rovinata solo da occasionali picchi di difficoltà e da alcune imprecisioni nelle meccaniche platform. Si aggiungono poi segreti da scoprire, simbolismi da decifrare, collezionabili da raccogliere e oggetti da acquistare. In altre parole, siamo davanti a un’offerta ludica davvero soddisfacente, anche per i non appassionati del genere.
Tecnicamente divino
Il comparto tecnico di Blasphemous 2 è davvero ottimo. Il titolo vanta infatti sprite di ottima fattura e animati sempre in modo soddisfacente, a cui si aggiungono ambientazioni dettagliate e ricche di fascino. Questo valorizza uno splendido comparto estetico, che richiama i simbolismi della religione cristiana, unendoli però a un’atmosfera gotica e mistica, che caratterizzata anche il primo capitolo.
Il mondo di Blasphemous 2 torna a essere ricco di fascino, abitato com’è da personalità criptiche, creature mostruose, citazioni costanti al divino e una costante distorsione dei simboli tipicamente cristiani.
Infine, il comparto sonoro è eccellente, nonché in grado di valorizzare tutto questo con musiche ricche di fascino e d’atmosfera, che raggiungono vette davvero eccelse nel caso delle boss fight o in momenti particolari.