Sviluppato e pubblicato da Studio Sai, Eternights (qui la nostra anteprima) è un action game con combattimenti stile hack’n’slash, con rudimentali elementi da gioco di ruolo e una seconda anima da dating sim. Un incrocio di generi decisamente interessante su carta, considerando che il tutto è ambientato durante una sorta di apocalisse. Noi abbiamo affrontato tutto questo su PlayStation 4 e siamo pronti a mostrare la nostra recensione!
Eternights – il mondo sta finendo… quindi perché non metterci insieme?
La trama di Eternights è difficile da inquadrare. Oscilla costantemente tra innumerevoli generi dall’umoristico, al trash, all’avventuroso, al misterioso, al fantascientifico fino ad arrivare all’horror e ovviamente al romantico. Prevale certamente quest’ultimo, considerando che sin dall’inizio lo scopo del protagonista (a cui dovremo dare un nome) è quello di trovare una ragazza. Lui e il suo amico, d’altronde, stanno giustappunto sperimento app d’incontri.
Parliamo di due sempliciotti sfigatelli che non hanno grande fortuna con le donne eppure il nostro protagonista viene contattato all’improvviso da una misteriosa ragazza che gli propone un appuntamento in yacht. Come rifiutare un’occasione simile? Detto fatto, il giorno dopo il prode protagonista è già pronto a mettere in gioco le sue doti da conquistatore peccato che inizia la fine del mondo. All’improvviso, dal nulla, sbuca un muro gigantesco e la gente inizia a trasformarsi in creature mostruose e assetate di morte e distruzione.
In tutto il mondo regna il caos e i sopravvissuti vengono incitati a rintanarsi nei rifugi. Cosa che protagonista ed amico non si fanno ripetere due volte. La situazione degenera, i mostri aumentano e ben presto tutte le comunicazioni cessano di esistere. I due giovani decidono così di esplorare l’esterno dopo giorni di reclusione si ritrovano in compagnia di altre due sopravvissute tra cui una idol dai capelli rosa.
Lo diciamo subito, l’idea narrativa di fondo di Eternights non è malvagia. Non lo è affatto. Parliamo comunque di un protagonista che all’improvviso viene incatenato e a cui gli viene brutalmente amputato un braccio a sua volta sostituito poi da un arto di luce per il benestare di una stravagante entità. Entità che è in realtà una sorta di architetto e che è in lite con il secondo architetto del mondo. Hanno visioni opposte, solo uno può restare sveglio e ora è in atto una guerra.
Eppure in questo scenario apocalittico, tra cadaveri e mostri spaventosi, i nostri eroi trovano tempo e modo per innamorarsi, conoscersi e abbandonarsi in gag anche divertenti. Si parla di tutto, dagli assorbenti a passati di bullismo, passando per gli hater sui social, sull’identità nascoste, sull’amicizia vera o falsa, sul mondo delle idol o popstar che dir si voglia e tanto tanto altro. Si, forse non tutto viene approfondito come si deve ma il titolo mostra coraggio e sorprendentemente riesce anche a restituire una storia complessiva intrigante sotto diversi aspetti.
Eternights – tra amori e dungeon
Eternights ha due anime principali, la prima è quella da action game in terza persona con un sistema di combattimento prevalentemente da hack’n’slash e con rudimentali elementi da gioco di ruolo. Il secondo è quello da visual novel dating sim dove, attraverso una serie di scelte, potrai creare legami con una o più delle ragazze protagoniste del titolo. Entrambe si equilibrano decisamente bene grazie anche a una struttura ludica che deve moltissimo a titoli come Persona.
Eternights, infatti, è scandito da un calendario che scorre inesorabile. Ogni capitolo ha un momento “cruciale” dove ci attende un dungeon con relativi nemici e boss. Per procedere con successo, dovremo superare questo dungeon. Possiamo però decidere come impiegare i giorni antecedenti all’inevitabile scontro. Ogni giorno, infatti, è diviso in due parti: giorno e notte. Il dungeon può essere affrontato quando vogliamo, anche in più run, ma solo di giorno.
Inoltre, durante il giorno, possiamo decidere anche di parlare con uno dei personaggi per aumentare l’affinità e relative statistiche del protagonista o allenarci insieme con uno dei vari minigiochi del titolo per affinare ancora di più le già citate statistiche. Questo perché, non essendoci l’esperienza, l’unico modo per incrementare le statistiche del protagonista è interagire con successo con relativi personaggi. Ad esempio, la idol è il personaggio che aumenta permanentemente i nostri HP.
Ma non solo, altro elemento essenziale per apprendere le abilità del protagonista e sbloccare vantaggi bonus esclusivi, è quello di ottenere delle particolari pietre. Ne sono di due tipi: nere per le abilità personali del protagonista, come mosse speciali e incremento della loro forza e bianche, per aumentare i bonus degli altri personaggi. Questi, infatti, non combatteranno con noi limitandosi a farci da supporter con determinate abilità che potremo scegliere liberamente.
Il combattimento in Eternights, infatti, sembra banale ma è sorprendentemente divertente, veloce e abbastanza stratificato. Se è vero che possiamo menare colpi a ripetizione come un hack’n’slash qualunque, è altrettanto vero che non possiamo curarci se non con l’abilità dell’idol (abilità comunque relegata a una barra che si consuma facilmente). Non ci sono oggetti di supporto, abbiamo solo i nostri alleati. Questo significa che dovrai padroneggiare assolutamente la schivata.
La schivata è l’unico modo per evitare i vari colpi e se ben effettuata attiva un effetto a rallentatore che ti permette di guadagnare tempo e combo. Il titolo include infatti anche colpi extra alla pressione di un tasto che appare a schermo per poco tempo. In realtà, alcuni nemici sono dotati di scudi coriacei che li rendono immuni ai colpi semplici. Per abbatterli, dovrai eseguire per forza un attacco speciale che si ricarica man mano che meni colpi semplici.
Tale attacco è legato a uno specifico elemento, come gli scudi nemici. Occhio quindi a usare il giusto elemento. E per eseguire un colpo efficace, dovrai rispondere correttamente ai vari QTE che appariranno a schermo. Niente di troppo complesso anche se risultano leggermente fuori contesto. Completano il quadro dell’azione, una serie di livelli un po’ anonimi e ripetitivi, con scontri e nemici che variano un po’ poco ma che si riprendono alla grande grazie ai boss di fine livello dotati di diversi pattern e anche di mutazioni del comportamento a metà barra dell’energia.
E se durante il giorno puoi menare le mani, di notte la questione è differente. In questi momenti della giornata, infatti, puoi o allenarti, o andare a dormire oppure decidere di “rovistare”. Quest’ultimo comporta la localizzazione di un oggetto in tre determinati posti. Il problema è che all’inizio non puoi sapere cosa si trova dove. E anzi, avrai bisogno di una buona memoria man mano che esplorerai. Si tratta letteralmente di tre aree dove dovrai muoverti a tempo pena il fallimento della missione, cercando punti luminosi. Ogni punto è un oggetto, tutto qui.
Ammettiamo che rovistare è una delle cose meno riuscite del titolo anche se regala siparietti abbastanza divertenti. In effetti, man mano che si va a avanti si percepisce una certa ripetitività del sistema ludico, come anche nelle battaglie anche se viene in parte mitigato da dialoghi o eventi di vario genere (come una spedizione in un mini dungeon, ecc.). Ovviamente, non siamo ai livelli di un Persona.
Grafica e sonoro
La grafica, purtroppo, è il vero tallone d’Achille del titolo. Questa risulta decisamente vecchia, scarna e povera di dettagli. C’è un eccesso di riciclo nelle ambientazioni e anche gli enigmi ambientali, diversi e carini, risultano anonimi e un po’ ripetitivi. Migliora invece la rappresentazione dei protagonisti con espressione in stile anime realmente azzeccate e che sapranno strappare anche più di un sorriso.
Le animazioni, invece, risultano vecchiotte come la grafica stessa, un peccato considerando il potenziale di base di un titolo sì derivativo e con idee prese un po’ ovunque ma dotato comunque di carattere e in grado di far sorridere più volte e anche appassionare alle varie storie d’amore che potrai far nascere nel corso dell’avventura. E a tal proposito, anche il sonoro si difende molto bene, grazie anche a un doppiaggio efficace e ben variegato.
Infine da segnalare la graditissima presenza dei sottotitoli in lingua italiana. Una cosa non scontata considerando la tipologia di produzione e le dimensioni dello studio di sviluppo. Una sorpresa che non può che farci felici considerando anche la mole elevata di testi che c’attendono.