La prima causa europea contro l’obsolescenza programmata di Apple
Un gruppo di attivisti francesi ha avviato una causa penale contro Apple sulla sua politica di rallentamento degli iPhone più vecchi. Un caso che potrebbe vedere i dirigenti del colosso tecnologico dietro le sbarre e costare un bel po’ all’azienda in termini di rimborsi. Se, ovviamente, venisse condannata per il reato di “obsolescenza programmata” .
L’azione legale parte dall’associazione Halte à l’Obsolescence Programmée (HOP – Stop Planned Obsolescence), un’associazione ambientalista. Alcune azioni legali sono state avviate questa settimana negli Stati Uniti contro Apple per ragioni simili. E’ in coda a queste che Hop a depositato la sua azione legale nella procura di parigi.
“Apple ha messo in atto una strategia globale di obsolescenza programmata per aumentare le vendite di nuovi iPhone”, ha detto Laetitia Vasseur, co-fondatore del gruppo. “Tutto è organizzato per costringere i consumatori a cambiare i loro device. Ma quando un telefono costa 1.200 euro, che è più di uno stipendio medio, queste pratiche sono inaccettabili e devono essere perseguite”.
Dopo anni di rumors, Apple ha infatti confermato a dicembre di rallentare gli iPhone più vecchi. Una caratteristica introdotta lo scorso anno per proteggere i dispositivi dai problemi causati dall’invecchiamento delle batterie. La funzionalità è stata implementata su iPhone 6, 6S e SE l’anno scorso durante un aggiornamento software e su iPhone 7 a partire da dicembre con il rilascio di iOS 11.2. La funzione è pianificata per essere implementata in futuro anche sui nuovi dispositivi. La società ha spiegato che quando una batteria è in cattive condizioni potrebbe non essere in grado di fornire la massima corrente richiesta richiesta dal processore del telefono a piena velocità. Se ciò accade, l’iPhone può spegnersi inaspettatamente per proteggere i componenti interni.