Nel lontano 1987, un’era geologica fa in termini videoludici, Taito rilasciò uno dei suoi titoli più famosi ovvero Operation Wolf. Si trattava di uno sparatutto su rotaie che, pur non essendo il primo del genere, riscosse enorme successo diventando iconico con il suo cabinato con controller a forma di Uzi.
Subito dopo l’uscita del primo capitolo per sala giochi, Operation Wolf venne convertita per i sistemi casalinghi e diede vita ad una serie comprendente 5 capitoli, compreso questo remake/reboot.
Vengo a prenderti
Visto il tipo di gioco, aspettarsi una trama profonda o estesa è ovviamente utopico. Con un’ispirazione che non fatichiamo a trovare in Rambo, celebre film con Sylvester Stallone, nei panni di un militare statunitense dovremo farci largo attraverso un intero esercito nemico assemblato e condotto dal terrorista Viper, con lo scopo di catturare il pericoloso criminale e mettere fine ai suoi piani diabolici e ai suoi loschi traffici.
Se ti sembra vagamento scontato, non hai tutti i torti ma c’è un perchè: in questa operazione di reimagining gli sviluppatori hanno voluto che tutto fosse estremamente “classico” e quindi prevedibile, a cominciare dal gameplay.
Gameplay di Operation Wolf Returns
Nessuna sorpresa lato gameplay, essendo uno sparatutto su ruote. Affronteremo tutti i 6 livelli che compongono il titolo armi in pugno, fronteggiando decine di nemici.
Per assolvere al nostro obiettivo abbiamo a disposizione 4 armi, intercambiabili tramite le frecce del d-pad: la classica Uzi, arma polivalente e sempre utile, un mitragliatore pesante, una pistola simil Desert Eagle e un fucile a pompa.
Talvolta ci troveremo con qualche arma speciale (tipo torrette), che però risulta davvero scomoda da utilizzare in maniera fruttuosa.
Tranne la pistola, che essendo lenta e con danni limitati è l’arma meno utile del gioco, tutte gli altri strumenti di morte a nostra disposizione hanno munizioni limitate; non che sia un problema visto che i proiettili si acquisiscono sparando alle relative icone presenti a schermo e che, come da tradizione, possiamo ottenere rifornimenti di tutti i tipi sia sparando ai nemici che agli animali (tipicamente galline e maiali) che scorrazzano per lo schermo.
Per risolvere le situazioni più intricate avremo a disposizione anche delle granate mentre per sopravvivere il più a lungo possibile possiamo ricorrere a medikit (massimo 4 per volta). Per ogni livello abbiamo 3 tentativi, oltre i quali scatta in automatico il Game Over, ma sinceramente è difficile arrivarci visto e considerato che la difficoltà complessiva non è particolarmente elevata.
Quasi sempre i nemici ci affrontano frontalmente, abbastanza distanti da consentirci di eliminarli senza troppi problemi; in alcuni frangenti potremo anche usufruire di una copertura, con l’unico inconveniente che una volta usciti allo scoperto dovremo riprendere la mira, che va gestita con lo stick sinistro. Operazione più difficile a dirsi che a farsi, in realtà.
Anche i boss non sono poi così complicati da sconfiggere, una volta compreso il loro pattern, motivo per cui l’intero gioco può essere terminato in poco meno di un paio d’ore.
Differentemente da quanto potrebbe avvenire con un titolo Arcade, in questo Operation Wolf Returns il punteggio raggiunto rimane in locale senza alcuna leadboard online, rendendo il titolo scarsamente rigiocabile.
Segnali di Stile
Per questo ritorno di Operation Wolf, gli sviluppatori hanno pensato di adottare una grafica cartoonesca e ultra colorata che funge da punto di rottura con i capitoli classici, che cercavano uno stile un po’ più realistico (per l’epoca) e che personalmente ritengo sia poco riuscito.
Anche il sonoro è rivedibile, con una blanda musichetta che richiama l’originale in sottofondo e poche campionature relative alle armi. Spesso ad esempio i missili che ci vengono lanciati contro ci piovono addosso nel totale silenzio, così come alcune esplosioni.