Ogni volta che un nuovo capitolo della serie di Call of Duty arriva sulle nostre piattaforme di gioco, l’utenza si divide nettamente, così come la critica. Modern Warfare 3, nuova produzione del team Sledghammer Games, non fa eccezione alcuna. Chi lo considera un gran gioco, chi un DLC troppo costoso, chi un titolo non valido per l’acquisto, ma chi avrà ragione?
La risposta è sempre la stessa, ovvero che i gusti sono gusti e soprattutto sono diversi, ma con questo titolo è emersa un po’ di disonestà intellettuale, soprattutto tra la critica, e siamo sicuri che la recente acquisizione non c’entri niente.
Dal nostro punto di vista, le tantissime ore spese in compagnia del nuovo arrivato della serie sono state ottime. Ci troviamo, com’era prevedibile, di fronte a un capitolo simile, forse troppo, al suo predecessore, ma questo è per forza un male? Quando il “more of the same” è sbagliato e quando è giusto? Soprattutto perché in alcuni giochi viene considerato capolavoro e in altri una presa in giro? Il precedente capitolo della serie ha offerto davvero molto soprattutto in termini di multiplayer e giocabilità, e anche la componente narrativa della campagna principale non era male.
Modern Warfare 3: una storia per passare al multiplayer
Possiamo storcere il naso sulla modalità storia di Modern Warfare 3 rispetto a quella del predecessore e non solo, perché quest’ultima dura poco più di 4 ore e non offre davvero niente di memorabile. Un po’ di azione cinematografica, situazioni prevedibili ed esiti scontati. Però è risaputo che la serie di Call of Duty ormai punta quasi esclusivamente sulla componente multigiocatore, e qui le cose cambiano pur rimanendo le stesse.
Accedendo alla componente multiplayer ci siamo subito accorti che tutto il nostro arsenale sbloccato sul precedente capitolo, composto da operatori, armi, skin e il resto, è stato integrato in Modern Warfare 3, e questa può solo essere una nota positiva.
Pad alla mano le cose sono risultate simili, almeno per il 90% del gameplay. Sono state introdotte nuove meccaniche, anche se nel caso della slide-cancel possiamo dire reintrodotte. Questa mossa ci permette appunto di interrompere la scivolata, manovra che rende ancor più fluidi i nostri movimenti sul campo. Abbiamo poi la Tactical Stance, o Tac-Stance, che introduce una nuova tipologia di mira con l’arma leggermente piegata, la quale risulta essere più veloce ma meno precisa, adatta ai combattimenti ravvicinati.
Anche il time-to-kill, tempo necessario per uccidere i nemici, è stato modificato in positivo. Infatti servirà qualche istante in più (perché di istanti si tratta) per uccidere o essere uccisi. Una modifica quasi impercettibile ma che andrà ad impattare notevolmente sugli scontri, soprattutto per chi ha giocato parecchio al predecessore ed ha imparato a memoria le tempistiche.
Dal punto di vista del gameplay quindi ci troviamo sì di fronte a un titolo che ricicla quello precedente, ma che riesce anche a migliorarlo aggiungendo quel qualcosa in più. Anche dal punto di vista delle modalità la playlist si è allargata. Abbiamo il ritorno della modalità “Guerra” e l’introduzione dell’interessantissima “Tagliagole”. In quest’ultima modalità, tre team composti da tre giocatori dovranno darsi la caccia e uccidersi, senza possibilità di respawn, cercando infine di catturare la bandiera che, come nel Gulag di Warzone 2, compariva negli ultimi istanti di gioco.
Modrn Warfare 3: non i soliti Zombie
Abbiamo poi la nuova modalità zombie, che potremo affrontare in cooperativa, e che ci vedrà ovviamente scontrarci contro orde di temibili non morti. Questa modalità può tranquillamente diventare il fiore all’occhiello di Modern Warfare 3. La mappa dell’Urzkstan è enorme e suddivisa in settori a seconda del livello di difficoltà che troveremo al loro interno. Tra le altre cose questa dovrebbe anche essere la nuova mappa di Warzone.
In team composti da 3 giocatori, potremo e dovremo portare a termine diverse missioni per potenziarci e progredire in modo preparato. Poi in compagnia macinare orde di zombie acquista tutt’altro livello di divertimento. Non mancano poi i richiami alle classiche modalità Zombie già viste in vari Call of Duty, come le casse misteriose e le lattine Juggernog. Una volta acquisito diverso bottio, dovremo raggiungere il punto di esfiltrazione e tentare di scappare dall’orda di zombie finale.
Modalità di gioco aggiunte, gamplay sempre fluido, frenetico ed esaltante negli scontri a fuoco, un feedback delle armi magistrale come già eravamo abituati, con l’aggiunta oltre 35 nuove bocche da fuoco, e un comparto grafico e sonoro che già in passato aveva dimostrato di essere performante. Ma boh, per molti esperti questo more of the same non va bene, noi invece pensiamo l’opposto.