Che cosa è Gladiator? Prendiamola lunga. Certi amori a volte si allontanano, solo per poi tornare più forti di prima. Attendono una maggiore maturità e credo sia proprio quello che è successo. I “recenti” articoli realizzati sulla storia di Street Fighter, Mortal Kombat, Tekken e Soul Calibur, mi hanno riavvicinato ad un’idea che avevo avuto molto tempo fa.
Quando entrai in iCrewPlay, avrei voluto creare una serie di articoli che si occupasse solo ed esclusivamente di picchiaduro, fossero a scontri, beat’em up o hack and slash. Iniziai anche a farlo, ma ero troppo acerbo come redattore, progettai male il mio lavoro e l’unica cosa che rimase dell’idea iniziale fu la lore di Guilty Gear.
Da allora però sono passati molti anni e adesso sono una persona molto diversa. Questa serie di articoli non avranno un titolo in comune, ma solo un argomento: i picchiaduro. Di qualsiasi tipo e forma. Alla fine metterò sempre un indice, ma ogni articolo sarà godibile in solitaria (a meno che non debba spezzarlo in più parti).
Per ora ho pensato a tre tipologie di articoli. Uno lo hai già visto, “la storia fino ad ora” sarà sempre un vero e proprio riassunto di una saga fino all’ultimo capitolo uscito. La seconda tipologia, “che cosa è”, la inauguriamo invece oggi ed è dedicata a quei titoli del genere sconosciuti ai più. Della terza parleremo in futuro.
Da dove iniziare però? Beh, credo sia buona cosa partire dal principio, ovvero dal primo picchiaduro mai gioc… ah no, quello è stato Street Fighter II. Sarebbe un po’ troppo banale. Perché non trattare allora il più vecchio picchiaduro che abbia mai giocato? Ecco, adesso ci ricolleghiamo all’inizio visto che quello è proprio Gladiator. Sei pronto a scoprire che cosa è?
P.S.: ringrazio l’International Arcade Museum che resta una delle migliori fonti di immagini ed informazioni quando si trattano giochi arcade così vecchi.
Gladiator – Il gladiatore nel castello dorato
Uscito nel 1986 con il titolo originale di Ougon no Shiro, Gladiator è un gioco arcade distribuito, come tanti altri titoli dell’epoca, da Taito. Da un gioco che si chiama così ti aspetteresti un massiccio gladiatore che affronta scontri nel Colosseo ed invece Gladiator ci metteva nei panni di un cavaliere in un castello.
I comandi erano semplici, come tipico di un gioco arcade, con il joystick ci si muoveva a destra ed a sinistra o si alzava ed abbassava lo scudo mentre con tre tasti si eseguivano affondi a tre diversi livelli di altezza. Gladiator comprendeva quattro livelli ed in ognuno si alternavano due fasi: obstacle e fight.
Nella prima si doveva semplicemente avanzare difendendosi con spada e scudo da vari pericoli come pipistrelli, palle di fuoco, frecce e cose simili mentre, la seconda, ci vedeva scontrarci uno contro uno con uno specifico avversario più ostico che o poteva parare i nostri attacchi come noi o aveva altre doti.
La cosa interessante era che, se venivi colpito in un punto, perdevi un pezzo d’armatura e, se venivi colpito nuovamente, morivi, ma questo valeva anche per molti degli avversari della modalità fight. Scudi ed armi potevano inoltre danneggiarsi e rompersi e c’erano alcuni comandi segreti per ottenere degli utili power-up.
Gladiator – Storia e personaggi
Come puoi ben immaginare, non c’é molto da dire sulla storia di Gladiator: sei un cavaliere in un castello ed il tuo scopo è raggiungere il luogo del tesoro. Fine. Che ha a che fare tutto questo con un gladiatore? Niente, ma probabilmente Gladiator è una rozza traslitterazione del nome del protagonista: Gurianos/Guaranos.
Il titolo originale significa invece Castello Dorato ed ha già più senso visto che tre dei quattro livelli ci vedono esplorare un castello. Il primo livello è quindi il piano terra e qui incontriamo uno spadaccino di nome Solon, una schermitrice di nome Irene ed un demone che sputa palle di fuoco di nome Maitreya.
Nel secondo abbiamo un cavaliere in armatura viola di nome Zaid che dovrebbe essere una donna, ma ha i baffi, un gigante armato di mazza (che possiamo rubare) ed un’amazzone arciera entrambi senza nome. Il terzo livello è sul tetto del castello e ci vede affrontare vari cavalieri tra cui uno con due spade che si chiama Agathon.
Infine veniamo trasportati in un’altra dimensione per lo scontro finale contro Gauis/Gildus, il guerriero della morte, che, dopo essere stato sconfitto una volta, vedrà bene di tornare sottoforma di scheletro. Distrutto lui, ci troveremo nel luogo del tesoro, una stanza piena di monete e… fine qua, il gioco ripartirà automaticamente da zero.
Gladiator – Un parere oggi
Gladiator era un gioco decisamente legnoso e grezzo già per gli standard dell’epoca. Nel 1986 uscivano The Legend of Zelda, Metroid, Dragon Quest, Kid Icarus, Dark Castle, Adventure Island, Defender of the Crown, Castlevania, Bubble Bobble e Alex Kidd in Miracle World. Giusto per dire qualche nome tra i più famosi.
Un titolo così rozzo a livello di gameplay e di grafica, senza parlare della breve durata e della ripetitività (basti pensare al confronto con Ghosts ‘n Goblins), non poteva essere un successo. Tuttavia alcune caratteristiche del gameplay, tra tutte la possibilità di danneggiare armi ed armature dei nemici, riuscirono a rimanere impresse.
Giocato oggi Gladiator è qualcosa di assimilabile ad una tortura fisica e psicologica. Alla fin fine era stato pensato per essere una macchinetta mangiasoldi, come tanti altri giochi arcade dell’epoca, ma qui mancano veramente le ragioni che spingano ad andare avanti, al di là della curiosità. Che coraggio che ebbi all’epoca per provarlo.
Gladiator venne adattato per ZX Spectrum, Armstrad CPC e Commodore 64 nel 1991 con il titolo di Great Gurianos, ma la conversione era terribile (vedi da te l’immagine qua sopra). Io fortunatamente lo giocai grazie a mio padre che si occupava di gestire gli arcade delle sale giochi della provincia. Mi dovevo comunque star annoiando parecchio quel giorno.
Gladiator – Un po’ di curiosità
Di per sé Gladiator è una curiosità visto che è un gioco di cui molti pochi sapranno l’esistenza, la maggior parte grazie al sequel che è decisamente più “godibile” anche se… no, niente, tanto ne parleremo nel prossimo articolo, che credi. In ogni caso ci sono un po’ di cose buffe da dire su questo titolo.
La prima è che la versione per ZX Spectrum di Great Gurianos non può essere conclusa e questo è stato fatto volontariamente. Non scherzo, lo ha dichiarato lo stesso autore del gioco, David Perry. Il gioco occupava da solo talmente tanta memoria che non c’era spazio per un finale e quindi l’ultimo boss è imbattibile.
Pensare che i giocatori di oggi si lamentano per qualche piccolo ostacolo non prevedibile quando nel 1991, se compravi Great Gurianos, non potevi letteralmente finirlo per scelta dell’autore! C’é anche un’altra curiosità bizzarra, esclusiva della versione giapponese del gioco… e molto più tipica per gli standard di questo paese.
In questa edizione di Ougon no Shiro, infatti, quando affronti Irene, la prima guerriera con l’armatura rosa, se le colpirai il petto, questa rimarrà nuda con il seno esposto. Hai capito questi zozzoni dei nipponici del 1986? Ovviamente ciò non avviene nella versione occidentale dove, se le viene scoperto il torace, rivela un classico (?) bikini mail viola.
The Fighters’ Legacy Index
#001 – Street Fighter VI La Storia fino ad ora
#002 – Mortal Kombat I La Storia fino ad ora parte 1
#003 – Mortal Kombat I La Storia fino ad ora parte 2
#004 – Mortal Kombat I La Storia fino ad ora parte 3
#005 – Tekken 8 La Storia fino ad ora
#006 – Soul Calibur La Storia fino ad ora