Battle Stations Blockade parte da una premessa semplice: proporre uno sparatutto su binari molto classico, rappresentato in voxel, e ambientato su una nave in costante movimento. Parliamo quindi di un genere tipicamente arcade, molto difficile da proporre in modo che sia interessante. Vediamo quindi come se la cava nella nostra recensione.
Nessuna storia
Battle Stations Blockade non propone una storia degna di questo nome, ma si limita a una contestualizzazione narrativa: sei al comando di una nave da guerra che naviga in acque ostili, ed è tuo dovere uscirne indenne. Tutto questo viene delineato principalmente da una prima cut scene iniziale, che funge anche da introduzione alle meccaniche di gioco.
Da qui in poi, tutta la contestualizzazione narrativa passa in secondo piano e si assiste a una carrellata di livelli. Ecco quindi un primo difetto: il titolo si mantiene fin troppo generico e non offre nulla che possa essere in qualche modo narrativamente interessante.
Ma Battle Stations Blockade vuole farti giocare
Il gameplay è però il punto forte di Battle Stations Blockade. Il titolo presenta un loop molto classico, che vede un alternarsi continuo di livelli caratterizzati da un percorso predefinito. In altre parole si inizia da un punto A e si osserva la nave arrivare a un punto B, senza possibilità di deviare da questi binari invisibili. Questo percorso è però interrotto continuamente dai nemici, che si parano davanti alla nave stessa.
E proprio qui troviamo un problema. La traiettoria seguita dalla nave è sempre priva di mordente: vi è la quasi totale assenza di ripari, situazioni particolari o in generale qualcosa che possa spezzare la sensazione di essere letteralmente su dei binari. In ogni livello i nemici si parano semplicemente davanti, facendo da bersagli mobili e sparando. Da parte nostra invece, abbiamo la possibilità di incassare praticamente tutti i colpi ricevuti, vista la salute elevatissima della nave e la possibilità di ricaricare i punti salute semplicemente distruggendo tutto. Basta avere una buona mira ed è fatta.
Ed ecco quindi la meccanica principale di gioco. In Battle Stations Blockade si spara tanto, utilizzando le due torrette che appaiono con una visuale in soggettiva. Queste hanno a disposizione un anello di armi da utilizzare a piacimento in base alla situazione. Dalle railgun, alle mitragliatrici, passando per i missili o per le bombe. Ogni arma può essere alternata senza alcun limite e tutto sta nelle mani del giocatore. E, a dire il vero, il problema è proprio questo. Il titolo non vanta meccaniche che possano bilanciare tutta questa potenza di fuoco, ma si limita a fornire al giocatore un arsenale relativamente vasto.
Questa scelta, di conseguenza, annulla ogni possibile senso di progressione dato dallo sblocco e di armi – che passa in secondo piano, visto l’arsenale comunque vasto – e, allo stesso modo, dona troppo potere in mano al giocatore. Non ci sono, per esempio, malus o ritardi consistenti nell’alternare le bocche da fuoco in modo spasmodico, così come non ci sono limiti degni di nota a quelle utilizzabili. Semplicemente, hai tutto e puoi utilizzare tutto. Questo, unito alla salute estrema della nave, rende il titolo fin troppo semplice e fin troppo monotono.
Questa sensazione viene poi ulteriormente enfatizzata da nemici non troppo diversi tra loro, e in generale dai comportamenti non troppo elaborati. Questi seguono spesso una traiettoria prevedibile, sono facili da colpire e non presentano meccaniche uniche che possano donare un minimo di varietà agli scontri a fuoco.
Il risultato è uno sparatutto su binari che si limita a fare il minimo sindacale, mettendo il giocatore contro ondate nemici, in livelli lineari, riducendo tutto alle semplici sparatorie. Le meccaniche da shooting sono infatti fin troppo blande e di conseguenza rendono il titolo ripetivo, facile e difficilmente memorabile.
Molto semplicemente si inizia un livello, si alternano le armi distruggendo tutto ciò che si muove su schermo, e si arriva al prossimo livello dove si ripete lo stesso loop. Non ci sono meccaniche degne di nota, picchi di interesse nel level design o nemici particolari, ma una semplice riproposizione di un loop classico, peraltro proposto con una difficoltà troppo inclinata verso il basso.
Battle Stations Blockade risulta quindi uno sparatutto sufficiente, adatto solo a coloro che cercano una sfida semplice o che semplicemente si accontentano del classico loop di gameplay tipico del genere.
Tecnicamente voxel
Il comparto tecnico di Battle Stations Blockade non è troppo elaborato, persino per una grafica Voxel. Il titolo presenta infatti ambienti poco dettagliati, senza effetti di luce che possano dare un pizzico di lustro e con texture mai troppo elaborati. Allo stesso modo, i modelli dei nemici non sono mai troppo interessanti da vedere.
Il comparto artistico si dimostra invece generico, persino nell’idea di proporre un’ambientazione militare in stile voxel. Il mondo di gioco è infatti poco interessante e allo stesso modo i voxel non vantano una personalità riconoscibile.
Infine, il comparto sonoro si limita a fare il suo lavoro, senza picchi degni di nota.