Sviluppato da JanduSoft, 2kSomnis e Josep Monzonis Hernandez e pubblicato da JanduSoft (gli stessi che hnno pubblicato Superola Champion Edition di cui puoi leggere la nostra recensione), Aztec Tiki Talisman è un platform 3D con visuale isometrica abbastanza classico e pieno di stravaganti trappole. Noi abbiamo affrontato gli innumerevoli livelli sulla nostra fidata Nintendo Switch e questa è la nostra recensione!
Aztec Tiki Talisman – una giungla piena di pericoli
Aztec Tiki Talisman, lo diciamo subito, non ha una trama. Niente. Neanche un cenno. Non c’è assolutamente una parvenza di lore e neanche una qualche intro animata o statica. Il gioco focalizza tutto se stesso unicamente nel gameplay offrendo al giocatore una serie di sfide concatenate tra loro e tutte decisamente “cicliche”. Nel senso che dovrai fare sempre le stesse cose salvo alcune rare eccezioni.
Nel dettaglio, Aztec Tiki Talisman è composto da cinquanta livelli suddivisi in cinque capitoli che potremo anche definire “biomi”. Ogni capitolo condivide infatti determinate palette di colori, nemici, trappole e tipologie di piattaforme. L’atmosfera generale, invece, permane grossomodo la stessa anche se terribilmente piatta e anonima, oltre che ripetitiva. Ma bando alle ciance e vediamo nell’atto pratico in cosa consiste Aztec Tiki Talisman!
Un platform vecchio stile, anche troppo
Aztec Tiki Talisman è un platform 3D con visuale isometrica dove sei chiamato ad attivare e raggiungere un portale magico. Per attivare il suddetto portale, dovrai prima trovare il talismano blu. Questo oggetto, come tutto il resto, è già visibile nell’area di gioco ma il problema è capire come raggiungerlo senza morire lungo il tragitto.
Fondamentalmente, ogni livello di Aztec Tiki Talisman è un’area quadrata con al centro una struttura sopraelevata. Il nostro scopo è proprio affrontare queste strutture cubettose svelando man mano i percorsi per un viaggio dal punto A al classico punto B. Il tutto schivando trappole e nemici di vario genere. A nostra difesa, oltre a un salto non molto preciso, abbiamo il lancio di una sorta di ascia in pietra rudimentale anche questa non perfettamente precisa.
Lanciare l‘ascia, infatti, richiede un po’ di pratica in quanto il raggio visuale del nostro protagonista non è sempre chiarissimo e più volte ti ritroverai a lanciare la clava a vuoto. In compenso, il lancio è molto profondo e quindi potrai colpire bersagli anche a grande distanza. Comodo sopratutto coi nemici in grado di lanciare proiettili. E parlando di nemici, boss inclusi, questi non spiccano per originalità o complessità. Anzi.
In realtà, l’intero titolo non sorprende praticamente mai, riciclando se stesso e idee di altri titoli in modo piatto e anonimo. Se all’inizio il titolo può infatti catturare per la resa estetica e per una certa curiosità di fondo, presto l’attività ciclica e la scarsa innovazione oltre che un coraggio di osare molto basso, può portare a noia. Alla lunga si tratta solo di saltellare, schivare e attaccare stessi nemici e trappole posizionati però in modo diverso.
Ogni livello però, offre per gli amanti del 100% un piccolo collezionabile extra. Tre stelle gialle. Queste sono disseminate per ogni livello e per raccoglierle dovrai affrontare percorsi esclusivi e non sempre molto comodi. Purtroppo, come detto, il level design è poco ispirato e può venire facilmente a noi. Il livello di difficoltà, invece, è medio. Considerando anche che basta un colpo per morire e dover ricominciare tutto dall’inizio.
Intrigante invece la comparsa magica di alcune scalette al completamento di determinati percorsi. Queste scale fungono da scorciatoia in quanto, se si cade dalle strutture cubettose principali, dovrai per forza di cose risalirci partendo dal principio. Sempre se non muori prima.
Grafica e sonoro
Graficamente parlando, Aztec Tiki Talisman non è malissimo. O meglio, all’inizio il suo 3D che sembra quasi del pongo dai colori pastello, attira e anche in modo simpatico. Purtroppo però, il titolo inizia subito a riciclare i suoi già pochi elementi e presto il tutto diventa ancora più monotono. In quanto già il gameplay non brilla di varietà se poi lo si unisce a un’estetica sempre uguale e con pochi elementi, il risultato non è dei migliori.
Discorso analogo anche per il sonoro. Poche tracce e che si ripetono di continuo. Un peccato, considerando che il titolo poteva offrire molto, molto di più. Infine, da segnalare l’assenza dei sottotitoli in lingua italiana anche se il titolo non presenta alcun testo a schermo. Per quanto riguarda invece le modalità dell’ibrida Nintendo, il titolo si difende bene soprattutto in portabilità, grazie alla sua natura mordi e fuggi e ai livelli decisamente contenuti.