Sviluppato da Don’t Nod e pubblicato da Focus Entertainment, Banishers: Ghosts of New Eden è un action gdr in terza persona fortemente votato alla narrazione e con scelte che cambiano drasticamente l’esperienza e lo svolgersi della trama. Noi abbiamo vissuto la cupa avventura di Red e Antea su PlayStation 5 e questa è la nostra recensione!
Banishers: Ghosts of New Eden e i misteri della morte
Sì, anche se esteticamente e ludicamente si distacca molto dai loro standard, Banishers: Ghosts of New Eden è una creatura di Don’t Nod, i papà di Life is Strange, Jusant e Vampyr. Esordiamo con questa precisazione perché, come in ogni loro opera, incluso il più silenzioso Jusant (qui la nostra recensione) anche Banishers: Ghosts of New Eden è incentrato nel raccontare una storia. Storia che muterà a seguito delle tue scelte.
A conti fatti, in quest’ultima loro opera, c’è molto di Vampyr: le atmosfere, il peso delle scelte e la deriva più action con elementi da gioco di ruolo. Ma c’è anche una storia, considerando che siamo agli inizi del ‘700. E anche qui, il saper trasportare la storia e le sue atmosfere, non è nuovo in casa Don’t Nod grazie a titoli come Gerda: A Flame in Winter (qui la nostra recensione).
Ma torniamo a Banishers: Ghosts of New Eden e al suo mondo cupo, buio, che per certi versi richiama per impatto estetico gli ultimi God of War e a sua volta anche Hellblade: Senua’s Sacrifice. Siamo nel 1695 in una barca diretti a New Eden. I protagonisti assoluti delle vicende sono due innamorati. Red e Antea. I due, oltre a una ferrea passione, condividono anche il “lavoro”: sono epuratori.
L’epuratore è una sorta di esorcista ma più aggressivo. Parliamo di veri e propri cacciatori di spiriti armati di lama. Loro sono a caccia di maledizioni per epurare, appunto, il mondo e proteggere i vivi dai morti. Come? Semplice: liberando le loro anime e guidandole all’ascesa, sconfiggendo il loro rancore e purificando le terre martoriate e grondanti di sangue e dolore.
“Vita ai vivi, Morte ai morti”
Banishers: Ghosts of New Eden propone infatti una trama dove la morte e la vita si incontrano di continuo con effetti spesso tragici. Il tono è cupo, l’incedere ha un ritmo non sempre perfetto ma che saprà ancorarti allo schermo. Come? Grazie a Red e Antea. I due epuratori, infatti, si ritroveranno ad affrontare un caso più grande di loro e si ritroveranno divisi seppur vicini.
Tra i due, la maestra, quella con più esperienza, colei che ha ben chiaro qual è il percorso di un epuratore, è Antea. Ebbene, sarà proprio questa a ritrovarsi nel mondo dei morti. Lo stesso mondo per cui ha combattuto assiduamente per tenere intatto il velo che separa l’invisibile dal tangibile. E ora… ora è lei a trovarsi nel mezzo.
Red, d’altro canto, è quello più umano, troppo. Colui che tende a dare un’altra possibilità, che tende la mano. E spetterà proprio a lui decidere le sorti del loro legame partendo da un giuramento. Un giuramento che, te lo garantiamo, sarà messo alla prova più e più volte. Ed è un giuramento nostro. Siamo noi a giurare insieme a Red e siamo noi a dover effettuare scelte su scelte.
Terremo fede al nostro giuramento? Quale parte prevarrà? I sentimenti? Le leggi che guidano le nostre azioni da epuratore? Quanto sapremo essere fermi sulla nostra strada? Perché Banishers: Ghosts of New Eden saprà mettere alla prova le tue scelte con episodi, personaggi ed eventi inaspettati e che vanno a capovolgere più volte le tue convinzioni.
D’altronde, Banishers: Ghosts of New Eden racchiude in sé tematiche molto forti che oscillano dalla demonologia al cannibalismo, virando a tradimenti, culti, sette, stregonerie e quant’altro. Il tutto per un’atmosfera riuscita, efficace e coinvolgente. Merito di una narrazione che parla tanto di morte quando di amore, riuscendo a rapire fino alla fine.
Come essere un buon epuratore
Banishers: Ghosts of New Eden è un action adventure in 3D con elementi da gioco di ruolo e fortemente incentrato sulla narrazione con tanto di scelte e finali alternativi. Non mancano forti fasi esplorative con puzzle ambientali abbastanza elementari e ed elementi da raccogliere in un modello basilare di crafting e conseguente upgrade dell’equipaggiamento e non solo.
Ma procediamo con ordine. Prima di tutto, in Banishers: Ghosts of New Eden ti ritroverai a indagare. Cosa? Maledizioni, ovviamente. Persone afflitte da fantasmi che non intendono andar via. Il tuo scopo è capire cosa è successo, raccogliendo indizi tanto sulla vittima viva quanto sull’anima eterea che non accenna a trapassare.
Inutile dire che non sempre chi è ancora vivo è la vittima. Anzi, gli autori sono stati decisamente in gamba e ancora una volta, le loro doti narrative, seppur non sempre originali, sono notevoli e funzionano. Ma torniamo al gameplay. In quanto epuratore, sei dotato di intuizione che ludicamente si traduce con un bagliore arancione dovuto agli anelli dell’epurazione.
Questo bagliore indica luoghi e oggetti che sono stati marchiati dal passaggio di un fantasma e sta a te localizzarli e analizzarli. In taluni casi, potrai anche dover effettuare un rituale, spendendo alcuni oggetti raccolti in giro. Inizialmente è facile intuire il tipo di rituale da effettuare ma progredendo la situazione si complica e se sbagli rituale, perdi anche i materiali spesi.
Tra questi rituali troviamo rimembranza che aiuta a entrare in sintonia con la memoria sbiadita di un fantasma, svelandone l’eco e permettendoci di vedere stralci del passato (un po’ come le indagini di Batman e non solo). Altro rituale molto interessante è la “manifestazione forzata” utile a evocare il defunto e permettendoci di dialogarci.
Quest’ultimo rituale, però, oltre a evocare fantasmi, può anche evocare gli spettri. Questi sono i cattivi della situazione (con loro non esiste dialogo… senza contare che ci sono anche gli incubi, che sono ancora peggio e dialogano anche) e sono anche i nostri principali avversari sul campo di battaglia (che approfondiremo a breve).
Costringere a manifestare gli spettri è utile per affrontare orde di nemici e purificare i così detti “nidi” (o “attività spettrali” che dir si voglia), luoghi infestati di spettri ma con preziosi tesori ad attenderci.
Ma come si combatte uno spettro? Prima di tutto, Banishers: Ghosts of New Eden ci offre un indicatore di minaccia per i nemici non visibili: rosso se stiamo per essere attaccati, arancione se un proiettile ci è stato scagliato contro e verde se sta per avvenire una possessione. Una volta localizzato il nemico, è tempo di menar fendenti.
Red è un bi-lama, per la precisione combatte con spada e bastone epuratore. Inizialmente è dotato di attacco rapido e veloce, attacco lento (con possibilità di caricarlo) e più forte, parata, schivata e, quando la rispettiva barra visibile a schermo sotto l’energia vitale si riempie, può anche scatenare una mossa più forte provando ad ascendere brutalmente l’avversario.
Se i primi combattimenti di Banishers: Ghosts of New Eden risultano sciapi, eccessivamente semplici e perfino poco ispirati, col tempo il combat system va a stratificarsi e migliorare. Già con Antea la situazione migliora nettamente sia nei combattimenti che nell’esplorazione.
Antea, infatti, può prendere possesso del corpo di Red e questo si traduce nel vedere il mondo coi suoi occhi da fantasma. In termini ludici, oltre a un cambio di colori, ecco apparire segnali prima invisibili, cerchi fumosi e lucenti da allineare per effettuare balzi giganti (abilità che si sblocca col tempo) e perfino le tele spettrali.
Questi fili verdognoli luminescenti possono essere visti e tolti unicamente da Antea e di solito celano oggetti extra o utili a proseguire nelle indagini. Se ti stai chiedendo se devi switchare continuamente da red ad Antea per non perderti niente, la risposta è no. In modo simile all’intuizione, Red si ritroverà ad avere un’aura blu che indica la presenza di elementi spettrali nascosti.
Come anticipato, però, Antea è utilissima anche in battaglia. Prima di tutto, lei è un fantasma e in quanto tale non ha una barra vitale. Inoltre, tira dei pugni niente male riuscendo a creare danni extra ai cadaveri posseduti. Purtroppo, ogni pugno inferto e ogni colpo ricevuto, porta la barra spirituale di Antea a esaurirsi e quando finisce, Antea cede il posto a Red.
Per ottenere nuovi punti spirito, basta colpire i nemici con Red. Inutile dire che anche in battaglia, Red e Antea possono essere switchati a nostro piacimento sempre se Antea ha abbastanza barra spirituale. Padroneggiare entrambi i combattenti è essenziale per sfruttare appieno le debolezze del nemico e per permettere a Red di restare in vita pena il game over.
A tal proposito, Red è dotato anche di alcuni decotti, ossia delle cure, che possono essere potenziate sia di numero che per efficacia. Tali cure, si ricaricano automaticamente una volta riposato. Dove si riposa? Semplice: ai rifugi… che a conti fatti son quasi sempre dei falò. No, nonostante le apparenze, Banishers: Ghosts of New Eden non è assolutamente un soulslike anche se difendere e schivare sono due pratiche che dovresti apprendere abbastanza velocemente.
Tornando ai falò, qui potrai eseguire diverse azioni. La prima, riposare, permette di far passare il tempo e di curare Red, oltre a ricaricare i già citati decotti. Riposare comporta però anche la ricomparsa dei nemici così come il ripristino delle risorse di creazione raccolte.
Sempre ai rifugi, puoi migliorare la tua attrezzatura attraverso l’inventario e il conseguente impiego di risorse. Queste migliorie, comportano diversi bonus alle statistiche base e ogni equipaggiamento ha un suo livello di miglioramento. Più è alto il livello, più materiali preziosi saranno richiesti.
Ed è ancora al rifugio che potrai accedere al viaggio rapido che, oltre a fungere da “riposo” con tutti i relativi effetti, ti permette di spostarsi da un rifugio all’altro (ovviamente quelli già visitati).
Infine, c’è l’opzione “evoluzione” che permette di potenziare i nostri due protagonisti. Ognuno di loro ha una serie di abilità sbloccabili in un sistema di scelta a rami unilaterale (o uno o l’altro).
Il sistema di personalizzazione e potenziamento, per quanto semplice e intuitivo, è comunque funzionale e si sposa bene con un sistema di combattimento che, come detto, va a migliorare gradualmente. Questo non solo grazie alle nuove abilità dei protagonisti ma soprattutto per i nemici che vanno man mano ad aggiungersi.
Oltre agli spettri, infatti, non mancano cadaveri redivivi. In particolare, sono corpi posseduti da spettri e che, infatti, con l’abbattimento del corpo fisico, si liberano.
Il nostro compito è quindi uccidere prima il corpo e successivamente anche lo spettro. E sì, la possessione, se presa in tempo, può essere fermata (basta eliminare o fermare lo spettro prima che entri in un corpo).
Il peso delle scelte
Come più volte detto in questa recensione, Banishers: Ghosts of New Eden è prima di tutto un gioco narrativo. Sì, si combatte, si raccolgono risorse, si fanno investigazioni soprannaturali, ma è la storia il vero cardine e punto di forza dell’intero titolo.
Non per niente i casi di infestazione, ossia le fasi di investigazione, sono ciò che coinvolge più di tutto. E il peso maggiore lo ha la parte finale di ogni caso, quello dove bisogna decidere cosa fare se accusare i vivi, sacrificandoli e ritenendoli colpevoli o se intervenire sulle anime.
E in tal caso, come procedere: con l’ascensione e quindi concedendogli la serenità oppure epurandolo e quindi condannandolo alla sofferenza eterna?
La risoluzione di ogni caso comporta delle inevitabili conseguenze, soprattutto nel rapporto di coppia tra Red e Antea e il loro futuro. Futuro che andrà a dipanarsi in una serie di episodi che ci vedrà impegnati anche e soprattutto ad esplorare.
E parlando di esplorazione, questa deve molto ai moderni God of War. Le aree, infatti, sono una serie di percorsi lineari che si diramano, intrecciano, sviluppandosi anche in verticale e alternati da piccoli spiazzi dove ci attendono gli inevitabili combattimenti. Nulla d’innovativo ma il tutto non stanca (anche se non mancano momenti più compassati) e funziona discretamente bene.
Inoltre, il nostro Red si arrampica, sguscia tra i muri, compie balzi, srotola corde (dopo averla raccolta) e quant’altro. Insomma, è un novello Drake con tanto di fucile che ben presto va a unirsi all’equipaggiamento per dar vita a un’esperienza decisamente variegata, sfaccettata, forse con alcuni elementi un po’ superficiali ma sicuramente dall’impatto forte.
Grafica e sonoro
Graficamente parlando, Banishers: Ghosts of New Eden non è così male. Se è vero che non tutto è dettagliato, l’impatto generale e soprattutto l’atmosfera macabra, cupa e malata sono ben riusciti. I boschi, i paesaggi, il mare ghiacciato, si uniscono a creare un mondo dove è tangibile l’intervento dell’invisibile.
Anche i volti dei soggetti, in primis Red e Antea, sono molto ben realizzati. L’espressioni, il dolore, l’amore, tutti perfettamente tradotti anche con un solo sguardo. Provare empatia con loro non è così difficile, anzi.
Buoni anche i dialoghi, merito soprattutto di un ottimo doppiaggio in inglese con attori ben azzeccati. Positive le animazioni, tutte perfettamente credibili. Da segnalare qualche lieve rallentamento soprattutto nelle città.
Il sonoro è complice di tutto, dando vita a un’atmosfera macabra e coinvolgente. Il ritmo sonoro è lento, martellante, inquietante. Gli effetti audio sono dosati bene, in modo intelligente. Sanno creare ansia. Sanno dar vita a un senso di irrequietezza crescente ed efficace.
Da segnalare la gradita (e non scontata) presenza dei sottotitoli in lingua italiana, ottimi per vivere al meglio e pienamente, la trama di Banishers: Ghosts of New Eden. Trama costellata di lore e documenti da raccogliere, approfondire e conservare. PercHé sì, il titolo non è orfano di collezionabili intriganti e utili anche per conquistare l’ambito trofeo di platino.