Eccoti qui caro il mio lettore. Io e te qui davanti a queste parole ma al lato opposto. Due sconosciuti che fissano lo stesso punto senza guardarsi. Due persone che devono fidarsi l’una dell’altra. Anzi no, sei tu che devi decidere se fidarti delle mie parole, e come in una parafrasi della vita, ma anche del titolo che andrò a presentarti, scegliere se dare un’occasione a Slay the Princess oppure se lasciarlo ad ammuffire ricoprendosi di polvere virtuale. O perché no, di lasciare prematuramente questo articolo e passare ad altro.
Se ti sei immerso nel loop delle scelte non scelte allora mio buon amico, forse è giunto il momento di solcare la soglia ed entrare nel vivo della recensione. Scopriamo assieme se Black Tabby Games è meritevole dei numerosi elogi ricevuti a destra e a manca. Seguimi quindi in questa disgressione sul libero arbitrio e sulle parole non dette. Sulle scelte effettuate e i danni arrecati da esse, che possono essere peggiori o migliori dei danni dati dalle scelte non fatte. Si inizi la fiaba…
Elucubra la principessa
Slay the Princess richiede principalmente elucubrazioni mentali quindi nessuno sforzo manuale. Hai modo di usare la tastiera ma ciò che sarai chiamato a fare mouse alla mano sarà di scegliere la risposta adatta. Nessuna combo, niente colpi segreti o altro, sei tu e il pulsante sinistro del mouse. Ed un’esperienza che, se saprai lasciarti avvolgere dalle sue spire fredde e viscide, ti regalerà emozioni coinvolgenti.
Non c’è molto da dire su questa parte, tutto funziona a meraviglia (e ci mancherebbe con un semplice tasto), tutto ancora una volta persegue la politica minimalista legata al resto dei punti. Unico punto che mi fa incaponire è la mancata traduzione nella nostra lingua.
Un difetto? Qui si. In fondo non ci sarebbe voluto poi tanto ad aggiungere qualche lingua in più, ma gliela perdoniamo alla coppia Howard (ebbene si, Black Tabby games è nata da una coppia di novelli sposini, proprio gli stessi di Scarlet Hollow, non lo avevi capito dal romanticismo che permea l’avventura?).
Definisci la principessa
Disegni. Disegni e sussurri. Disegni, sussurri e un comparto sonoro che dice senza dire. Il tutto funziona a meraviglia per quella che a mio avviso è una camminata verso la follia. I disegni, opera di Abby Howard sanno trasmettere le giuste sensazioni. Gli occhioni della bella incatenata ti metteranno in testa un ulteriore dubbio rispetto ai consigli del narratore. Il bianco e nero “macchiato” dal rosso del sangue fa molto Sin City e questo rende il titolo ancora più particolare. Mad World, Limbo, White night. Slay the Princess può andare a sedersi di fianco a queste esperienze mature.
Direi ora di passare al sonoro, questo per nulla in bianco e nero ma con ombreggiature di colori tra il malinconico e l’inquietante. Merito di Brandon Boone che con la sua spiccata capacità di creare melodie dipinge i colori mancanti nella mente di chi entra in questa cornice, a volte accarezzando, a volte spingendo con forza il doppiaggio sempre molto ispirato.
Doppiaggio che vede la partecipazione di Jonathan Sims e di Nichole Goodnight Se questa ultima è bravissima ad interpretare un personaggio così poliedrico come la principessa, il caro vecchio Jonathan (per la cronaca scrittore di racconti horror) deve dividersi in più interpretazioni, dallo scettico all’impavido eroe senza macchia e senza paura.