Wizordum, come si intuisce dal nome stesso, è un titolo che cita direttamente il papà degli sparatutto in prima persona…nella sua versione più “arcaica” però, non quella recente approdata anche nella nostra top 5.
Parliamo quindi di un titolo old school, che farà felici soprattutto gli appassionati del genere. Vediamo se vale la pena giocarlo nella nostra anteprima.
Nessuna storia, solo violenza
Wizordum non ha una storia o un intreccio di fatti, ma si limita a gettare il giocatore in un contesto fantasy, dove trucidare orchi dalle intenzioni chiaramente poco amichevoli. L’atmosfera colorata del titolo è riuscitissima, grazie all’affiancamento tra i colori accesi della pixel art e i dettagli a volte brutali degli scenari. A parte questo contesto fantasy, però, il titolo non offre molto a livello narrativo.
Anche in questo caso parliamo chiaramente di una scelta voluta, che ricalca proprio la vecchia scuola a cui il titolo si vuole rifare così chiaramente. Non parliamo quindi di un difetto.
Le sparatorie di Wizordum
Al contrario, Wizordum getta direttamente il giocatore nella mischia, con un loop di gameplay che essenzialmente ricalca quello dei primissimi Doom. Ogni partita si svolge quindi all’interno di livelli relativamente vasti e complessi, abitati da nemici di ogni tipo che cercano di ucciderci. I livelli non sono però un semplice contenitore di mostruosità.
Al contrario, sono scenari difficili da esplorare, per via della presenza praticamente costante di porte chiuse e della loro articolazione su più livelli. In altre parole, ogni luogo si apre sempre in diverse strade, che però vanno sbloccate poco alla volta tramite un sistema di chiavi. Per esempio, si inizia un livello trovandosi davanti a una barriera blu, da aprire distruggendo una sfera. Questo sblocca quindi diverse strade, che però sono bloccate finché non si trova una chiave, che a sua volta fa accedere a una leva…da cui si sblocca una strada per rompere una barriera rossa.
Proprio come nel primo Doom, quindi, l’esplorazione dei livelli fa parte dell’esperienza di gioco. Una scelta coraggiosa questa, che certamente non incontrerà il favore di tutti gli utenti. Una struttura simile, di fatto, si dimostra a tratti dispersiva e può dare il via a esplorazioni frustranti, dove non si sa bene cosa fare. I giocatori che cercano un’esperienza puramente vecchia scuola, invece, si troveranno subito a casa.
Ma Wizordum non si limita a offrire solo l’esplorazione di livelli. Al contrario, la componente sparatutto riveste un ruolo fondamentale nel loop di gameplay. Proseguendo nell’avventura, infatti, si ottengono armi sempre diverse che, pur corrispondendo alle tipiche bocche da fuoco degli sparatutto, sono qui portate in salsa fantasy. Si trova ad esempio un bastone ghiacciato che “spara” a raffica o palle di fuoco “semiautomatiche”, per così dire.
Si aggiungono gli oggetti sparsi per lo scenario, che comprendono munizioni per le armi, armature, pozioni per recuperare la salute e così via. Anche in questo caso siamo davanti a una meccanica old school, che qui viene riproposta in modo riuscitissimo.
Il feeling del gunplay, peraltro, è identico ad alcune versioni moddate di Doom, dove si controlla un personaggio che sostanzialmente corre sempre e dove si impugnano armi senza rinculo. Allo stesso modo, il titolo combina 3D e 2D, affiancando ad ambienti tridimensionali nemici e oggetti che di fatto sono semplici sprite. Questo rende le sparatorie immediate e velocissime, dove il movimento diventa fondamentale, dato che non si trovano troppi ostacoli ambientali e vista la scarsa mobilità dei nemici stessi. Il risultato, in ogni caso, si dimostra già divertentissimo, grazie alla generale velocità del gameplay e alla precisione dei controlli.
In un certo senso potremmo dire che Wizordum è tutto qui. Si inizia un livello, si spara, si cercano le chiavi e si arriva alla fine. Proseguendo gli scenari diventano più complessi e i nemici più ostici.
In questa nuova build è finalmente disponibile una feature interessante: l’editor dei livelli. Questo permette di creare dei livelli da condividere che poi possono essere giocati dagli utenti. Una bella aggiunta, che aumenta a dismisura la longevità generale. Nonostante l’aggiunta sia recente, è già possibile notare alcune creazioni davvero interessanti, che potrebbero quasi essere paragonati a “giochi nel gioco”. Si trovano per esempio remake di Wolfenstein 3D, oppure avventure discretamente complesse.
E’ poi possibile creare i livelli, appunto, per poi condividerli a nostra volta. L’editor, però, non è attualmente dei più semplici e richiede molta pratica per essere davvero sfruttato a dovere. Forse proprio per questo sarebbe bello vedere un tutorial approfondito in futuro, che possa dare in pasto ai giocatori almeno le basi. Trattandosi un accesso anticipato, però, il risultato è già spettacolare.
Si aggiungono poi le classifiche online, in grado di saziare la sete competitiva tipica dei giocatori arcade e che a loro volta contribuiscono a rendere il tutto più longevo.
In altre parole, Wizordum sembra un riuscito ritorno al passato che, se opportunamente supportato dagli sviluppatori e dalla community, potrebbe diventare un punto di riferimento per i giocatori che cercano un’esperienza vecchia scuola. Chi è abituato a sparatutto più recenti, però, deve ragionare bene sull’acquisto. In ogni caso, è ancora presto per esprimere un giudizio definitivo, quindi non resta che attendere i futuri aggiornamenti del titolo!
Tecnicamente retrò
Il comparto tecnico di Wizordum è volutamente antiquato. Il titolo offre una combinazione di 3D, per gli ambienti, e 2D per gli sprite dei personaggi o gli oggetti dello scenario. Il risultato ricorda titoli come The Quest, proiettando subito nella vecchia scuola. Parliamo quindi di una scelta stilistica riuscita, che rende anche l’editor dei livelli potenzialmente più immediato.
Il comparto artistico, peraltro, combina questa splendida pixel art con un brutale contesto fantasy, fatto di dettagli spesso cruenti, come cadaveri, sangue, torture e un generale senso di “brutalità” che sembra quasi richiamare ancora una volta Doom.
Infine, il comparto sonoro è ottimo, dato che contribuisce a quest’atmosfera retrò, con musiche spesso orecchiabili… e che restano nella testa anche dopo che si finisce di giocare.