I Pokémon hanno una storia ormai quasi trentennale. Da quando sono stati introdotti nel 1996, questi simpatici mostriciattoli hanno saputo catturare i cuori di milioni di appassionati di videogiochi in tutto il mondo. Con decine e decine di titoli che spaziano attraverso le varie generazioni e regioni, scegliere i migliori può essere un compito arduo.
Ci abbiamo provato per te, realizzando una classifica a pochi giorni dall’annuncio del prossimo titolo della serie, Leggende Pokémon: Z-A, il sequel di Leggende Pokémon: Arceus che sarà disponibile nel 2025. In questo articolo esploreremo i cinque migliori giochi della saga realizzata da Game Freak e che, a nostro parere, hanno lasciato un’impronta indelebile nella storia del franchise. Vediamo la classifica.
5. Pokémon Nero e Bianco (2010): un nuovo inizio a Unima
Nero e Bianco, pubblicati nel 2010 su Nintendo DS, hanno rappresentato un punto di svolta nel franchise. La regione di Unima ha offerto un’esperienza completamente nuova, con una trama più matura e complessa e un antagonista, Ghetsis, estremamente convincente e carismatico.
Questi due episodi, inoltre, sono tra quelli che hanno aggiunto un maggior numero di nuove creature, ben 156, seppur non tutti memorabili per il loro design. Inoltre, l’introduzione delle lotte in triplo e a rotazione ha portato una nuova dimensione alle strategie di combattimento. Con questa quinta generazione, Game Freak ha dimostrato che il franchise poteva ancora evolversi, conquistando i giocatori con una fresca ondata di novità: innovazioni che sembrano mancare ormai da diversi anni.
4. Leggende Pokémon: Arceus (2021): il gusto dell’esplorazione
Leggende Pokémon: Arceus ha rappresentato il tentativo più recente e significativo di rinnovare la serie, svecchiandola e portandola verso nuovi orizzonti. Il risultato ottenuto racconta un esperimento lontano dalle meccaniche classiche della creatura di Game Freak, con un approccio focalizzato sulla libera esplorazione.
La Hisui del passato, infatti, risulta estremamente ispirata, e catturare le creature nascondendosi tra l’erba alta, osservando il loro comportamento ed evitando di spaventarli per farli fuggire, o per non scatenare la loro aggressività nei nostri confronti, permette di vivere in prima persona l’esperienza di coloro che sono cresciuti con la sigla di “Gotta catch ’em all!”.
Questa nuova formula necessita di raffinare gli elementi ruolistici e di implementare, finalmente, una componente grafica al passo coi tempi. Ma i margini di miglioramento sono estremamente ampi, e tutto ciò fa ben sperare per il futuro.
3. Pokémon Rubino e Zaffiro (2002): il fascino della regione di Hoenn
Con l’avvento di Pokémon Rubino e Zaffiro, pubblicati nel 2002 su Game Boy Advance, i giocatori sono stati trasportati nella vibrante regione di Hoenn. L’introduzione di abilità Pokémon capaci di influenzare le battaglie in vari modi, le lotte in doppio e la presenza di un orologio interno che permettesse di vivere il ciclo giorno/notte in maniera dinamica e migliorata rispetto a Pokémon Oro e Argento ha aggiunto nuove dimensioni al gameplay.
La possibilità di catturare Pokémon leggendari come Kyogre e Groudon, attorno a cui ruota l’intera trama del gioco, ha reso l’avventura ancora più epica. La regione di Hoenn è rimasta nei cuori dei fan grazie alla sua diversità geografica, alla varietà di attività che offre (come dimenticare le Gare Pokémon?), alle affascinanti creature che ospita e ai numerosi misteri da scoprire anche nella fase di endgame.
2. Pokémon Rosso Fuoco e Verde Foglia (2004): la genesi dell’avventura
Rosso Fuoco e Verde Foglia, i remake di Blu, Rosso e Giallo, sono stati acclamati per la loro capacità di portare la nostalgia dei giochi originali in una nuova era, mantenendo l’essenza della regione di Kanto e introducendo innovazioni significative.
Oltre alla veste grafica migliorata, per il successo di questi due titoli è stato determinante l’introduzione del Settipelago, un arcipelago inedito che i giocatori potevano esplorare dopo aver sconfitto la Lega Pokémon. Questa aggiunto ha portato nuove creature da catturare e missioni da completare nell’endgame, offrendo un’esperienza più ricca rispetto ai giochi originali e che ancora ci chiediamo perché non sia stata implementata anche in Pokémon: Let’s Go.
I giocatori, inoltre, potevano collegare Rosso Fuoco e Verde Foglia con le versioni di Rubino, Zaffiro e Smeraldo per il Game Boy Advance. Questo consentiva loro di trasferire le creature dalla terza generazione ai nuovi giochi di Kanto, collegando le generazioni e permettendo di avere accesso a creature provenienti da entrambi i mondi.
1. Pokémon Oro e Argento (1999): la rivoluzione dell’orologio interno
Oro e Argento hanno portato il franchise a nuove vette, introducendo molte innovazioni che avrebbero lasciato il segno. La regione di Johto ha introdotto una nuova generazione di creature, ampliando il Pokédex e offrendo una varietà di nuovi Pokémon da scoprire. Da Chikorita e Cyndaquil fino a Lugia e Ho-Oh, moltissime delle creature presenti in questi titoli sono rimaste impresse nella memoria collettiva di tutti gli appassionati, rappresentando probabilmente il miglior schieramento di mostriciattoli di qualsiasi generazione.
Tra le innovazioni più importanti troviamo l’allevamento in cui poter far crescere o accoppiare le creature, i Pokémon cromatici, il Pokérus e l’introduzione di due nuovi tipi: Buio e Acciaio. Oltre a ciò, con questi due titoli è stata introdotta la caratteristica anticipata nel paragrafo dedicato a Rubino e Zaffiro, l’introduzione dell’orologio interno. Questo ha permesso la variazione dinamica tra giorno e notte nel gioco, influenzando la disponibilità delle creature selvatiche e persino gli eventi leggendari.
Come se tutto ciò non bastasse, in Oro e Argento è inclusa anche la mappa di Kanto. Dopo aver sconfitto la Lega Pokémon, infatti, ai giocatori è data la possibilità di esplorare anche la regione di Blu, Rosso e Giallo, potendo così affrontare i capipalestra di Kanto, sfidare la Lega Pokémon di questa regione e affrontare il personaggio principale dei titoli della prima generazione sulla vetta del Monte Argento. Questo collegamento tra Johto e Kanto ha offerto ai giocatori un’esperienza incredibilmente longeva e ricca di sfide.
L’insieme di queste novità e innovazioni ha gettato le basi per il successo dei titoli successivi, e ha reso Oro e Argento uno dei giochi più apprezzati della saga di sempre anche a distanza di 25 anni. Molti fan, compresi noi, lo catalogano senza ombra di dubbio come il miglior gioco della serie mai realizzato.