Una volta avviato UNABLES, la recensione, e superata la presentazione molto colorata, ci assale un sentimento di amore/odio. Innanzitutto il dubbio concreto è che il titolo stesso voglia prendersi gioco di noi: si perchè è altamente probabile che, in fin dei conti, quelli inabili siano proprio i giocatori. E proprio questo ci porta a provare un sentimento contrastante, di cui parleremo tra poco.
Fisica contro la pigrizia
La prima cosa che colpisce una volta avviato UNABLES è la presentazione, sia a livello di concept che di veste grafica: per quanto riguarda quest’ultimo punto basta, per il momento, dire che il gioco adotta uno stile riconoscibile e con una sua personalità.
Anche il concept del gioco è estremamente particolare: potremmo pensare ai livelli di UNABLES come a delle scatole o, meglio ancora a quelle palle con la neve che se le scuoti scatenano una piccola tormenta sugli ignari soggetti che le abitano. Solo che qui non abbiamo la neve, ma tutta una serie di oggetti e personaggi e che gli stessi protagonisti dei livelli sono talmente pigri da ricorre alla nostra presunta abilità per mettere apposto la situazione.
L’idea alla base dei 15 livelli che compongono UNABLES è quella che ci vede come degli spettatori che fanno zapping attraverso una serie di canali che propongono programmi totalmente differenti gli uni dagli altri: passeremo da un incontro di wrestling ad un’ambientazione noir oppure ad un film di fantascienza e via dicendo.
Il gameplay di UNABLES
Qui siamo in presenza sia dell’elemento più interessante, che odioso, dell’intero gioco. Grossomodo, qualche che sia l’ambientazione, avremo una sorta di “protagonista” che funge da centro di gravità della scena e degli obiettivi da completare, indicati in basso a destra dello schermo. Fondamentalmente si tratterà di girare e rigirare la nostra palla\scena\livello, finchè questi oggetti non raggiungeranno un determinato posto.
Inutile dire che se ci riusciremo sarà quasi solamente grazie al caso; considerato che in questi puzzle ispirati dalla gravità gli oggetti si muovono ovviamente in maniera indipendente e non sempre è facile capire dove debbano andare; anzi talvolta la loro destinazione non è quella che sarebbe più logico aspettarsi. A nostra disposizione i comandi che partono dai due analogici e fanno muovere la scena sull’asse orizzontale e sulla verticale; i livelli posso essere completati in modalità facile, senza quindi limiti di tempo e in modalità difficile.
In realtà la modalità facile è sostanzialmente inutile, da considerare alla stregua di un allentamento per il vero livello; dal momento che solo completando i livelli in modalità difficile potremo ottenere una valutazione sotto forme di stelle, indispensabili per sbloccare nuovi livelli.
Come avviene spesso in titoli del genere, ci ritroveremo quindi a tornare indietro ai livelli precedenti per recuperare qualche stella utile a farci continuare il gioco. Non esattamente una cosa piacevole. Purtroppo, nel puntare un po’tutto sull’elemento umoristico e su uno stile accattivante, gli sviluppatori si sono persi per strada quando si trattava di arrivare all’elemento principale: il gameplay.
Il più delle volte ci troveremo a comportarci come un bimbo dispettoso e arrabbiato: scuotendo la scatola del livello, sperando quindi che il tutto si risolva da se. Viceversa, dovremo far uscire tutti i “giocattoli” dalla scatola, capovolgendola, e provare a rimetterli a posto uno per uno: difficilmente avremo il tempo e non è nemmeno così divertente.
Il punto è che tutto in UNABLES sembra mirare al caso, anche quando in realtà servirebbe un minimo di precisione; ci sono livelli in cui bisogna evitare che i personaggi cadano in piscina o in cui bisogna recuperare una chiave, ma il gameplay non pare assolutamente tarato per sfide del genere. Anche il concetto stesso di ruotare la “palla di neve” per fare muovere gli oggetti non è esattamente il massimo, dal momento che a quel punto potremo solo supporre dove si trovano, dato che non li vediamo.
Comparto audio e grafica
Abbiamo già detto di come, a livello puramente visivo, UNABLES sia piacevole da vedere con il suo stile da cartoon undeground che ci ricorda per certi versi titoli come Jet Set Radio o Hi-Fi Rush, ultracolorati e ricchi di umorismo. Sicuramente si poteva fare di meglio, specialmente nella resa di alcuni oggetti su schermo, ma bisogna riconoscere l’originalità del tutto.
Lato audio, qualche critica invece va mossa: spesso gli effetti sonori dei livelli sono confusi e ci distraggono dall’azione, portandoci a perdere secondi preziosi dato che talvolta ci verrà la tentazione di usarli come “commento” per capire se stiamo procedendo bene o meno.