C’è poco da dire, Fallout è un videogioco cult: che si stia parlando dei capitoli originali di Interplay Entainment o del rifacimento da parte di Bethesda, tutti i fan sono d’accordo sulla stessa cosa, Fallout ha creato un universo iconico, un mondo post-apocalittico dotato di una potenza evocativa a cui solo pochi prodotti possono ambire.
Per chi non lo sapesse, Fallout è un videogioco di ruolo nel quale interpreteremo un abitante di un Vault, ossia dei rifugi anti-radiazioni sotterranei, capaci di sostenere la vita dei suoi abitanti per secoli. Per un motivo o l’altro, il protagonista sarà costretto a uscire dal proprio Vault e si ritroverà faccia a faccia con la realtà esterna, la cosiddetta Zona Contaminata: un coacervo di banditi, mutanti, animali troppo cresciuti e radiazioni, tante radiazioni.
Domani, su Amazon Prime Video, saranno rilasciati tutti e gli 8 episodi della nuova serie tv dedicata all’universo creato da Tim Cain e questa è la nostra recensione.
Fallout: l’inizo e la fine, la fine e l’inizio
La trama di Fallout segue le vicende di tre personaggi: Lucy, Maximus e il cosiddetto Ghoul, un tempo conosciuto come Howard Cooper.
Lucy è un’abitante del Vault 33, una ragazza che eccelle in praticamente ogni disciplina immaginabile: scherma, scienza, informatica, botanica e molto altro. Figlia del sovraintendente, Hank MacLean, interpretato dall’unico Kyle MacLachlan, vive i suoi giorni nella sicurezza e nella tranquillità del Vault, completamente ignorante di ciò che stia accadendo nella Zona Cotaminata.
Maximus, invece, è una recluta della Confraternita d’Acciaio: un ordine pseudo-religioso militare, con il compito di trovare e preservare la tecnologia pre-bellica. Il ragazzo aspira a diventare Cavaliere, uno dei ranghi più ambiti all’interno della Confraternita, soldati specializzati, possessori delle iconiche Armature Atomiche.
Un tempo famoso attore western di Hollowodd, Howard Cooper, aka il Ghoul, vaga per la Zona Contaminata come mercenario da oltre 200 anni. I Ghoul sono persone che sono state esposte a un livello estremo di radiazioni, causandone una profonda mutazione e rendendoli una sorta di cadavere ambulante che perderà il senno col passare del tempo.
La storia inizia nel 2077 in una versione alternativa degli Stati Uniti, un’ America rimasta ancorata agli usi e costumi tipici degli anni ’50, ma che è evoluta tecnologicamente grazie all’energia nucleare, che alimenta ogni genere di macchina. Le risorse disponibili sulla terra sono sempre di meno e ciò ha portato inevitabilmente ad una guerra per il dominio del poco petrolio rimasto. Le fazioni principali sono USA e Cina, che combattono in una rivisitazione della Guerra Fredda che tanto fredda non è. Più volte, infatti, le mega-potenze si sono scontrate sul campo di battaglia per il controllo dell’Alaska, l’ultimo territorio con giacimenti sfruttabili.
La vita delle persone è costantemente minacciata dall’ombra di una guerra nucleare, che potrebbe spazzare via il genere umano in poche ore, e questo ce lo ricordano costantemente i vari media, che non perdono un momento ad alimentare la psicosi di massa che definisce questi anni. Ma tutte le incertezze vengono spazzate via il 3 ottobre 2077, quando le bombe incominciano a cadere sulla terra, decretandone la sua fine…o quasi.
La trama principale è ambientata 200 anni dopo gli eventi catastrofici del 2077, ma spesso e con sapienza, farà ricorso a varie digressioni che ci daranno una visione più ampia dei motivi che hanno portato alla fine del mondo. I tre protagonisti si troveranno alla ricerca del medesimo oggetto, portandoli a incontrarsi più volte nel corso degli episodi e a generare vicende assurde e molto spesso drammatiche.
Il focus della serie
L’utilizzo di un MacGuffin come motore della trama è più che azzeccato, non solo perché è un’espediente tipico della saga ma soprattutto perché riesce a non togliere spazio a ciò che Fallout vuole davvero raccontare: i rapporti umani. Non a caso, sono proprio le questioni morali dei personaggi che trascinano lo spettatore episodio dopo episodio, ognuna delle quali è definita da valori profondamente diversi. L’anarchia e la violenza tipica dei predoni si scontra perciò con la visione ingenua e positiva degli abitanti dei Vault, andando a creare un quesito fondamentale in chi guarda: le leggi ed il controllo sono necessari per vivere in armonia?
La serie di Fallout non ci dà una risposta, ma ci cala dentro ogni personaggio, per farci vedere attraverso i loro occhi il loro modo di vivere all’interno della Zona Contaminata, un luogo dove chi ha l’arma più grande prevale. Infatti, ogni personaggio è caratterizzato magistralmente, che sia secondario o primario non importa, ognuno rispecchia fedelmente gli archetipi che popolano la Repubblica della Nuova California, soprattutto anche grazie alle splendide performance degli attori, in particolare Walton Goggins, che ci regala una prestazione carismatica e convincente del Ghoul.
Jonathan Nolan, regista e produttore della serie, si è da sempre dichiarato un grande fan dell’universo di Fallout e questo amore, lo ammetto con tranquillità, si vede al cento percento: sugar bombs, Grognak il Barbaro, RadAway, Jet, Stimpak e l’immancabile Nuka Cola, tutti gli elementi che caratterizzano il videogioco sono stati fedelmente riprodotti e sfruttati perfettamente. Non è passato mezzo minuto durante la visione nel quale io non abbia alzato il dito, un po’ come Leonardo DiCaprio nel famoso meme, e abbia pensato “ma io quello lo conosco!”, perciò mi sento di fare un plauso anche per quanto riguarda il fan-service, che qui era inevitabile.
Il lato tecnico
La regia non rischia mai con movimenti di camera virtuosi o piani sequenza altamente tecnici, ma fa il suo lavoro, e lo fa in modo assolutamente non banale, regalando, soprattutto in qualche scena d’azione, sorprese e rimandi all’opera di Bethesda. La fotografia, invece, appare molto basilare ma riesce comunque e definire le varie location donando ad ognuna un’identità precisa.
La CGI è usata molto bene per gli sfondi ma pecca quando viene proposta per gli elementi in primo piano, soprattutto negli episodi finali. Lo stesso vale per i costumi, che a volte appaiono azzeccati e coerenti con l’universo di Fallout, mentre in altre occasioni sembrano fin troppo “puliti”. Un grande lavoro, invece, è stato fatto per le scenografie al chiuso che sembrano essere uscite direttamente dal gioco.
Un’altra critica va alla gestione del tempo e degli spostamenti, difetti molto comuni nelle produzioni odierne. Ogni volta che l’azione passa da un personaggio all’altro, non si capisce mai quanto tempo sia passato, né la distanza che quel personaggio abbia percorso. Questo fa sì che la Zona Contaminata Californiana sembri estremamente piccola e percorribile tranquillamente a piedi, quando in realtà si estende per centinaia di chilometri.
In chiusura, la serie di Fallout è un ottimo prodotto, riesce a catturare perfettamente l’iconografia post-apocalittica anni ’50 e riproporla sul piccolo schermo, complice anche una colonna musicale che comprende artisti del calibro di The Ink Spot, Cole Porter, Betty Hutton e tanti altri, ormai immancabili all’interno del franchise. Ho avuto qualche riserva sul finale, che definirei altalenante, ma a parte qualche prolissità e qualche scena che avrei evitato, funge da chiusura perfetta per un’opera che sarà sicuramente apprezzata dai fan e che saprà sorprendere anche chi non conosce Fallout.
Fallout : Genere: avventura, postapocalittico; Regia: Jonathan Nolan, Clare Kilner, Frederick E.O. Toye, Daniel Gray Longino, Wayne Yip; Sceneggiatura: Geneva Robertson-Dworet, Graham Wagner; Fotografia: Teodoro Maniaci; Montaggio: Ali Comperchio; Effetti Speciali: Devin Maggio; Scenografia: Regina Graves; Costumi: Lucy Cobbs; Cast: Ella Purnell, Walton Goggins, Aaron Clifton Moten, Kyle MacLachlan, Moisés Arias, Michael Emerson, Zach Cherry, Johnny Pemberton, Xelia Mendes-Jones, Rodrigo Luzzi, Frances Turner, Leslie Uggams, Dave Register, Sarita Choudhury, Mason Cufari, Leer Leary, Aixa Kendrick; Produttori: Halle Phillips, Gursimran Sandhu, Crystal Whelan, Jake Bender, Zach Dunn; Casa di produzione: Kilter Films, Bethesda Game Studios, Bethesda Softworks, Amazon MGM Studios.