Sviluppato da Twokats, Thyria é un dungeon crawler con combattimenti a turni, con un focus sul crafting e l’esplorazione procedurale. Abbiamo potuto provare l’accesso anticipato, che include i primi due capitoli della campagna, e questa é la nostra anteprima.
Un passo dentro i sogni
La premessa di Thyria é interessante, nonostante si basi su una dinamica già vista, soprattutto in ambito cinematografico, resta comunque un espediente poco esplorato nel mondo videoludico: noi siamo Thyria, una potente incantatrice che ha il potere di entrare nei sogni delle persone e sconfiggere, letteralmente, i mali che li affliggono.
Una maledizione ha colpito un intero villaggio e i suoi abitanti sono costantemente attaccati dai cosiddetti “Incubi“, entità malvagie che infestano i sogni delle persone, portandole piano piano alla pazzia e poi alla morte. Per lenire questo male, Thyria sfrutta la magia che risiede all’interno di pietre magiche, che fuse l’una con l’altra danno vita ai “Guardiani“, esseri molto potenti che però possono manifestarsi unicamente in sogno.
Grazie ai Guardiani potremo entrare nel subconscio dei nostri pazienti, luoghi che appaiono come luoghi naturali, e dare la caccia agli incubi che cercheranno di attaccarci ad ogni momento. La trama é molto semplice e viene raramente approfondita, questa scelta é comprensibile visto che il focus di Thyria sta in tutt’altro, ossia la fase esplorativa e quella di combattimento.
Thyria: un RPG basato sull’esplorazione
A differenza di Darkest Dungeon, videogioco a cui Thyria si ispira palesemente, nel titolo di Twokats l’aspetto principale é da ricercarsi nell’esplorazione dei biomi, piuttosto che negli scontri con gli avversari. Infatti una volta entrati in un livello ci ritroveremo in una sorta di mappa aperta con vari bivi da prendere, ognuno dei quali porterà ad un determinato luogo che, solitamente, conterrà un tesoro. Durante le fasi di esplorazione potremo vedere direttamente sulla mappa i “fantasmi“, creature che proveranno ad attaccarci continuamente volandoci incontro; per difenderci avremo a disposizione una palla di fuoco che si attiverà con la pressione del tasto ‘Q’.
La struttura esplorativa di Thyria si basa sul concetto “rischio contro guadagno”, ossia che avremo più possibilità di trovare tesori interessanti a seconda del tempo che passeremo nel livello, ovviamente più lunga sarà la partita e più saranno gli scontri e i danni che dovremo affrontare. Il gioco poi, possiede un ciclo giorno/notte che cambia direttamente l’approccio al combattimento, ad esempio, il mio Lupo Mannaro, durante la fase diurna, si é rivelato essere un semplice popolano con quasi nessuna abilità offensiva.
Il combat system vero e proprio si basa su un sistema a turni nel quale controlleremo i guardiani creati nel nostro laboratorio. Ognuna delle creature ha statistiche e abilità uniche, che andranno utilizzate con estrema arguzia se vorremo finire lo scontro senza subire eccessivi danni. Forse questo è l’aspetto che ho apprezzato maggiormente di Thyria, ovvero la sua difficoltà rapportata con la tattica scelta, che rende ogni combattimento una vera e propria sfida, senza mai lasciare al giocatore una sensazione di ingiustizia nei confronti dell’esito dello scontro.
Possiamo riassumere il game loop di Thyria in: potenziamento e crafting alla base, esplorazione, combattimento, loot e ritorno alla base. La struttura in sé funziona, ma è proprio la fase di crafting che, alla lunga, risulta eccessivamente prolissa: per creare una pietra serviranno determinati materiali, chiamati “polveri”; una volta ottenute due pietre dovremo unirle e così avremo il nostro guardiano. Secondo il mio parere si poteva tranquillamente togliere uno dei due passaggi, così facendo il gioco sarebbe stato più snello e la creazione dei nostri difensori sarebbe stata poco più di due clic.
Altra nota negativa va alla gestione della user interface, molto fitta e poco chiara, soprattutto quando dovremo imparare veramente tante nozioni per proseguire nel gioco, una maggiore chiarezza nei menu e sottomenu avrebbe giovato all’esperienza di apprendimento.
Una grafica che non piacerà a tutti
Prima di analizzare il comparto grafico vorrei fare una premessa: Twokats, da come si può evincere dal nome, é uno studio indie composto da solamente due persone, che hanno lavorato su ogni singolo aspetto. Questo fatto non dovrebbe essere una giustificazione per certe mancanze ma sicuramente ha il suo peso.
L’estetica di Thyria si ispira ad un genere che non molti potranno apprezzare, me compreso, ossia quelle animazioni disegnate a mano tipiche dei giochi flash. Il risultato é una serie di design con contorni molto marcati e quasi amatoriali, soprattutto quello della protagonista, che a volte risulta quasi deforme nelle proporzioni. Ripeto, é uno stile voluto, anche perché, soprattutto gli sfondi, molti elementi a schermo risultano ben fatti e coerenti con l’estetica generale, così come le idee dietro il design dei guardiani.
Il comparto sonoro, invece, é molto basilare. La OST é una semplice composizione in MiDi che fa il suo lavoro, non risulta brillante ma neanche infastidisce, risultando un accompagnamento neutro durante le nostre avventure. Allo stesso modo gli effetti sonori non brillano di originalità ma fanno ciò che devono fare senza nessuna nota di merito.