Abituati a videogiochi prodotti da studi di sviluppo composti da centinaia di dipendenti e dotati di budget faraonici, la storia di Unturned colpisce per il suo andare in direzione totalmente opposta. Il gioco, infatti, è stato pubblicato in accesso anticipato su Steam nel luglio 2014 ed è stato realizzato da Nelson Sexton, un ragazzo canadese all’epoca appena diciassettenne, poi fondatore di Smartly Dressed Game.
Il survival a base di zombie, caratterizzato da una grafica in voxel art come Minecraft, è riuscito a ottenere un notevole successo, garantendosi così una grande community che ha continuato a supportarlo nel corso degli anni. La risposta da parte del pubblico è stata talmente positiva che sono state realizzate anche le edizioni per PlayStation 4 e Xbox One per il gioco. Oggi Unturned si espande con una nuova versione, quella per Nintendo Switch. Vediamone pregi e difetti.
Una storia di sopravvivenza
La società è ormai ridotta in rovina a causa di un’epidemia che ha trasformato le persone in zombie. In questo mondo post-apocalittico, la tua missione sarà quella di riuscire a sopravvivere in un contesto estremamente arduo. Oltre alla presenza dei morti viventi, dovrai infatti riuscire a procacciare cibo e acqua, e prestare particolare attenzione agli altri sopravvissuti: potrebbero essere alleati o altri nemici da dover affrontare.
Il contesto narrativo del gioco si sviluppa, dunque, attraverso l’esplorazione dell’ambiente e la scoperta degli oggetti che si trovano sparsi per la mappa. Questo ci permette di creare la nostra personale storia di sopravvivenza.
Unturned su Nintendo Switch: tra alti e bassi
Come anticipato in precedenza, Unturned appartiene al genere dei survival, nel quale è possibile alternare la prima e la terza persona. Una volta scelta la difficoltà di gioco e avviata la partita, verrai catapultato all’interno di una delle nove mappe disponibili all’interno del titolo. Tali mappe possono essere di due dimensioni, medie oppure grandi, e presentano differenti caratteristiche di ambientazione.
Nella fase iniziale ti ritroverai sprovvisto di qualsiasi oggetto, per cui il primo compito sarà quello di esplorare la mappa in cerca di viveri per placare la fama e la sete del personaggio e armi con cui poterti difendere dalla minaccia rappresentata dagli zombie. Il titolo sviluppato da Smartly Dressed Game è estremamente punitivo in queste prime fasi di gioco. Molti degli edifici che troverai attorno a te, infatti, risultano vuoti o privi di oggetti utili. Inoltre, non appena si accorgono di te, i mostri partono all’inseguimento del personaggio e diventa impossibile sia seminarli, a causa della loro elevata velocità, che eliminarli. Per uccidere i morti viventi senza incorrere in rischi, infatti, saranno necessarie armi più forti rispetto a quelle che si trovano nelle prime fasi di gioco.
La fase di esplorazione dell’ambiente mette in mostra le prime criticità. Le mappe sono estremamente spoglie e povere di dettagli. Inoltre, in quelle di dimensioni più grandi, si registrano anche cali vertiginosi per quanto riguarda il frame-rate, sempre lontano in maniera evidente dai 30fps a cui mira la versione Nintendo Switch, creando così non poche difficoltà per quanto concerne il gameplay. All’interno di questi ambienti, sono presenti anche dei veicoli che permettono di spostarsi più rapidamente: macchine, quad, elicotteri e moto d’acqua sono solo alcuni dei mezzi presenti.
Il fulcro centrale del gioco è rappresentato dal sistema di crafting. Combinando gli oggetti trovati esplorando la mappa, infatti, è possibile creare strumenti, parti di equipaggiamento, strutture, barricate e altro ancora. Utilizzare le risorse in questa maniera è fondamentale per creare, ad esempio, per costruire la propria base, che potrà poi essere fortificata barricate e trappole.
Anche in questo caso, però, sorgono diverse problematiche. Unturned, infatti, avvisa i giocatori sin dai menù di caricamento che nel gioco è presente un sistema di crafting. Il problema è che, durante la partita, non viene data nessuna indicazione su come sfruttare la possibilità di combinare insieme gli oggetti. Capirne il funzionamento è un compito reso ancora più arduo da interfacce estremamente datate e di difficile lettura, che rendono complicato persino capire come utilizzare l’equipaggiamento raccolto.
L’insieme di queste problematiche mina un’esperienza di gioco che ha come fondamenta meccaniche di gameplay pensate bene, ma che risultano complicate da mettere in pratica o addirittura da comprendere. Inoltre, durante la nostra prova, ci siamo imbattuti in una serie di bug che rendevano impossibile raccogliere alcuni oggetti trovati durante la fase di esplorazione. Problematica, quest’ultima, che immaginiamo verrà risolta a breve con un aggiornamento.
Il titolo presenta anche un sistema di progressione del personaggio simile a quello dei giochi di ruolo. Eliminando uno zombie, infatti, si ottiene un certo numero di punti esperienza, i quali possono essere utilizzati per potenziare le proprie abilità di attacco, di difesa o di supporto. Mentre le prime due riguardano le capacità offensive e difensive del personaggio, l’ultima categoria permette anche di sviluppare progetti più avanzati nel sistema di crafting, oltre che migliorare l’efficacia degli oggetti di cura.
In alcune mappe è possibile incontrare anche alcuni NPC che ti forniranno delle missioni da compiere, in cui dovrai riparare degli oggetti, craftare degli equipaggiamenti specifici o eliminare dei nemici. Le missioni sono utili per ottenere molti punti esperienza.
Oltre all’interazione con questi personaggi, Unturned presenta anche una modalità online fino a 24 giocatori. L’intento del multiplayer è quello di permettere ai giocatori di allearsi e lavorare assieme per combattere la minaccia rappresentata dagli zombie. Purtroppo, non mancano i giocatori dediti a distruggere le costruzione degli altri giocatori o a eliminarli direttamente per rubare loro l’equipaggiamento di cui dispongono: si tratta dei cosiddetti griefers. Per evitare situazioni di questo genere, consigliamo di cimentarsi nella modalità multigiocatore con un gruppo di amici o conoscenti, ove possibile.
Un mondo pieno di zombie… e poco altro
Nel paragrafo precedente abbiamo parlato di una serie di problematiche che affliggono il survivor di Smartly Dressed Game. Le criticità più gravi, per quanto riguarda la versione Nintendo Switch, emergono però sul versante grafico. La principale è quella anticipata in precedenza: la tenuta dei fotogrammi al secondo. L’esempio più eclatante è legato alla mappa Russia, dove il framerate oscilla costantemente attorno ai 10-15fps, rendendo la partita un’agonia. Negli altri scenari questa problematica è affievolita, ma comunque presente. A ciò si uniscono dettagli grafici spaventosamente tarati verso il basso, come la resa delle ombre che è a dir poco raccapricciante per la sua qualità infima.
Anche il level design delle mappe lascia molto a desiderare. Gli ambienti di gioco sono completamente spogli, vuoti e poveri di dettagli, sia per quanto concerne gli esterni che gli interni. Ad esempio, se ci troviamo all’esterno vedremo di fronte a noi una distesa di blocchi verdi, differenziata unicamente dalla presenza di alcuni alberi sparsi qua e là, anch’essi tutti identici tra loro, restituendo un colpo d’occhio davvero impietoso. La personalizzazione degli zombie, che indossano abiti e indumenti differenti a seconda del luogo in cui si trovano (ad esempio troveremo lo zombie contadino, la versione soldato, quello cittadino e così via), è una gradevole aggiunta, ma ciò non basta certamente per salvare il lavoro svolto dal punto di vista grafico.
Difficile, inoltre, giudicare il comparto audio. La componente sonoro del gioco, infatti, è limitata a una musica presente quando si avvia la schermata iniziale e agli effetti di gioco, estremamente minimali. Non sono dunque presenti musiche durante la partita: una scelta che avrebbe forse potuto essere bilanciata da un mondo ricco di dettagli e appagante da esplorare, ma che in questo caso acuisce in maniera pesante il senso di vuoto lasciato dalla povertà di elementi delle mappe.