Sviluppato da CMGE ed Eastasiasoft e pubblicato da quest’ultima in sinergia con SOFTSTAR e Funbox Media, Richman 11 è un party game 3D che trae ispirazione e parte dell’impianto ludico direttamente dal Monopoly. Noi abbiamo mandato innumerevoli avversari in bancarotta su PlayStation 5 e questa è la nostra recensione.
Richman 11 tra Monopoly e Mario Party
Esordiamo questa recensione evidenziando che il numero undici del titolo Richman 11 non è un caso. Parliamo, infatti, dell’undicesimo numero di un gioco nato nel lontano 1989. Un titolo perfettamente inseribile nella categoria dei party game/casual game, votato essenzialmente al multiplayer e orfano di qualsivoglia trama o narrazione.
Come Mario Party, infatti, il titolo presenta un cast variegato, alcuni dal chiaro cipiglio “malvagio” (c’è anche una sorta di Waluigi mentre Wario è molto simile al qui presente sultano), che però non è occupato in alcuna vicenda narrativa, neanche corale. E pensare che c’è un’intro col motore 3D di gioco ed è presente anche un doppiaggio da ascoltare man mano che le partite vanno avanti, anche se le frasi sono molto poche e si ripetono all’infinito.
L’assenza di un set narrativo e la poca fama di questa saga in Italia, praticamente sconosciuta alla maggior parte delle persone, rendono il titolo particolarmente anonimo e i personaggi privi del dovuto spessore e appeal. Quest’ultimo presente unicamente sotto forma estetica, un unico elemento che riesce a far risaltare i vari personaggi e a renderli, nel loro piccolo, peculiari (ognuno di loro ha anche un proprio mezzo di trasporto che li aiuta a muoversi agilmente sulle caselle), nonostante gli innumerevoli cliché presenti.
Lancia il dado, gioca la carta, acquista il terreno e fai sganciare i soldi agli altri
Richman 11 è essenzialmente Monopoly con una spruzzata di Mario Party. Il titolo targato Eastasiasoft si suddivide in due modalità tra cui spicca, inevitabilmente, quella classica, nonché la principale. Ogni partita vede quattro giocatori sfidarsi in una corsa all’oro che vedrà trionfare il più ricco tra i player nonché l’unico che riuscirà a evitare la bancarotta.
Ci sono 16 personaggi tra cui scegliere e diversi tabelloni di gioco, alcuni ripescati dalle precedenti edizioni del titolo. L’opera può essere giocata sia in solitaria, sfidando diversi bot, che contro altri giocatori, online e in locale. Inutile dire che, data la natura del titolo, giocarlo in solitaria rende l’esperienza generale fiacca, ridondante e monotona già dopo la seconda partita. Tutt’altra questione il gioco in compagnia, forte dell’imprevedibilità intrinseca del titolo stesso.
Ogni tabellone di gioco presenta un percorso formato da caselle e ogni casella può avere uno o più “effetti” oltre a essere collegata a dei terreni di gioco. Ogni utente, ha dei soldi di partenza e delle carte da gioco. I soldi sono essenziali e vanno prima di tutto investiti (sia in terreni che in ulteriori carte) in modo tale da preparare strategicamente la propria crescita economica e quindi futura ed eventuale vittoria.
Le monete di gioco si suddividono in due parti: le monete utilizzabili e quelle in banca. Le utilizzabili, ovviamente, sono quelle che potrai investire direttamente per acquistare terreni, potenziare le tue abitazioni per aumentarne l’affitto o acquistare nuove carte o bonus temporanei. Quelli in banca, invece, sono i soldi incassati dagli affitti o da malus inferti agli altri utenti o da vittorie ai minigiochi o, ancora, dall’estrazione del lotto o da eventi specifici del tabellone di turno.
Per usare i soldi in banca, dovrai capitare su una casella dedicata alla banca e procedere al prelievo. Ma come ci si muove in Richman 11? Hai presente il gioco dell’oca e il già citato Mario Party? Ecco: lanciando un dado. Questo a conferma che Richman 11 più che un titolo strategico è un vero e proprio casual game in quanto, un tiro sbagliato, può mandarti velocemente e crudelmente sull’orlo della bancarotta.
Caselle di ogni tipo
Le aree di gioco di Richman 11 sono piene zeppe di effetti ed eventi di vario genere che vanno a rendere ogni run praticamente unica, soprattutto se sommata agli effetti delle varie carte utilizzabili dagli utenti in gara. Le principali caselle su cui capiterai, sono quelle legate ai terreni. Ogni terreno può essere acquistato e, a trattativa compiuta, quel luogo sarà tuo (salvo utilizzi di carte o mutamenti legati a eventi o malus di vario genere).
Acquistare un terreno è essenziale in quanto, se un altro giocatore va a fermarsi in una casella da te comprata, dovrà pagarti una tassa, perdendo soldi e facendo guadagnare te. Non solo, se ricapiti su una casella che hai già precedentemente acquistato, potrai investire ulteriore denaro per aumentarne il prestigio e quindi anche la tassa da far pagare agli avversari.
A queste caselle, però, ce ne sono tante altre tra cui, alcune, sono le novità di questo capitolo. Queste vanno a modificare i percorsi di gioco o a far partire determinati eventi, che di default sono già presenti in ogni area. Ad esempio, l’area vulcanica è soggetta ad eruzioni con tanto di lava che va a coprire le caselle, oscurandone gli effetti che diventano così a sorpresa.
Ammettiamo che Richman 11 ha una discreta variabilità di effetti che si uniscono alle caselle di vario genere e soprattutto alle carte. Ma prima di analizzare queste ultime è bene citare anche gli Oni. Questi esseri appaiono randomicamente sulla mappa, occupando più caselle e se dovessi finirci sopra, in base alla tipologia di Oni (positivo o meno), potrai ottenere: bonus, far capitare malus agli altri o subire tu stesso delle maledizioni di vario genere.
Da citare anche le caselle del lotto, delle particolari zone che, se ci capiti sopra, ti permettono di scegliere un numero in attesa poi dell’estrazione che si svolge automaticamente dopo TOT turni. Se esce un numero da te acquistato, il premio in denaro potrebbe garantirti un notevole vantaggio. Infine, ci sono caselle con dei veri e propri minigiochi alla Mario Party che, a essere onesti, non ci hanno colpito quasi per niente, risultando meri accessori, anonimi e poco ispirati.
Gioca la tua carta!
Il sistema di carte di Richman 11 è abbastanza semplice e divertente. Si inizia con lo stesso numero di carte che possono poi essere pescate in determinate caselle o subendo determinati eventi positivi. Tali carte possono essere offensive ma giovare anche alla nostra strategia in base a come le si utilizzano.
Il cono stradale, ad esempio, può essere posizionato su una casella per bloccare l’avanzata di un avversario ma anche per posizionarlo dinanzi a noi ed evitare, bloccandoci, di cadere in una spiacevole casella dominata da un avversario. Questa duplicità di un gran numero di carte in gioco, rende il titolo lievemente più strategico e spietato. Il tutto a favore di una sana competizione anche creativa.
Un altro esempio di carta, oltre al controllo dadi che ti permette di selezionare in quale casella spostarti per un solo lancio, possiamo citare un drone rotante che avanza di determinate caselle sbaragliando eventuali ostacoli e liberandoci la via anche dagli Oni (evitandoci così la possibilità d’incappare in qualche maledizione).
Ma le carte assumono ancora più importanza nella seconda modalità di gioco di Richman 11, quella denominata “Brawl”. Qui ci si da guerra a colpi di missili e bombe, oltre che trappole e agguati, cercando, brutalmente, di mandare in bancarotta l’avversario e allo stesso di sopravvivere. Inoltre, in tale modalità, le mappe variano, sia morfologicamente che per quanto riguarda le proprie regole, eventi inclusi. In realtà, anche il cast varia, riducendosi di numero ma potenziandosi con abilità legate ai vari personaggi.
Ultimo appunto che riguarda l’esperienza generale in Richman 11: ogni partita è fortemente personalizzata. Sia single player che, soprattutto, in multyplayer. Chi ospita la partita, può decidere il denaro con cui iniziare, i turni di gioco massimo, quante carte a testa e tanto altro.
Grafica e sonoro
Graficamente parlando, Richman 11 maschera la sua arretratezza grafica dietro un mondo coloratissimo e mappe decisamente varie e ben decorate. Anche il cast di gioco non è affatto male e, salvo alcuni decisamente poco ispirati, ci sono soggetti fortemente identitari e ben caratterizzati. Merito anche del doppiaggio che, seppur poco usato, dona comunque una marcia in più e un’anima ai vari protagonisti.
Il sonoro stesso, seppur un po’ ridondante, non è malaccio. Buoni gli effetti sonori. Discrete le animazioni. Da segnalare, invece, la totale assenza della lingua italiana anche se i testi a schermo sono quasi del tutto assenti.