Ci sono titoli che anche se non sono il tuo genere, piacciono a tutti. Possiamo citare Tetris oppure Puzzle Booble, ma qui siamo nell’ambito dei puzzle game, ovvero videogiochi con delle meccaniche ripetitive che una volta imparate sono adatte a tutti.
Ma se ti dicessi che SEGA negli anni ‘90/ inizio 2000 era riuscita a far giocare tutti a calcio, anche chi non aveva la più pallida idea di che cosa fosse un pallone di cuoio riprodotto in un videogame? Oggi nell’episodio 206 di Old But Gold ti propongo Virtua Striker, anzi Virtua Striker 2 ovvero il titolo che in sala giochi ci ha fatto lasciare dei capitali in monetine e gettoni.
Io, Gim, Tappo e Nicola all’oratorio
È il 1998 (o forse il 1999? Boh chi se lo ricorda) e siamo a Casalmaggiore provincia di Cremona, oratorio San Leonardo.
Quattro ragazzi, ovvero Marco (il Coinc, che poi sarei io), Filippo (Gim), Nicola (oh lui un nickname non l’ha mai avuto) e Giuseppe (detto il Tappo, perché era basso, e no, era basso davvero, non è uno di quei nomignoli al contrario, tipo quelli che chiamano Attila il proprio cane, quando alla fine si tratta di un pincher), arrivano al cancello e il prete dice con un accento che ne tradisce le chiari origini cremonesi: “Guardate che è arrivato un videogioco nuovo al bar, un gioco del calcio.”.
Noi giovincelli ci avviciniamo alla saletta dove spiccavano un tavolo da ping pong, un calcio balilla e due cabinati di cui uno di Metal Slug e l’altro, quello nuovo, di Virtua Striker 2, con tutte le sue lucine e la grafica che sembrava venire dal futuro.
Andiamo al bancone del bar e lasciamo alla signora anziana 1000 £ per scambiarci i gettoni e fiondarci su quella nuova esperienza, inizia Gim che, ovviamente, prende la Francia. Io esclamo: “Ma dai sei proprio un Gobbo! La Francia dopo che ci ha cacciato fuori dal mondiale?” lui risponde “Zitto Coinc che c’è Zidane, che è il più forte” Io mica potevo dargli torto, al Milan del tempo a centrocampo avevo Ibrahim Ba, un paragone davvero impietoso.
Gim sembra averci giocato da sempre, vince la prima partita 3 a 0 contro la Nigeria, i quarti di finale contro l’Olanda un altro 2-0 secco, con un bellissimo goal proprio di Zizou di testa e riesce a prendere il Goal of the Day, semifinale contro la Spagna, altro 2-0 ed infine la finale contro l’Italia.
Io, Nicola e Tappo lo gufiamo manco fosse la finale di Champions League, un po’ perché Gim è un traditore della patria, un po’ perché vogliamo giocare pure noi e il tempo stringe, fra poco si deve tornare a casa che le nostre mamme ci aspettano, ma niente, Filippo riesce a vincere pure contro l’Italia in un tiratissimo 1-0, grazie al Golden Goal di Petit (lo riconosci perché era quello con la coda di cavallo).
Tutti noi un po’ rosichiamo, ma alla fine vabbè tocca a noi. “Oh dai spostati che adesso faccio una partita io” lui alla richiesta non si sposta di un millimetro perché sa che c’è un’altra partita da fare, ovvero quella contro l’FC SEGA, la squadra di coloro che hanno programmato il gioco. Tutti noi restiamo a bocca aperta, come a chiederci, ma che squadra è questa? Finisce anche qui 2-0 e lui esclama: “Adesso potete giocare voi, io sto gioco lo avevo già finito l’estate scorsa al mare”. Eh ecco perché eri così forte!
Virtua Striker 2 ovvero la giocabilità allo stato dell’arte
Quello che ti ho descritto sopra, oltre che un bel viaggio nei ricordi, manco fosse stato scritto da Max Pezzali in una delle sue canzoni, tra migliori amici che, purtroppo, non ci sono più e altri che hai perso di vista, ti racconta l’essenza di quello che era un gioco come Virtua Striker 2 ovvero il gioco del calcio, prima lanciato su cabinati arcade in bar o sale giochi e poi portato anche su console come il Dreamcast (ovviamente) e successivamente sul Nintendo GameCube.
Ma perché Virtua Striker 2 piaceva davvero a tutti? Cos’aveva di così magnetico da farci passare ore intere a giocarci e a guardare chi ci giocava? Ovviamente la passione pallonara di noi italiani è sicuramente un fattore determinante, ma il titolo creato da SEGA aveva un gameplay così semplice e immediato che poteva essere padroneggiato da davvero chiunque.
Partendo dalla disposizione dei tasti, solo 3 ovvero uno per il passaggio basso, uno per il cross e l’ultimo con cui potevi tirare regolando la potenza, in base a quanto tenevi schiacciato il pulsante. In fase difensiva c’era un solo tasto, ovvero quello della scivolata. A rendere ancora più accessibile questo gioco c’era la totale eliminazione di alcune regole madre del gioco del calcio ovvero niente fuori gioco e nessun cartellino. Quindi potevi fare anche un’entrata assassina, con fallo da ultimo uomo e l’arbitro avrebbe solo fischiato una punizione senza nessuna sanzione di sorta.
Virtua Striker 2 era veloce, immediato e l’ideale per una partita mordi e fuggi tipica dei giochi arcade dell’epoca, nei quali la questione competitività prendeva un nuovo significato grazie al Goal of the Day. Praticamente in base all’azione che uno compiva veniva dato un voto, chi tra i giocatori aveva fatto il goal con il punteggio più alto, quindi il più bello da vedere, veniva proposto e riproposto in loop almeno finche il cabinato non veniva spento. È ovvio che chi riusciva a prendere questo primato veniva tessuto con lodi che duravano la bellezza di 2 ore, anche tre se il punteggio era molto alto…poi il giorno dopo nessuno sapeva più chi eri.
Altra cosa che giovava al gameplay di Virtua Striker 2 era sicuramente la gestione del tempo extra e, in caso di parità, i calci di rigore. Ogni partita aveva la durata di due minuti più l’extra time (ovvero il recupero), se per caso si era in risultato di parità di andava ai supplementari dove, praticamente, si allungava ulteriormente il tempo di altri 30 secondi, ma con la temutissima regola del Golden Goal (che noi italiani tristemente conosciamo grazie alla finale di Euro 2000 persa contro la Francia, proprio al Golden Goal di David Trezeguet) ovvero chi segna vince. Se pure lì si resta in parità, si va ai calci di rigore per determinare il vincitore.
Una grafica d’altri tempi
Per il tempo Virtua Striker 2 era stato dell’arte. Noi ragazzini di allora, abituati ai giocatori spigolosi di Fifa o a quelli senza faccia di ISS Pro (sì perché al tempo il calcio targato Konami si chiamava così e non Pro Evolution Soccer prima e E-Football oggi) era una magia che si avverava. Nonostante non ci fossero le licenze di nessun giocatore, si potevano tranquillamente riconoscere i nostri beniamini e capire se la palla l’aveva tra i piedi Paolo Maldini, Ronaldo (quello vero, non CR7) oppure, nel caso di Filippo che giocava, Zinedine Zidane.
Pure lo stadio era più vivo rispetto al calcio che praticavamo su PlayStation, perché se su ISS Pro gli gli spalti erano praticamente delle texture piatte, qui potevi quasi contare quanti spettatori erano presenti. Esageratamente meraviglioso. Peccato che non ci fosse una telecronaca di sottofondo a dare un aspetto più televisivo al tutto, ma anche a livello sonoro non ci si poteva lamentare e si distinguevano chiaramente cori da stadio, trombette e il pallone che veniva calciato violentemente verso la porta avversaria.
Trovalo in qualche maniera e riprendilo in mano
Pochi giochi di allora sono ancora godibili al giorno d’oggi, visto che con il tempo i controlli vengono migliorati, le grafiche aggiornate e ogni aspetto viene spinto al limite. Ti sfido veramente a farti una partita a FIFA ’99 senza farti venire i conati di vomito e chiederti “Ma davvero da piccolo giocavo con sta roba qui?”.
Virtua Striker 2 invece è diverso, anche se oggi provi a fare una partita, la fai con tantissimo piacere e ti diverti come allora. Forse sei un pelo arrugginito e probabilmente perderai al primo match, ma è solo il fatto che non ci giochi da una vita…no non è vero, scarso ero e scarso sono rimasto, ma mi sono divertito come un matto ed è questo quello che conta.