Sviluppato e pubblicato da President Studio in sinergia con PlayWay, I Am Your President è un simulatore satirico si “presidenza”. Ossia un gioco dove vestirai i panni del Presidente degli USA in quello che, a conti fatti, diventa un gioco strategico e gestionale fortemente narrativo e ancorato a un sistema interconnesso di menù e relative opzioni. Noi siamo diventati Presidenti degli USA su Xbox Series e questa è la nostra recensione.
I Am Your President… e questo è il mio programma
I Am Your President è tutto nel suo stesso titolo: impersoniamo un fantomatico e immaginario Presidente d’America. Senza troppi fronzoli, infatti, il gioco ci annuncia che abbiamo vinto le elezioni e ora spetta a noi guidare il paese. E come si guida un paese grande e potente come l’America? A suon di scelte, ovviamente. Il tutto, senza mai perdere di vista il proprio elettorato visto e considerando che non vogliamo mica perdere il favore del popolo, no?
Inutile girarci intorno, I Am Your President è un titolo fortemente satirico e autoironico. Entrambi elementi molto riusciti e che rendono il gioco fortemente identitario. L’idea di fondo è geniale e all’interno del gioco stesso sono disseminate piccole frecciatine al sistema politico odierno. Giusto qualche esempio: l’utilizzo e la diffusione delle armi da fuoco, il razzismo, la questione legata alle banche, la mania di protagonismo di chi “diventa grande” (qualcuno ha detto viaggi su Marte?) e così via.
In I Am Your President c’è davvero di tutto, si tratta davvero di tutto eppure non tutto funziona come dovrebbe. Ed è un grandissimo peccato. Ma prima di sprofondare nei menù che compongono il gameplay di quella che a conti fatti è una sorta di visual novel (qui il nostro approfondimento sul genere) strategica gestionale, focalizziamoci ancora sul nostro ruolo di Mister President e sull’interazioni che andremo a eseguire man mano.
Tra gli elementi che più odia il nostro buon Presidente c’è la porta. Quella dannata porta che bussa in continuazione e da cui emergono persone (rigorosamente delle figure ritagliate e appiccicate su cartonati che si muovono in modo bislacco e senza alcuna parvenza espressiva) che ci faranno domande, gireranno richieste, chiederanno pareri e riflessioni. Bastano i primi minuti di gioco per capire quello che ci aspetta per le prossime ore: una serie di lunghi dialoghi e di letture di documenti cartacei e online, passando anche per la consultazione dei social (tutto rigorosamente in inglese).
Tra le cose più riuscite del titolo c’è quella di poter dare una parvenza di carattere al proprio Presidente, non limitandosi solo a schierarlo con i democratici o i repubblicani ma anche dandogli modo di essere un simpatico burlone, un despota tiranno o un impassibile matematico. Certo, non c’è chissà quanta scelta e di solito ci si può alternare fra un paio di opzioni che virano tra: quella logica e razionale a quella sconclusionata, caotica e/o malvagia.
Inutile dire che agire sopra le righe, seppur complicato e catastrofico a livello di mero gestionale, è quello che regala grandi soddisfazioni. Potrai imporre limiti assurdi come i coprifuoco, inimicarti nazioni e/o alleati politici, comporre discorsi totalmente privi di sensi e… insomma, potrai letteralmente abusare della tua poltrona e dei tuoi poteri dando vita a un percorso da Presidenti che, in un modo o in un altro, resterà nella storia.
Come si gioca un Presidente
I Am Your President è un simulatore di politica ibridato con un semplice sistema di gestionale con risorse quasi sempre visibili a schermo e incentrato prevalentemente nella concatenazione di scelte con relative conseguenze. Banalmente, ci saranno momenti in cui le nostre scelte influiranno sull’elettorato e quindi sui futuri voti presidenziali e altre scelte che si limiteranno a modificare i vari valori del sistema gestionale.
A inizio mandato, infatti, saremo chiamati a fare alcune “promesse” che possono includere il potenziamento del futuro su Marte al completo cambiamento del sistema politico con tanto di riforme. Quale che siano le promesse scelte (una principale e due secondarie) esse saranno legate alla gestione delle risorse (a loro volta potenziate o depotenziate proprio a seguito di queste stesse promesse).
E tali risorse balleranno in continuazione a seguito del nostro comportamento e delle nostre decisioni. Tutto a sua volta legato ai vari eventi casuali che saremo chiamati ad affrontare. Tra questi c’è la possibilità di creare discorsi, montando stralci pre-scritti e decidendo autonomamente quali, tra le proposte, dare priorità o eliminare del tutto. Possiamo anche sfogarci sui social e scegliere che linea comunicativa dettare ai nostri collaboratori.
Insomma, su carta c’è tanta libertà. Una libertà che viene però instradata, come già detto, su pochi binari prestabiliti non riuscendo a garantire una variabilità corposa di run in run. Non solo, il sistema di gioco, composto da una serie incessante di scelte non sempre coordinate tra loro e intervallate da documenti verbosi, può stancare abbastanza presto. Il problema è che il gioco non punta mai davvero in una direzione in modo deciso: la satira non colpisce fino in fondo e il gestionale permane a livelli superficiali e dimenticabili.
Il risultato è un’esperienza che strappa qualche risata e qualche riflessione ma che ludicamente si affonda da sola in un mare di decisioni e attività burocratiche il cui mosaico è preda di una casualità che non concede sempre coerenza e che può fin troppo facilmente stancare. Un peccato. In ultimo, da segnalare un albero di “ricerche” che permette di espandere e “potenziare” il nostro mandato influendo più o meno nel futuro delle nostre azioni e aiutandoci seppur in modo marginale.
Grafica e sonoro
Graficamente parlando, I Am Your President ha qualche colpo di genio come i cartonati delle persone con cui interagiremo ma per il resto fatica a emergere. Il colpo d’occhio generale è anche gradevole ma presto ci si rende conto che si è dinanzi a (poche) schermate fisse che si ripetono costantemente e a una serie di documenti tutti uguali di cui cambia semplicemente il contenuto.
Il sonoro è sufficiente, senza riuscire a offrire qualcosa di memorabile o che alla lunga non si ripeta troppo. Da segnalare, invece, qualche rallentamento all’interno del titolo soprattutto quando si salva. Abbiamo anche riscontrato una serie di bug come del testo che emerge in ritardo o schermate congelate (sempre quando si salva). C’è da dire che si tratta di una serie di episodi a cui si può porre facilmente rimedio con una o più patch.
Chiudiamo la recensione con un’altra nota dolente: la totale assenza di lingua italiana. In un gioco dove l’attività principale è leggere e prende decisioni su quanto letto, l’assenza della nostra lingua è un ostacolo non di poco conto anche e soprattutto perché, in assenza di un buon livello d’inglese, si rischia di perdere quel retrogusto satirico che è l’elemento migliore del titolo.